Quella che affronteremo in questo articolo è una questione spinosa: Una foto fatta con intelligenza artificiale deve essere protetta da copyright?
Sono sempre più diffusi i software che, avvalendosi dell’IA (Intelligenza Artificiale), sono in grado di creare immagini dal niente basandosi sulle istruzioni che l’utente detta.
Il software più famoso si chiama “Midjourney”. Il punto non è tanto come funziona questo software, ma in che misura la foto creata con l’intelligenza artificiale va protetta con il copyright o diritto d’autore.
Nel caso in cui questa immagine venisse usata da terzi, in che modo il suo autore dovrebbe comportarsi se ne accorgesse?
Tutte le indicazioni che l’utente fornisce all’Intelligenza Artificiale che sta dietro al programma possono essere considerate patrimonio originale protetto da plagio? Una questione alquanto controversa.
Tutto è partito dagli Stati Uniti
Si chiama Matthew Allen l’artista che ha creato un’opera fotografica intitolata “Théâtre D’opéra Spatial”.
Un’opera questa che ha conquistato il primo posto in un concorso che è stato organizzato dalla fiera statale del Colorado nel 2022.
Successivamente, all’autore è stata poi negata la richiesta di proteggere l’opera da parte dell’ufficio copyright degli Stati Uniti.
Quale è stata la loro motivazione? L’immagine era nata grazie all’elaborazione del software Midjourney.
Secondo il loro parere, il copyright serve soltanto per proteggere le opere interamente create dalla mano umana.
L’artista ha calcato la mano, cercando di spiegare che la foto era stata personalizzata usando Photoshop.
Tramite il fotoritocco, Allen aveva corretta tutti i tipici difetti generati dall’IA usando Gigapixel AI per l’aumento della risoluzione e delle dimensioni.
Il suo intervento sulla foto trasformerebbe l’opera finale in una vera e propria creazione umana e non della macchina. Non c’è stato però verso: l’ufficio è rimasto sulla sua posizione.
Opere create con IA e protezione dal plagio
Quanto deciso dall’ufficio copyright statunitense apre una questione attualissima: tutelare il diritto d’autore anche per le opere create con l’IA.
La legge italiana non è diversa da quella statunitense in materia di diritti d’autore. L’opera deve essere non solo originale, ma anche realizzata dalla mano dell’uomo.
Tanto per fare un esempio, nel 2018 una sentenza ha stabilito che una foto scattata da un macaco in modo volontario andava ritenuta di dominio pubblico poiché gli animali non possono vantare alcun diritto d’autore.
Nella maggior parte delle Nazioni, il copyright ha un legame con l’autore umano. Per risolvere questo problema, l’unica strada è quella che porta al lavoro quasi nelle mani di un autore umano, con l’IA relegata a piccole e successive modifiche.
Ma c’è chi ritiene che il comando che viene dato a ChatGPT o a Midjourney andrebbe tutelato da copyright, soprattutto quando viene dettagliato.
La legge italiana cosa dice?
Entrando nel merito della legge italiana in materia, il diritto protegge quello d’autore di opere che sono state create da un team di persone o di una persona soltanto, a patto che queste opere sia creative e originali.
Perciò, allo stato attuale, tutte le opere artistiche, come immagini, testi, musica, ecc., che vengono create dall’IA non potranno essere protette dal diritto d’autore poiché è assente durante la loro creazione la mano dell’uomo.
Ciò implica che, diversamente dalle opere realizzate direttamente dall’uomo, quelle create da un software IA non sono considerate originali per pretendere di essere tutelate dall’utilizzo di terze parti.
Ciò vuol dire che tutti gli utenti sono liberi di prendere questo lavoro generato dall’IA e usarlo a proprio piacimento, senza rischiare l’accusa di violazione dei diritti d’autore o di plagio.
Questa questione non è affatto risolta qui, poiché il dibattito in tutto il mondo è molto acceso, con probabile modifiche in futuro.
Ci sono Paesi, tipo gli USA, dove sono in corso discussione per riformare la legge in merito al diritto d’autore, in modo da consentire alle opere realizzate con IA l’adeguata protezione.