Attraverso il rapporto dell’Istituto australiano delle scienze marine, si mostra uno ripopolamento significativo delle barriere coralline australiane. Questo è un fenomeno molto interessante vista l’attenzione della biodiversità sull’ecosistema Marino di questi ultimi anni.
Anche se questa è una buona notizia, i dati recenti sul riscaldamento climatico risultano comunque continuare a destare preoccupazioni.
Ogni barriera corallina è formata da rocce biogeniche. Attraverso la simbiosi con alghe coralline e altri animali acquatici, i coralli risultano essere molto importanti per la composizione di un’ecosistema straordinario, ossia quello delle barriere coralline.
Stiamo facendo riferimento ad un universo acquatico molto rigoglioso che rappresenta il 25% delle specie marine che al momento esistono.
Questo è un patrimonio di biodiversità sfruttato anche dall’uomo in quanto la pesca viene vista come una fonte di alimentazione oltre che ad un’ottima attività economica.
All’interno del rapporto annuale stilato tra il 2021 e il 2022 da parte dell’Istituto Australiano delle Scienze Marine, si è evidenziato che gran parte dei coralli della Grande barriera corallina, vedono una resilienza molto sorprendente in quanto la velocità di recupero è elevata anche a seguito di periodi stressanti.
Attraverso il rapporto si indica c’è stato un aumento della copertura passando dal 33% fino al 36%.
Questo è ciò che è accaduto nella parte settentrionale mentre in quella meridionale c’è ancora una diminuzione della presenza di barriera corallina di 4 punti percentuali.
Una perdita che, in base a ciò che affermano gli osservatori, è causato dagli stress termici degli oceani oltre che alle numerose epidemie dai parassiti.
Gli scienziati inoltre hanno spiegato che i colori vivaci dei coralli sono causati dalla presenza di alghe marine che vivono in simbiosi con i coralli.
Infatti, le alghe tramite la fotosintesi vanno a nutrire i polipi Corallini che forniscono fosforo, azoto e anidride carbonica alle alghe.
Il cambiamento di temperatura spinge i coralli a disfarsi di alghe e quindi ad eliminare la fonte di nutrimento. A seguito di uno sbiancamento causato dalla mancanza di alghe, i polipi Corallini non riescono a sopravvivere.
Il Centro di Ricerca sull’Ecologia Marina della Southern Cross University del Queensland ha dato inizio nel 2016 ad una tecnica di fecondazione in vitro per i coralli.
Gli scienziati vanno quindi a raccogliere lo sperma insieme agli ovuli dei coralli durante il periodo di riproduzione e coltivarli in vasche galleggianti speciali.
Nel momento in cui le larve sono mature, questa vengono rilasciate all’interno di luoghi in cui bisogna effettuare il ripopolamento dell’ambiente corallino.
Nel mare dei Caraibi invece si pratica il giardinaggio dei coralli tramite la tecnica della frammentazione dove ogni corallo del medesimo genotipo vene tagliato a metà e coltivato all’interno di vivai subacquei.
Così facendo si va a duplicare il numero delle cifre originali, facendo sì che si possono riprodurre migliaia di nuovi polipi Corallini.