Un turista a Roma cerca un affittacamere per una sola notte? Con la nuova legge non potrà farlo. Ecco cosa è stato stabilito.
A differenza di un B&B o un hotel, prenotare una camera da un affittacamere comporta farlo per due notti almeno, altrimenti il contratto viene considerato nullo.
In questo caso, il proprietario della casa potrebbe rischiare una multa fino a 5.000 euro. Aggiungiamo che chi affitta oltre due appartamenti, verrà considerato alla stregua di un imprenditore, quindi obbligato ad adempiere burocraticamente come accade per coloro che esercitano attività commerciali.
Quanto detto sopra fa parte di un nuovo disegno di legge, il quale mira a rendere meno frequenti gli affitti brevi, ossia la locazione turistica, per sostenere invece il settore alberghiero.
È un provvedimento questo che vuole nuovamente bloccare la concorrenza avvantaggiando le attività tradizionali e nettamente più forti. La stessa cosa era accaduta tra UBER e i tassisti. Insomma, il nostro Paese non si smentisce mai.
Se dovesse essere approvato questo disegno di legge, il turista che cerca un letto per una notte soltanto con l’intento di risparmiare, soprattutto in città come Milano e Roma, dovrà per forza andare in un hotel e sborsare un bel po’ di soldi.
Analizziamo questo provvedimento e vediamo come cambierebbe in Italia il settore degli affitti brevi.
Le norme nuove andrebbe a colpire le locazioni di case con finalità turistiche, il contratto di affitto breve e il contratto transitorio che va da 1 a 18 mesi.
La legge attuale, modificata con la Legge di Bilancio 2021, afferma che il regime fiscale per le locazioni che arrivano fino a 30 giorni (la cedolare secca del 21% potrebbe essere sfruttata in questi casi) viene riconosciuto soltanto se la destinazione della locazione breve non coinvolge oltre quattro appartamenti per ogni periodo di imposta.
Se questa soglia dovesse essere superata, l’attività assume la forma imprenditoriale, in base a quanto affermato nel Codice Civile dall’art. 2082.
Se dovesse essere approvata dal Parlamento la riforma, il limite verrebbe abbassato a due appartamenti.
Praticamente, da tre alloggi in poi il locatore dovrà aprire una partita IVA e presentare la SCIA presso il SUAP (Sportello Unico per le Attività Produttive).
Il nuovo disegno di legge obbligherebbe i proprietari di case ad affittare una stanza per due notti consecutive almeno, pena il pagamento di una sanzione che va da 1.000 a 5.000 euro.
Quanto detto vale soltanto nei Comuni che sono capoluogo di Provincia, ovvero Bari, Cagliari, Bologna, Firenze, Catania, Messina, Genova, Napoli, Milano, Reggio Calabria, Palermo, Torino Roma e Venezia.
Nelle città di cui sopra coinvolte nel nuovo limite, il limite imposto per le locazioni brevi non ha valore al di fuori del centro storico cittadino.
Non c’è soltanto il limite delle due notti per disincentivare le locazioni turistiche. Infatti, il disegno normativo vuole imporre diversi obblighi, che porteranno a un incremento dei costi per chi affitta una stanza.
Per esempio, bisognerà rispettare tutte le norme che prevengono la formazione di incendi, obbligando i locatori a dotarsi di dispositivi che rilevano il monossido di carbonio in ogni stanza.
C’è anche il divieto di affittare stanze ai turisti se gli impianti non sono sicuri e se l’appartamento è privo dei requisiti igienico-sanitari.
Viene menzionata anche l’intenzione di estendere la responsabilità del pagamento del contributo di soggiorno o dell’imposta.
In pratica, tali pagamenti cadrebbero anche nelle responsabilità dei portali telematici e dell’agenzie immobiliari, anche quelli che sono intervenuti nel contratto di locazione turistica di strutture extra-alberghiere o alberghiere.
Infine, i locatori dovranno richiedere il CIN (Codice Identificativo Nazionale) al Ministero del Turismo, il quale, oltre ad alimentare la banca dati, andrà anche a sostituire i CIN regionali che sono stati già rilasciati.
Se un immobile privo di CIN viene affittato, si rischia una sanzione che va da 800 a 8.000 euro.