A causa del cambiamento climatico, tra non molto anche il costo di una tazza di caffè subirà un notevole aumento. Ma cosa sta accadendo? Scopriamolo insieme, scendendo nei dettagli della questione.
Pare, infatti, che, in base ad uno studio portato avanti da Ethos Agriculture e Conservation International and Solidaridad, sembra che tra non molto si debbano fare i conti con una domanda in costante aumento e con una presenza ridotta di materiale che potrebbe causare un dimezzamento delle terre coltivabili già entro il 2050. Il tutto si tradurrebbe in un notevole aumento del costo del caffè. Un grande problema di cui si accorgeranno soprattutto coloro che non riescono a far iniziare la giornata senza una calda tazza fumante.
A causa della condizione climatica attuale, sembra che tra non molto anche il costo di una tazzina di caffè subirà un notevole aumento.
In poche parole, pare che il periodo del caffè a buon mercato e di qualità stia per terminare.
Tutto ciò accade a causa del costante aumento delle spese che i grandi produttori devono sostenere a causa del cambiamento climatico.
Pare che l’industria, in base a ciò che afferma lo studio, si trova a pagare le conseguenze di una domanda in costante aumento, oltre che a guadagni ridotti e ad una minaccia climatica con cui facciamo i conti tutti i giorni.
Insomma, tutto ciò potrebbe causare il dimezzamento di terre utili alla coltivazione, un qualcosa che potrebbe accadere entro il 2050.
Sembra che quindi la produzione subirà un incremento in direzione di regioni a differenze a quelli attuali, spostamento che avrà luogo anche in quanto la produzione dovrà adattarsi al regolamento Europeo riguardo alla deforestazione, la quale andrà a vietare, a partire dal 2025, la vendita all’interno dell’Unione Europea di tutto il caffè che è stato raccolto in zone tolte alla foresta.
Si tratta di un fenomeno che ha provocato la perdita di 130.000 ettari di foreste nel corso di un anno, un evento che si è verificato durante gli ultimi vent’anni.
Inoltre, prendendo come punto di riferimento sempre queste analisi, le nuove regole andranno ad estromettere dal mercato maggiormente i piccoli produttori africani.
Come ben sappiamo infatti, questi ultimi si trovano in una condizione svantaggiata in quanto non sono in grado di sostenere tutte le spese e sono supportati scarsamente dei governi.
Insomma, si fa riferimento ad una situazione che noi gli darà la possibilità di riuscire ad adattarsi agli standard che Bruxelles richiede.
Quindi, la produzione dei nomi più grandi si sposterà in regioni più sviluppate tra cui il Brasile, posto dove gli agricoltori hanno a disposizione di risorse maggiori per riuscire a prosperare.