Al fine di tenere sotto controllo il comportamento in rete, sono state realizzate delle nuove piattaforme europee il cui scopo è proprio quello di tenere al sicuro ogni utente.
Si tratta di una norma che è entrata in vigore da alcuni giorni e che riguarda i siti di e-commerce, i social network e i motori di ricerca insieme a tutte quelle società che propongono dei servizi on-line.
Maggiore attenzione e trasparenza verso i contenuti del web
Il 25 agosto è entrato in vigore il Digital Services Act (DSA) il quale comprende diverse norme europee riguardo alla tutela e alla trasparenza degli utenti oltre che alla lotta contro la disinformazione.
Ciò che chiede il DSA è che le piattaforme digitali siano quando più trasparenti possibili riguardo al modus operandi e che vadano a filtrare molto più attentamente tutti i contenuti ritenuti nocivi o pericolosi.
Inoltre le aziende dovranno eliminare i contenuti inopportuni e sospendere tutti quegli utenti che più di una volta sono stati responsabili di violazioni.
Se questo comportamento è illecito e viene portato avanti per più volte, ciò che rischia è una multa pari al 6% del fatturato annuale.
La vigilanza su piattaforme digitali molto grandi
Circa 20 anni fa nacque il DSA in qualità di aggiornamento di una direttiva sull’e-commerce.
Oggi invece questo va ad applicarsi ad ogni azienda presente sul web. In ogni caso i colossi che rientrano nella categoria di “Big Tech” hanno dovuto adeguarsi al più presto a tale norma
Questa legge però interessa soprattutto gli aspetti economici inerenti alle piattaforme online.
Infatti, ogni e-commerce dovrà obbligatoriamente riuscire a rintracciare il venditore in modo da non trovarsi di fronte ad una frode.
Inoltre dovranno anche mettere le mani sugli algoritmi di ricerca, facendo sì che gli utenti abbiano la possibilità di scegliere tra diverse alternative
È molto importante inoltre che i termini e le condizioni di utilizzo vengano mostrate in maniera chiara e semplice e in ogni lingua dei paesi che appartengono all’Unione Europea.
Infatti, accanto al DSA, l’Unione Europea ha dato vita anche ad un accordo sui mercati digitali conosciuto con il nome di Digital Markets Act.
Stiamo facendo riferimento ad un piano di regolamentazione il cui obiettivo è quello di eliminare il monopolio delle aziende Big Tech, andando così a contrastare ogni abuso.
Lo scopo quindi è quello di dare la possibilità di trovarsi di fronte ad un mercato più equo.
Il Digital Service Act visto come una misura indispensabile oppure come un rischio per il pluralismo?
Da quanto è stato introdotto il DSA, numerose sono le polemiche nate intorno a questo argomento.
Infatti da una parte c’è chi pensa che questa misura vada a fissare dei paletti molto chiari il cui obiettivo è quello di proteggere il web da comportamenti considerati scorretti, dall’altro invece c’è chi pensa che sia in arrivo un gran numero di censure per coloro che si allontanano dalle narrazioni mainstream, andando così a mettere il rischio il pluralismo dell’informazione.
Ciò che adesso dovrà fare l’Europa, è quella di riuscire a trovare un equilibrio tra il sanzionare ciò che è lecito e ciò che non lo è.