Le vacanze estive sono finite per tutti e, puntualmente, torna il tema pensione nel 2024. Ma chi può ottenere la pensione anticipata o di vecchiaia? Scopriamolo.
A che punto è il discorso riforma pensioni? Un rebus di difficile soluzione. Anzi, voci affermano che la questione potrebbe prendere una piega negativa.
Ci sono pochi soldi per mandare avanti questa riforma, con il settore pensionistico che andrà ad assorbire nel 2024 almeno una decina di miliardi soltanto per la rivalutazione degli assegni da pagare per colpa dell’inflazione.
Uno dei rischi più alti è che, tra proposte, ritocchi o meno, si arrivi all’ennesima stretta che porti poi a tagli alle uscite.
Un po’ come è successo a Opzione Donna. Riservata alle donne lavoratrici, la sua deroga era qualcosa di intoccabile.
Lo stesso discorso vale per l’Ape Sociale, la quale doveva essere estesa a una più ampia platea di lavoratori gravosi, ma così non è stato.
Un contesto sicuramente poco rassicurante, con diversi lavoratori che non hanno la minima idea delle prospettive future per la pensione anticipata.
E Quota 103? Sarà ancora possibile oppure no? Intanto, da mesi vanno avanti i dibattiti inerenti a Quota 41 dai partiti e dalle sigle sindacali.
Come è sempre accaduto, la riforma delle pensioni trasforma ogni certezza in incertezza e viceversa, senza mai capire dove sta la verità. Bisognerà aspettare nuovi sviluppi.
Non è un balletto tipico del nostro Paese, ma ormai viene ballato ovunque in Europa e in altre parti del mondo.
D’altronde, la prima preoccupazione dei governi è quella di fare quadrare il bilancio a fine anno, con i lavoratori che si trovano in mezzo inermi e senza poter fare nulla.
L’unica certezza in questo ambaradan senza né capo e né coda è che Ape Sociale, Opzione Donna e anche Quota 103 hanno una durata massima di 12 mesi, a meno di proroghe dell’ultimo momento.
Per adesso, non ci sono novità per il prossimo anno, con il rischio concreto che le uscite anticipate potrebbero subire ulteriori restrizioni, vista l’attuale difficoltà di trovare nuove risorse che facciano quadrare i conti.
Vie da percorrere? Soltanto quelle che sono previste nella riforma Fornero. Stiamo parlando di pensione anticipata o ordinaria.
Alla prima ci si arriva dopo aver versato 42 anni e 10 mesi di contributi (un anno in meno per le donne), senza una specifica età anagrafica, mentre alla seconda a 67 anni e con 20 anni almeno di contributi versati.
A queste due strade aggiungiamo Quota 41 precoci, a cui si ci arriva dopo 41 anni di contribuzione, a patto che un anno è stato versato all’età di 19 anni.
Oltre a queste, non ci sono altre strade da percorrere. Bisogna soltanto attendere la nuova manovra finanziaria per comprendere esattamente cosa passa nella testa del Governo Meloni. Per adesso soltanto ipotesi, tipo la proroga di Opzione Donna e Ape Sociale.
A settembre ci sarà un altro incontro tra l’esecutivo di Governo e i sindacati. La speranza è di gettare le basi per tutte le aspettative per il prossimo anno sulla questione pensioni.
Siccome le risorse finanziarie, come detto in precedenza, sono risicate, senza tralasciare le indicazioni dell’OCSE e dell’UE in merito, è facile immaginarsi che le uniche novità potrebbero essere le proroghe per le deroghe attuali.
Ciò vuol dire che Quota 103 durerebbe un altro anno, mentre per Quota 41 l’attuazione si fa sempre più complicata.
L’Ape Sociale potrebbe andare avanti, visto che questa prestazione pensionistica è ad appannaggio dei lavoratori che vivono in condizioni disagiate.