La Legge 104 si occupa di tutelare molti individui. Questo tipo di assegno spetta anche ai bambini dislessici o affetti da DSA? Ecco cosa abbiamo scoperto.
Al mondo esistono moltissimi disturbi che possono incidere sulla qualità di apprendimento dei bambini. Tra questi rientrano la dislessia e il DSA, due patologie davvero molto invalidanti, specie se non trattate a dovere. Per cercare di aiutare gli individui in difficoltà sono stati promossi degli interventi speciali da parte dello Stato e della Previdenza Sociale. Tra questi figura anche la Legge 104. Ecco che cosa sappiamo su questa legge e, soprattutto, cerchiamo di capire se la stessa può essere concessa a chi soffre di questi disturbi.
Che cosa si intende per dislessia e DSA?
La dislessia è una malattia, un disturbo che appartiene allo spettro dei disturbi dell’apprendimento. Si tratta di una condizione molto diffusa, specialmente tra i più piccoli. Questa comporta grandi difficoltà nella lettura e nella scrittura, ma questo non vuol dire che chi ne è affetto sia meno intelligente delle persone normodotate.
Secondo gli studi, questa condizione può colpire fino al 20% della popolazione e pare che alcuni fattori ambientali e genetici possano esserne responsabili. Per diagnosticare questa condizione devono manifestarsi delle grandi caratteristiche come limiti nella distinzione dei segni, problematiche nella riproduzione di alcuni suoni e molto altro ancora.
Con il termine DSA, invece, si fa riferimento a delle problematiche note come disturbi specifici dell’apprendimento. E’ un quadro più generico che include la presenza di più disturbi come disgrafia, dislessia, discalculia e disortografia. Se non trattati questi disturbi possono peggiorare con il tempo, ma per fortuna sono presenti molte terapie per trattare il problema nella prima infanzia.
La Legge 104: nuove tutele per la popolazione
La Legge 104 è una legge specifica il cui scopo consiste nel riconoscere e tutelare tutti coloro che risultano essere portatori di handicap e svantaggi sociali. La riforma è l’ideale per tutelare le persone disabili che non riescono ad integrarsi nella società. Al momento ad usufruirne sono i disabili gravi, parenti, genitori e affini di portatori di handicap fino al 3° grado, apolidi e stranieri.
Questa legge offre la possibilità di usufruire di permessi extra sul posto di lavoro e dei limiti che non possono vincolare il genitore laddove il figlio avente diritto sia minorenne. Esiste poi la variante del congedo straordinario, un periodo di inattività dal lavoro per un periodo massimo di circa due anni. Queste persone hanno anche dei privilegi per quanto riguarda la scelta del posto di lavoro e un rifiuto in caso di trasferimento.
La Legge 104 spetta ai dislessici e DSA?
In molti si chiedono se persone dislessiche o affette da DSA possano ricevere la 104 oppure no. Al momento l’INPS non ha ancora fornito delle linea guida sulla questione, ma pare che chi soffre di questi disturbi non sia ammesso tra coloro che possono beneficiare di questo trattamento.
Questo perché non esiste una causa fisica o psichica da ritenersi responsabile per le difficoltà esposte nell’apprendimento. E’ quindi molto difficile ottenere un riconoscimento valido e nemmeno i permessi che solitamente sono concessi da questo tipo di provvedimento in altri contesti.
Salgono leggermente le possibilità di ottenere la presenza di un insegnante di sostegno a scuola, ma anche in qualche caso l’iter è molto lungo da seguire e vede la presenza di moltissimi ostacoli da sormontare. In questo caso si avrebbe la possibilità di ottenere qualche supporto laddove l’insegnante di sostegno godesse di qualche ora extra da riservare a un portatore di DSA.
Tutto questo è molto raro perché le ore di supporto sono davvero molto poche e spesso gli insegnanti di sostegno vengono assegnati ad un determinato studente affinché possa intraprendere un percorso formativo personalizzato. Lo stesso discorso vale nei confronti di una persona affetta da dislessia, in quanto questo disturbo non viene considerato così grave da incidere negativamente sull’apprendimento dello studente.
Forse, con il tempo, le cose cambieranno ma per il momento la strada è ancora lunga. Sicuramente anche i portatori di queste patologie meritano le dovute attenzioni e tutele e lo Stato si deve apprestare a tutelare al meglio questo aspetto.