Nuove possibilità verranno concesse a tutti coloro che hanno superato una determinata età. Ecco, dunque, gli aumenti sulle pensioni.
Tutti siamo consapevoli dell’entità dell’assegno pensionistico. Si tratta di un compenso piuttosto misero, soprattutto in relazione al costo della vita. Per questo motivo, chi riceve
questo trattamento non è sempre in grado di arrivare alla fine del mese. Per fortuna sono nate delle nuove disposizioni al fine di tutelare questa fascia della popolazione e offrire ai soggetti più bisognosi qualche possibilità in più. Alcune persone potranno infatti essere sottoposti a quella che è stata definita come la rivalutazione delle pensioni ma
solo laddove abbiano superato una certa età. Ecco, dunque, in che cosa consiste questo processo, a chi verrà rivolto e quali aumenti andrà a comportare.
Verso la fine dell’anno scorso, i partiti politici hanno preso in considerazione l’idea di sottoporre tutte le pensioni ad una sorta di rivalutazione. Questo perché non solo la crisi economica e l’inflazione hanno raggiunto traguardi indescrivibili ma perché, ogni volta, i pensionati sono soggetti al pagamento di alcune tasse che vanno ad incidere negativamente sul loro patrimonio.
Proprio per questo motivo si intende intervenire sulla quota dell’assegno pensionistico che, come facilmente presumibile, è davvero poco consistente e non adatto a sostenere tutte le spese basilari. Ovviamente la riforma porterà lo Stato e l’INPS a valutare ogni singolo caso, in modo da analizzare le entrate e rapportarle al costo della vita odierna.
Questo significa che bisognerà intervenire sulle pensioni al fine di far combaciare le entrate con le uscite, senza ridurre i pensionati con l’acqua alla gola. Questi nuovi aumenti non riguarderanno tutti, ma solo coloro che rispondono a determinati requisiti
che verranno per l’appunto definiti dall’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale dopo appurati controlli e valutazioni.
Secondo quanto enunciato dal Governo, gli aumenti verranno concessi prendendo in considerazione l’importo dell’assegno pensionistico e soprattutto l’età dei vari contribuenti. Questo significa che il pensionato che ha più di 75 anni dovrà percepire una pensione di circa 600 euro in ogni caso e non più di 525 come accadeva a molti in
passato.
Chi, invece, ha un’età inferiore non potrà ricevere questa cifra, ma un importo che le si avvicinerà molto in quanto parliamo di circa 570 euro. Un notevole aumento se si pensa alle cifre percepite fino a questo momento. Uno dei requisiti principali è legato all’adeguamento al 100% per tutti quegli assegni che non riescono a superare quattro volte il livello minimo concesso dal trattamento economico.
Ovviamente se le cifre di cui parliamo potrebbero essere anche più alte. Se saranno superiori si procederà comunque ad elargire un aumento, ma questo verrà corrisposto sulla base di quanto percepito.
Il Governo italiano ha più volte parlato di come i primi mesi del 2024 saranno dedicati ad una sorta di analisi più approfondita relativa al sistema pensionistico. Si vuole infatti introdurre un nuovo regime di pensionamento anticipato che vada a sostituire Ape sociale e Opzione Donna.
Allo stesso tempo si sta facendo di tutto per cercare di aumentare ancora una volta la soglia della pensione minima. Se quelle citate prima sono delle cifre sicure per quanto riguarda gli aumenti sulla pensione, si hanno ancora molte incertezze su Opzione Donna e su questo tipo di risorse.
Si tratta, infatti, della possibilità per le lavoratrici di accedere prima alla pensione, sempre a fronte dell’età e del numero di contributi versati, ma per il momento rimane tutto in dubbio. Poco prima di morire, Silvio Berlusconi aveva millantato l’idea di concedere a tutti i pensionati un trattamento minimo di circa 1.000 euro al mese ma, al momento, l’Italia non dispone di questi soldi per autorizzare una manovra
simile.
Se però si verificherà la ripresa economica e tutto seguirà il giusto filone si potrà puoi fare un ragionamento simile nelle prossime legislature, sperando che questa volta trovi l’accoglimento che serve. Nel frattempo, l’obiettivo è quello di portare a 700 euro le pensioni minime, anche se tutto questo potrà verificarsi solo dal 2024 in poi.