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Economia e Finanza

Turno di notte, chi lo fa spesso può andare in pensione anticipata?

Il lavoro notturno è sicuramente diverso da quello che siamo soliti svolgere di giorno. Chi fa spesso il turno di notte può quindi richiedere la pensione anticipata? Scopriamolo insieme.

camion spazzatura- Oipamagazine.it

Non tutti possono godere del cosiddetto orario d’ufficio. E’ proprio per questa ragione che moltissime realtà lavorative si focalizzano su quelli che vengono definiti turni, una rotazione temporale dove i vari dipendenti coprono le fasce orarie nelle quali è doveroso prestare lavoro. Se non ci sono molte difficoltà per quanto riguarda il lavoro del mattino e quello pomeridiano, lo stesso non si può dire per quanto riguarda il turno di notte. Questo è spesso più pesante non per le azioni che si andranno a svolgere, ma per i ritmi che vengono letteralmente sconvolti. E’ proprio per questa ragione che non tutti sono disposti a lavorare durante questa fascia oraria. Chi lo fa abitualmente può ricevere dei benefici come la possibilità di andare in pensione anticipata? Ecco cosa abbiamo scoperto.

In che cosa consiste il turno di notte?

Il lavoro notturno è tutelato dalla Legge che, appunto, ne indica gli orari e le varie norme attraverso il Decreto Legislativo 66/2003. Molte aziende richiedono questa tipologia di contratto in quanto alcune mansioni lo prevedono come obbligatorio, mentre in altri contesti solamente durante questo momento della giornata possono essere portati a termine alcuni incarichi.

Pensione anticipata con il turno di notte – Oipamagazine.it

Il lavoratore notturno è colui che dedica almeno tre ore del suo tempo al lavoro che si svolge durante il periodo notturno. Rientra in questa categoria chi ricopre questa fascia oraria per almeno 80 giorni all’anno. Questa tipologia di lavoro è richiesta nelle fabbriche, in molte aziende, negli uffici di pulizia e soprattutto nelle case di riposo e negli ospedali.

La Legge tutela particolarmente il lavoro notturno in quanto si va a creare quello che viene definito rischio di alterazione del ciclo sonno veglia. E’ proprio per questa ragione che i lavoratori non devono superare le ore dedicate a questa tipologia di lavoro, poiché possono sviluppare malattie cardiovascolari e oncologiche così come condizioni di stress accentuato.

I lavoratori sono obbligati a lavorare di notte?

Non tutti i lavori richiedono di coprire il turno di notte, ma laddove questo fosse esplicato nel contratto tutti i lavoratori sono costretti a dare la propria disponibilità. Questo perché, come detto prima, alcune tipologie di lavoro prevedono la fase notturna, considerandola un momento di regolare attività lavorativa. Esistono però dei casi in cui tale obbligo può decadere.

Pensione anticipata per chi fa il turno di notte – Oipamagazine.it

La Legge individua infatti alcuni lavoratori che posso evitare questa incombenza qualora fossero in possesso di alcuni requisiti. Le madri non possono coprire il turno di notte se il bambino ha meno di 3 anni oppure se rappresentano l’unico genitore e il bambino abbia un’età inferiore ai 12 anni. Rientrano in questa fascia anche tutte le persone che sono affette da patologie come ad esempio il diabete. Stesso discorso per chi ha problemi agli occhi o è affetto da sordità.

I lavoratori notturni possono richiedere la pensione anticipata?

Il turno di notte viene considerato come gravoso, motivo per cui è lecito chiedersi se ricoprire questa posizione possa avere qualche beneficio in merito alla possibilità di andare in pensione prima del tempo.

In questo caso non si fanno distinzioni fra la tipologia di lavoro svolto e la categoria di appartenenza, in quanto chiunque lavori nelle ore notturne è visto come appartenente ad una stessa categoria. Secondo la Legge i lavoratori notturni hanno diritto ad un beneficio noto come Quota 97,6. Questo significa che potrebbero andare in pensione laddove l’età e l’unione dei contributi vadano a fornire come numero finale 97.6.

Per poter definire il lavoro notturno come usurante, chi svolge questa attività deve farlo per almeno sei ore consecutive, tre delle quali nella fascia temporale che va dalle 00 alle 5. In questo modo la mansione viene definita usurante e si avrà la possibilità di accedere alla pensione anticipata.

Per fare un esempio, un lavoratore di circa 61 anni potrebbe andare in pensione con meno di 36 anni di contributi e godere del trattamento pensionistico anticipato. Ovviamente bisogna tenere in considerazione altri fattori come il numero dei giorni lavorati in tutto l’anno e le varie ore in cui si è prestata la mansione.