Una volta fatta la spesa controlla attentamente lo scontrino fiscale: se c’è una determinata dicitura ti devono dei soldi. Ecco di quale si tratta.
Quando ci rechiamo al supermercato o in qualche punto vendita della Grande Distribuzione Organizzata troviamo tantissimi prodotti che mostrano un prezzo scontato, ma alla cassa il cassiere o la cassiera batte un prezzo differente da quello esposto al pubblico. È un errore umano? In determinati casi il consumatore finale ha diritto a percepire il rimborso. Scopriamo cosa dice la legge in merito e in quali casi è possibile richiedere il rimborso nel caso in cui il prezzo battuto alla cassa sia differente dal prezzo esposto in gondola.
Con l’inflazione ed i rincari alle stelle capita a tutti i consumatori di attenzionare i prodotti che mostrano i prezzi scontatissimi.
I prodotti in offerta sono quelli più richiesti e gettonati dai consumatori finali, specie in questo periodo di fiammata inflazionistica. Purtroppo, capita molto spesso che gli addetti si dimentichino di aggiornare il prezzo esposto e, di conseguenza, il prezzo battuto sullo scontrino è differente da quello “scontato” esposto sul cartellino.
Spesso si tratta di offerte promozionali scadute. Errare è umano, ma il consumatore finale non ha sempre il diritto di pagare la dimenticanza del lavoratore. Anche la normativa vigente è intervenuta a tale proposito per tutelate maggiormente il consumatore finale.
Sulla divergenza tra prezzo esposto e prezzo sullo scontrino fiscale è intervenuta la normativa vigente. In particolare, la fonte normativa d prendere in considerazione sono gli articoli dal 14 al 17 del Codice del Consumo (Decreto Legislativo n.206 del 2005). Questi articoli regolamentano i prezzi dei beni per unità di misura. Cosa fare se il prezzo esposto è differente da quello battuto alla cassa? Si ha diritto al rimborso oppure si deve pagare il prezzo esposto nel cartellino?
Il Codice del Consumo riporta la seguente dicitura: “Il prezzo finale, valido per un’unità di prodotto o per una determinata quantità del prodotto, comprensivo dell’IVA e di ogni altra imposta”.
Dal tenore normativo ben si comprende che il prezzo finale del prodotto deve essere esposto in modo trasparente, chiaro e leggibile. Nel caso in cui il supermercato non rispetti la disposizione normativa, il consumatore finale ha diritto a vedersi applicato il prezzo esposto oppure può avere diritto ad un rimborso.
Il supermercato che violi la disposizione contenuta nel Codice del Consumo rischia l’applicazione di una sanzione pecuniaria che va da oltre 510 euro fino ad un massimo di 3.100 euro. La normativa prevede anche delle eccezioni alla regola generale che meritano menzione.
Sono esenti dall’obbligo dell’indicazione del prezzo i prodotti venduto al collo e quelli sfusi. Altra eccezione prevista dalla normativa generale riguarda i prodotti di lusso, il cui valore d’acquisto non è paragonabile a quello esposto nel cartellino. Si pensi, ad esempio, ad una borsa Dior a 15 euro.