La manifattura italiana punta ai fornitori locali, incrementando i posti di lavoro e il PIL, riportando la produzione in Paese.
La produzione ritorna, pian piano, in Italia grazie alla scelta operata dalla manifattura italiana che richiede, sempre di più, fornitori locali per le proprie produzioni. Un dato importante che evidenzia uno spostamento del lavoro, all’interno dei confini italiani, nonché un aumento del prodotto interno nazionale e dei posti di lavoro a disposizione.
La manifattura italiana richiede fornitori locali
La produzione manifatturiera in Italia sta ritornando, gradualmente, in Italia grazie alla crescente domanda di fornitori locali. Una scelta, da parte delle aziende, che permette di creare più posti di lavoro, sul territorio nazionale, nonché di incrementare il PIL dello Stivale.
Come è noto, in molti casi, la produzione di tante aziende italiane si è spostata, nel corso degli anni, in paesi esteri dove la manodopera era più economica.
Questa tendenza, negli ultimi tempi, pare abbia subito un inversione che è strettamente legata a cambiamenti economici e politici, scaturiti, sul piano nazionale, dalla guerra tra Russia e Ucraina.
Il conflitto tra i due Paesi, infatti, ha fatto lievitare notevolmente i costi delle materie prime. Ha inciso, inoltre, anche la Brexit inglese e la pandemia di Coronavirus in tale contesto.
I dati delle ricerche effettuate sull’argomento
Tre ricerche sono state avviate su tale argomento, avviate da giugno 2021 e terminate a febbraio 2022.
Dal primo studio, condotto dal Centro Studi Confindustria e Re4It, è emerso che il 75% del totale degli imprenditori, presi in esame nel target di riferimento, acquista forniture da imprese estere, mentre il 21% si affida, invece, a fornitori presenti sul territorio.
Il secondo studio, invece, è stato portato avanti dal centro studi Tagliacarne-Unioncamere, nel corso del mese di aprile 2023. Da entrambi, si evince che – mediante tale tendenza – si migliora la qualità dei prodotti e, nel contempo, si accorciano le distanze per l’approvvigionamento.
La terza ricerca, presentata nel corso del World Economic Forum, da The Econonimist, nella quale si pone accento sulle dichiarazioni effettuate da 3.000 dirigenti d’azienda: il 20% di questo gruppo preso in esame ha adottato tale scelta, optando prevalentemente, per fornitori ubicati in paesi limitrofi.
I fattori che hanno spinto le aziende a invertire la tendenza
Tra i fattori principali, possiamo certamente annoverare l’abbattimento di costi legato ai rifornimenti esteri, le difficoltà di coordinamento e i tempi di consegna decisamente più dilatati.
Pertanto, scegliere fornitori locali permette di avere consegne più economiche ed effettuate in tempi brevi, maggiore coordinamento e una migliore comunicazione, nonché l’abbattimento dei costi previsti dalla catena di approvvigionamento. Tale controtendenza, dunque, fa bene all’economia italiana e all’occupazione.
Aumentano, infatti, sia i posti di lavoro nel settore tessile, sia il prodotto interno lordo con la manovra abbracciata da diverse aziende tricolore.