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Parco acquatico: “Non siamo l’INPS”, rifiutano di far entrare gratis il figlio cieco

La storia di cui vogliamo parlare oggi ha dell’assurdo. Parla infatti di un ragazzino cieco a cui è stato vietato l’ingresso gratuito in un parco acquatico. Ecco cosa è successo.

Parco acquatico – oipamagazine.it

Non tutti hanno la fortuna di nascere sani ma comunque la società odierna offre agli svantaggiati dei mezzi per vivere un’esistenza il più dignitosa possibile. Esistono tanti strumenti di supporto grazie ai quali è possibile adeguare le proprie competenze ma, in alcuni casi, sono proprio i fattori esterni a giocarci contro. Questo lo sa bene un povero ragazzino cieco, il quale si era recato in visita con la famiglia presso un noto parco
acquatico. A quanto pare fin qui nulla di strano, se non fosse che ad un certo punto qualcuno ha deciso di negare l’ingresso gratuito nel parco al suddetto ragazzo. Che cosa è successo?

In che modo i disabili sono vittime dei pregiudizi sociali?

Molte volte il diverso spaventa, anche se dovrebbe essere fonte di arricchimento culturale. Per fortuna al mondo non siamo tutti uguali, ma spesso non cogliamo l’importanza di questa diversità, spaventandoci per tutto ciò che non siamo portati a riconoscere come simile a noi.

Parco acquatico rifiuta sconto a ragazzo cieco- Oipamagazine.it

Per alcune persone la vita è tutt’altro che facile, in quanto subentrano delle condizioni che vengono definite dalla medicina come handicap. Queste hanno a che fare con la mobilità ridotta, con disturbi di tipo cognitivo e sensoriale, ma anche come menomazioni di tipo fisico ovvero la sordità e la cecità.

Queste persone hanno bisogno di un occhio di riguardo in più, motivo per cui sono spesso aiutate dalla società e ricevono una pensione di invalidità o accompagnamento. Allo stesso modo possono ricevere molti sconti quando si recano in strutture che devono far di tutto per accoglierle. Questo almeno in linea teorica poiché poi, nella realtà dei fatti, ci ritroviamo a scontrarci con quelle che vengono definite barriere architettoniche.

Queste non sono solamente fisiche, come ad esempio uno scalino troppo alto, ma anche mentali e culturali, se pensiamo che dall’altra parte esistono delle persone che fanno discriminazioni. Dobbiamo però ricordarci che un disabile non ha nulla in più o in meno di noi, ma solamente un modo diverso di vedere e relazionarsi alla vita.

Ragazzo cieco discriminato al parco acquatico: cosa è successo?

La storia che vogliamo raccontarvi oggi si è verificata presso un parco acquatico pugliese. Si tratta di una zona che durante la stagione estiva raccoglie un grande consenso, in quanto è destinata a tutti coloro che, per un motivo o per l’altro, non possono partire alla volta del mare.

Parco acquatico discrimina un ragazzo cieco – Oipamagazine.it

Si trovano infatti delle piscine bellissime alle volte dotate di scivoli e attrazioni in grado di far divertire tutti. Ovviamente il parco acquatico è aperto anche ai disabili, ma non tutti i dipendenti riescono ad essere solidali con le persone meno fortunate. Una signora ha deciso di portare il figlio cieco presso una di queste strutture, sperando di poter beneficiare degli sconti e delle tutele che, solitamente, questi posti offrono a queste categorie.

Al momento di pagare il biglietto però, la signora è stata discriminata,. Le hanno detto che il ragazzo per poter entrare doveva pagare il biglietto, in quanto certi favori li poteva fare solo l’INPS e non di certo dei semplici cassieri. Questo ha sbalordito tutti i presenti, in quanto i ragazzi in questione hanno supposto come il ragazzo non fosse invalido o almeno non nelle percentuali che avrebbero favorito l’elargizione del biglietto gratuito.

Si può effettuare una discriminazione per quanto riguarda la disabilità?

A quanto pare il ragazzo di 16 anni è stato discriminato non perché cieco, ma perché le agevolazioni previste dalla struttura riguardavano solamente coloro che erano affetti da difficoltà di tipo motorio. I genitori del ragazzo hanno però fatto presente come lo stesso necessitasse di assistenza, ma questo non è bastato per far cambiare idea ai gestori.

La mamma si è dunque lamentata delle differenze che la società fa le disabilità, in quanto in questo caso non esiste un livello peggiore o superiore, ma solamente una differenziazione di problematiche. La donna ha fatto presente come vivere questa situazione giornalmente non sia facile e di come certi individui non facciano che peggiorare tutto ciò che lei prova da quando il ragazzo è venuto al mondo.

Purtroppo questa non è la prima denuncia che perviene per questi motivi, in quanto sono davvero troppe le persone che, per un motivo o per l’altro, vengono discriminate a causa della loro disabilità. Si spera dunque che la società possa prendere dei provvedimenti al riguardo e rendere più facile l’identificazione di tale patologia, in modo da tutelare al meglio ogni forma di disabilità.