Bisogna pagare l’IMU anche sulla seconda casa non abitata? Facciamo chiarezza e scopriamo cosa dispone la legge in merito.
La casa è un luogo sicuro, un posto felice dove tutti noi ci sentiamo a nostro agio. Averla significa essersi impegnati duramente, aver smosso sentimenti e fatto tantissimi sacrifici. Nonostante una persona abbia acquistato una casa però, è tenuta al pagamento di diverse tasse che, anno dopo anno, vanno ad aumentare sempre di più. Una delle più famose in questo settore è proprio l’IMU. Questo tipo di imposta ha subito notevoli cambiamenti nel corso degli anni. È quindi difficile capire se questa tassa debba essere pagata nei confronti della prima casa, figurarsi laddove si sia in possesso di una seconda casa disabitata. Come bisogna comportarsi in questi casi? Ecco che cosa dice la Legge a tal proposito.
Che cos’è l’IMU?
L’IMU è una sigla che sta ad indicare l’imposta municipale unica, ovvero una sorta di tassa su case di proprietà e immobili che può variare in base al periodo storico, ma anche al tipo di casa e al Comune di residenza.
Ovviamente non tutte le persone devono pagare l’IMU, ma solamente chi risponde a certi requisiti ben individuati dalla Legge.
Al momento il Governo ha disposto come l’IMU debba essere pagato per tutte quelle case che non risultano essere l’abitazione principale, quelle definite abitazioni signorili, terreni agricoli e le aree fabbricabili.
I proprietari di queste categorie di immobili devono pagare l’IMU così come chi ha un diritto reale sul bene oppure gode di situazioni come uso usufrutto o possesso di superficie.
È possibile pagare l’IMU anche per il coniuge che, in caso di divorzio, ha ricevuto come assegnazione proprio la casa di famiglia. Stesso discorso per i concessionari di aree demaniali e per chi gode di locazione finanziaria.
Va pagata anche sulla seconda casa?
L’IMU non deve essere pagata nel caso in cui si possegga una seconda casa che viene utilizzata come abitazione principale.
Ma che cosa bisogna sapere in merito a tutte le altre situazioni abitative di cui un utente può essere in possesso? A rispondere a questa domanda la Corte costituzionale, che si è per l’appunto occupata di approfondire tutte le questioni che gravitano intorno a questa fantomatica tassa.
L’organo giuridico ha quindi stabilito che l’IMU sulla seconda casa non deve essere pagato laddove all’interno della stessa viva una dei due coniugi che, per esigenze diverse, non può risiedere nella casa di famiglia. In questo caso il dovere di pagare la tassa viene meno, poiché per quel dato momento questa risulta essere l’abitazione principale rispetto ad uno dei due membri della coppia.
Secondo le regole disposte infatti, non si può applicare questo tipo di tassa all’abitazione principale e questo discorso si estende anche nel caso delle abitazioni secondarie che vengono abitate con frequenza dai vari membri della famiglia.
Si fa quindi riferimento ad un principio noto come scissione del nucleo familiare, che può avvenire sia all’interno della stessa città, prendendo come riferimento comuni diversi. La famiglia dovrà comunque dimostrare il motivo di tale scelta, giustificando per esempio motivi lavorativi non trascurabili. Un metodo per far verificare a presenza di qualcuno nella casa consiste nel presentare allo Stato le bollette che verranno percepite laddove la casa si utilizzasse in maniera costante.
Seconda casa: bisogna pagare l’IMU anche se l’immobile non è abitato?
Un’altra domanda molto comune riguarda invece le seconde case che risultano essere disabitate. Ovviamente la situazione cambia, poiché questa casa non è più vista come una risorsa fondamentale per la famiglia stessa, in quanto questa ha deciso di non servirsene in maniera duratura.
La Legge ha dunque stabilito che in tal caso il pagamento dell’IMU verrà dimezzato.
Stesso discorso se la casa risulta essere realmente disabitata o inagibile. Non si possono invece avere sconti se la casa è disabitata ma agibile o se è inagibile ma risulta comunque essere abitata.
L’unico metodo per uscire da questa situazione è procedere all’esecuzione dei lavori che potrebbero demolire la fatiscenza dell’immobile e renderlo adatto all’abitabilità.
Per ottenere questi sconti è comunque doveroso rivolgersi al Comune e far visionare l’immobile dall‘ufficio tecnico di competenza. Seguirà poi una perizia che, in caso di valutazione positiva, porterà ad una dichiarazione sostitutiva volta ad avviare le pratiche per ottenere lo sconto sul pagamento IMU.