Il problema pesca abusiva è più che mai attuale. A quanto ammonta la multa per chi viene colto a farlo? Scopriamolo con un fatto di cronaca recente.
Nonostante abbiano tentato di ingannare la Capitaneria di Porto facendo scendere il pesce presso un porto differente da quello indicato inizialmente, i pescatori sono stati alla fine rintracciati e, di conseguenza, sanzionati.
Queste pesce, secondo quanto dichiarato dai militari in forza alla Capitaneria di Porto, doveva finire, aggirando tutte le regole sul tracciamento del pescato, in qualche ristorante che non ha scrupoli in merito.
Invece, quei 50 kg di tonno alla fine sono costati una salatissima multa a questi pescatori abusivi, denunciati a piede libero.
Multa salata per questa pesca abusiva
Tutto questo è accaduto venerdì 1° settembre 2023. Nel mirino da parte del personale appartenente alla Guardia Costiera di Riccione sono finiti due diportisti, i quali, fattosi prestare la barca da un loro amico, si sono imbarcati per una battuta di pesca, ignorando il fermo imposto per il Mare Adriatico.
Questi pescatori di frodo erano riusciti a trasformare la giornata in particolarmente prolifica, visto che erano riusciti a catturare il tonno pregiato. Purtroppo per loro, non avevano fatto i conti con la Capitaneria di Porto, la quale era alle loro calcagna.
Capita l’antifona, per evitare controlli, invece che a Riccione sono rientrati a Portoverde. Un tentativo vano, visto che appena sbarcato il pescato, già pronto per essere consegnato ai ristoranti, ad aspettarli sulla banchina c’erano i militari, che erano già col verbale in mano.
Il capitano dell’imbarcazione si è visto recapitata a mano una sanzione di 2.600 euro per violazione della norma che vieta di pescare in questo periodo tale tipologia di pesce nel Mar Mediterraneo.
Non bastasse la multa salata, ecco arrivarne un’altra di 2.066 euro per pesca sportiva priva di autorizzazione. A chiudere il cerchio la denuncia a piede libero penale, il sequestro dell’attrezzatura per pescare e il pescato.
Per quanto riguarda il tonno, dopo l’analisi da parte dell’AUSL, che ha accertato la genuinità del pesce, è stato dato in beneficenza.
Le specie coinvolte nel fermo pesca
Non soltanto per il tonno c’è il divieto di pesca, considerando che la pesca intensiva ha messo spesso a rischio il ciclo riproduttivo dei pesci.
Un modo di pescare che non ha il minimo rispetto per la natura, ma che purtroppo viene fatto ugualmente per far fronte alle continue richieste.
Un’attività parecchio frenetica, soprattutto in alto mare, che mette a rischio le specie maggiormente fragili.
Per questo motivo l’UE ha imposto il fermo pesca, un divieto vero e proprio che blocca la maggior parte dei pescherecci, in modo particolare quelli che si dedicano alla pesca a strascico, che mette parecchio a rischio la salute dei mari.
Sono tantissime le specie ittiche su cui è stato imposto il divieto di pesca per quest’estate, rispettando quanto prevede il Regolamento Mediterraneo dell’Unione Europea.
I pesci che non potranno arrivare sulle tavole degli italiani e dei ristoranti sono la lampuga e il corallo rosso, due specie che non possono essere pescate in nessuna zona del bacino del Mediterraneo.
Invece, per il gambero rosa, viola e rosso, per il nasello, lo scampo e la triglia di fango, il fermo pesca è imposto nel Mediterraneo occidentale.
Per quanto riguarda l’Adriatico, oltre al tonno, non è possibile pescare sardina, acciuga, nasello, scampo, gambero rosa, sogliola e triglia di fango.
Verso sud, invece, il divieto di pesca è per il gambero viola e il gambero rosso, che è valido per il Canale di Sicilia, il mar di Levante e il mar Ionio.
Nel mare di Alboran, vicino allo stretto di Gibilterra, c’è il divieto di pesca dell’occhialone. Anche il Mar Nero è coinvolto, dove i pescatori non possono pescare il rombo chiodato e lo spratto.
Per altre specie ittiche non vige alcun divieto, come il pesce spada, le orate, le spigole, il pesce azzurro, le sogliole, le vongole, le cozze e le cannocchie.