Lasciare il lavoro 3 anni prima e ottenere una pensione a 64 anni di 1400 euro al mese? Vediamo sé e come è possibile.
Se c’è un anno nel calendario che ricopre un ruolo fondamentale in ambito pensione è il 1996. Per quale arcano motivo?
Il motivo è semplice: partendo da questo specifico anno è entrata in vigore una riforma particolare delle pensioni la quale, per alcuni versi, è anche più importante della stessa riforma Fornero, nonostante quest’ultima abbia spesso i favori della cronaca.
Senza entrare nei dettagli, andiamo al succo della questione inerente al 1996: come si possono percepire ben 1.409 euro di pensione mensile a soli 64 anni d’età? Andiamo a scoprirlo.
Prima di proseguire, spieghiamo che questa riforma del 1996 non è altro che la riforma Dini, che è quella a cui si deve l’introduzione del sistema contributivo.
Da quell’anno in poi è avvenuta la divisione in due categorie dei lavoratori, non solo come diritto alla pensione, ma anche per il calcolo delle pensioni stesse.
Differenze tra pensioni contributive e retributive
Prima che entrasse in vigore nel 1996 il sistema contributivo, vigeva il sistema retributivo. Poi avvenne la drastica variazione delle regole per calcolare le pensioni.
Come si può intuire dal suo stesso nome, il sistema retributivo dava tutta l’importanza alle retribuzioni.
Per quale motivo? Bisogna sapere che il calcolo delle pensioni avveniva basandosi sugli stipendi percepiti, maggiormente quelli che un lavoratore percepiva negli ultimi anni della sua carriera.
Contrariamente, col sistema retributivo il calcolo delle pensioni avviene sulla base dell’ammontare dei contributi che erano stati versati lungo tutto l’arco della carriera lavorativa.
Ovviamente, coloro che hanno iniziato a versare i contributi dopo il 1995 hanno diritto al calcolo pensionistico soltanto con il sistema contributivo.
Invece, coloro che sono usciti dal mondo del lavoro prima del 1996 hanno diritto al calcolo col sistema retributivo.
E per coloro con carriere miste? Il calcolo diventa misto, ossia in parte col sistema contributivo e in parte con quello retributivo.
Come ottenere 1400 euro di pensione a 64 anni lasciando il lavoro 3 anni prima
Parlando del sistema misto, per un lavoratore dipendente che ha versato 18 anni di contributi fino al 31 dicembre 1995 viene usato il calcolo retributivo fino all’anno 2012.
Chi, invece, a tale data ha versato meno di 18 anni di contributi, rientra nel sistema retributivo fino al 31 dicembre 1995.
Siccome le regole cambiano tra sistema contributivo e retributivo, varia anche la possibilità di andare in pensione.
A questo punto, per far capire meglio, portiamo l’esempio della pensione contributiva anticipata. Questa, come si capisce dal suo stesso nome, è esclusivamente a favore di coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1995.
Prima del 1996, non devono risultare contributi versati, anche a carattere figurativo, altrimenti non è possibile rientrare in tale misura, la quale consente l’accesso alla quiescenza anticipata di 3 anni.
Infatti, questa tipologia di prestazione previdenziale viene applicata ai lavoratori che hanno iniziato a lavorare dopo il 1995, i quali hanno compiuto 64 anni e hanno versato 20 anni di contributi.
Occorre, però, che la pensione abbia un importo di 1.409 euro circa al mese, almeno per l’anno in corso.
In effetti, la regola che vige è quella delle 2,8 volte l’assegno sociale. Quindi, nonostante possiedono tutti i requisiti richiesti, i lavoratori che non riescono a raggiungere una pensione pari o maggiore di 2,8 volte l’importo minimo previdenziale nell’anno in cui lasciano il mondo del lavoro, non hanno diritto ad andare in pensione.
Considerando che l’assegno sociale nel 2023 ammonta a 503,27 euro mensili, per comprendere questo meccanismo, è necessaria una moltiplicazione tra 503,27 euro e 2,8.
Ecco in che modo arriviamo alla cifra citata in precedenza di 1.409 euro mensili o giù di lì. Questa somma è fondamentale per avere diritto al trattamento.