Attenzione a quanto si preleva o si versa su un conto corrente, poiché se si supera una determinata somma, scattano i controlli fiscali.
Viviamo in un mondo a cui è stato affiancato uno fittizio: quello digitale. Il problema è che il secondo sta in qualche modo fondendosi con quello materiale e tangibile. Possibile?
La risposta è sì. Ormai non è più possibile negare che la vita quotidiana, lavorativa o meno, non può più fare a meno del digitale, ossia del WWW, delle app, dei servizi in streaming, dei giochi online, ecc.
Se poi spostiamo tutto nell’ambito finanziario, un possibile “spegnimento” di tutto il Web, causato da un qualche tipo di cataclisma, farebbe balzare indietro di 40 anni la nostra civiltà.
Insomma, la digitalizzazione continua a camminare spedita, inglobando sempre più persone nella sua logica fatta di codici numerici.
Non stiamo parlando soltanto di acquisti di servizi e prodotti, ma anche di pagamenti. Per questo motivo, sempre più persone vengono bombardate campagne promozionali e incentivi.
L’intento è quello di spingerle a spendere una maggiore quantità di denaro, magari usando la propria carta di pagamento, il proprio conto corrente, pagando tramite bonifici, usando lo smartphone o qualche wallet digitale.
Ma c’è anche un altro motivo che spinge i consumatori a usare i metodi di pagamento digitali: contrastare le azioni di riciclaggio di denaro contante.
Nonostante tutto questo impegno da parte delle istituzioni governative e bancarie, il denaro contante è qui e non ha nessuna intenzione di sparire completamente.
Certo, rispetto al passato, i prelievi di denaro contante presso gli sportelli ATM è diminuito tantissimo, e probabilmente il trend continuerà nei prossimi anni.
Ecco perché è importante sapere che, in presenza di transazioni anomale, scattano in automatico i controlli.
Chi possiede un conto corrente (più o meno tutti), deve essere consapevole che ci sono dei limiti attuali applicati sui prelievi e transazioni in contanti.
L’Agenzia delle Entrate è l’ente preposta a effettuare i controlli, soprattutto quando si trova in presenza di incongruenze. In questo caso, scatta in azione la Procura.
Per chi non lo avesse capito, tra i tanti motivi dei controlli sui conti bancari c’è quello di individuare le attività illecite, come il riciclaggio di denaro sporco.
Dunque, tutte le banche pongono molta attenzione sia sui prelievi che sui versamenti di denaro. Se in un mese viene superata la soglia di 10.000 euro, l’Agenzia delle Entrate inizia subito i suoi controlli di rito.
Se vengono rilevate delle incongruenze, la Guardia di Finanza verrà subito allertata, avviando indagini per capire da dove si è originata la transazione.
Nel caso in cui il percorso usato dovesse destare sospetti oppure viene considerato illegale, scatta l’azione legale della Procura nei confronti degli artefici della transazione, poiché è evidente il tentativo di evadere il fisco.
Niente paura: questa azione non vengono mai intraprese nei confronti dei versamenti legali. Ma sono fondamentali, soprattutto per evitare che vengano finanziate attività illecite, come il riciclaggio di denaro sporco o il terrorismo.
Ma se diventa indispensabile versate questa somma? Per evitare controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate, è necessario giustificarla.
Ad esempio, se una persona vende un’auto, deve conservare tutta la documentazione necessaria per dimostrare, se ce ne fosse bisogno, alle autorità fiscali che la transazione era del tutto legale.
La continua digitalizzazione di molte operazioni quotidiane è ormai inevitabile. Quindi, in futuro si avrà a che fare sempre di più con un numero maggiore di incentivi, che hanno lo scopo di invogliare le persone a usare dispositivi elettronici per pagare.
Comunque, indipendentemente dall’utilizzo o meno di questi sistemi, bisogna alzare il livello di guardia e fare le cose a norma di legge, altrimenti c’è il rischio di venire sottoposti a controlli rigidi.
Meglio evitare di andare oltre il massimale mensile previsto per i prelievi e i versamenti, altrimenti entra in gioco l’Agenzia delle Entrate per controllare, la quale poi potrebbe passare la patata bollente alla Guardia di Finanza se vengono riscontrate delle incongruità.