Siccome niente dura in eterno, la pensione con 15 anni di contributi sparirà. Andiamo a vedere fino a quando resterà in vigore.
Nel 2023, 2024, 2025 e in tutti gli anni successivi si potrà andare in pensione dopo aver versato 15 anni di contributi.
Purtroppo però questa agevolazione è destinata a chiudere i battenti, con l’eliminazione definitiva che dovrebbe arrivare intorno al 2030.
Ciò è dovuto al fatto che sempre meno persone potranno accedere a questo parametro, poiché tutte le pensioni verranno interamente calcolate con il sistema contributivo, mentre le agevolazioni richiedono che una parte dell’assegno venga calcolata usando il sistema retributivo.
Dal 1° gennaio 1996, chi ha iniziato a lavorare non può andare in pensione soltanto con 15 anni di contributi.
Invece, coloro che hanno iniziato a lavorare prima di questa data possono ancora beneficiare di tale agevolazione, sempre che riescono a soddisfare i requisiti richiesti dalla normativa.
Il Decreto Legislativo n. 503/1992, noto come “Riforma Amato”, introdusse al requisito contributivo per andare in pensione a 67 anni tre deroghe.
In alcuni casi, è possibile smettere di lavorare dopo soli 15 anni di contributi invece che 20, il che è utile per chi ha avuto una carriera lavorativa con qualche buco contributivo e non è riuscito a raggiungere il requisito minimo per la pensione.
L’opzione contributiva per la pensione di vecchiaia permette a 71 anni di età il collocamento in quiescenza, a patto che vengano versati almeno 5 anni di contributi, ma l’accesso viene precluso a coloro che hanno un’anzianità contributiva prima del 1° gennaio 1996.
La riforma Amato prevede tre opzioni per l’accesso alla pensione di vecchiaia dopo aver versato 15 anni di contributi invece che 20.
La prima opzione riguarda i lavoratori che, entro il 31 dicembre 1992, hanno maturato almeno 15 anni di contributi, compresi obbligatori, figurativi, di riscatto o volontari.
La seconda opzione è per coloro che hanno ottenuto l’autorizzazione alla prosecuzione volontaria dei contributi pensionistici entro il 31 dicembre 1992, anche se non hanno effettuato il versamento.
La terza opzione è per i lavoratori che presentano un’anzianità assicurativa pari a 25 anni, ma con 10 anni almeno di 52 settimane contributive, ma è necessario aver versato almeno un contributo nel regime retributivo entro il 31 dicembre 1995. L’anzianità assicurativa richiesta aumenta negli anni successivi.
Bisogna, però, assolutamente evitare l’errore di pensare che l’Opzione Dini possa consentire di andare in pensione dopo aver versato 15 anni di contributi.
Se non vengono soddisfatti specifici requisiti, verrà attuato il ricalcolo totalmente contributivo della pensione, il quale potrebbe essere più conveniente del misto, almeno in alcuni casi.