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Economia e Finanza

Ottima novità per queste donne che potranno andare in pensione nel 2024: la lista

In questi ultimi anni, uno degli argomenti che sta più a cuore agli italiani è: quando riuscire ad andare in pensione dopo molti anni di lavoro. Ecco un’ottima novità per le donne nel 2024.

Pensione INPS 2024-oipamagazine.it

Il tema delle pensioni è sempre stato molto discusso e al centro di moltissime norme. Tuttavia, le ultime misure previste dal Governo nella legge di Bilancio 2023, sono stati fatti tanti (forse troppi) errori e si sta valutando il da farsi per correggerli. Vediamo insieme le grandi novità.

Opzione donna, si ritorna indietro

Nel 2024 si prevede una una nuova riforma in tema di pensioni e ci dovranno essere delle grandi variazioni e modifiche soprattutto per quello che riguarda le donne. Queste ultime rappresentano la categoria più penalizzata in tutta la riforma e la nuova Legge di Bilancio dovrà fare chiarezza.

pensione donna 2024 – Oipa.it

Pensando un momento a quella stipulata nel 2023, possiamo dire che un gran numero di donne sono state penalizzate e solamente un centinaio sono riuscite ad andare in pensione con l’Opzione donna. E’ stato dimostrato che le donne fanno molta più fatica rispetto agli uomini a raggiungere i contributi in relazione agli anni lavorati che ad oggi sono fissati a 41.

A questo punto ci si aspetta delle correzioni e modifiche che sono pronte per essere attuate. Tuttavia, il Governo sta aspettando di capire quali e quante risorse avranno a disposizione prima di poter agire con una nuova manovra. Ad ogni modo, in questi ultimi periodi sono già state avanzate delle ipotesi. Vediamole di seguito.

Ipotesi sul cambiamento della Legge sul Bilancio 2023

Il sottosegretario del Ministero del lavoro, Claudio Durigon, non molto tempo fa aveva affermato che la Legge di Bilancio del 2023 non gli piaceva in quanto penalizzava troppo le donne. Infatti, secondo lui il calcolo basato interamente sui contributi non va bene. Per questo motivo si sta pensando di fare un salto nel passato, almeno in parte, all’Opzione donna.

In questo caso si andrebbe ad eliminare quel requisito contributivo che tanto ha penalizzato quest’anno. Infatti, nel 2023 ad andare in pensione con questa opportunità sono state poche centinaia di donne. Tale requisito è troppo restrittivo insomma. Per chi non lo sapesse, oggi le donne che possono accedere a questa opzione sono le lavoratrici licenziate da aziende in crisi, caregiver e invalide. In passato invece, era una possibilità aperta a tutte.

A quanto pare, ora si spera di tornare a quei tempo, anche se verrebbe mantenuto come requisito l’età anagrafica prevista dall’ultima manovra. Non si parla più quindi di 59 anni per le lavoratrici autonome e 58 per le lavoratrici dipendenti, ma di 60 per tutte le categorie. A ciò si potrebbe aggiungere una riduzione di ben 12 mesi per ogni figlio avuto. Nessuna novità invece è prevista per il requisito sui contributi che rimarrebbe 35 anni.

Sconti per la pensione in relazione alla vecchiaia

Il tema della pensione sta a cuore a quasi tutti i lavoratori anche perché ultimamente i requisiti per accedervi sono molto restrittivi e la maggior parte delle persone sono molto stanche. Il Governo, oltre all’Opzione donna, sta valutando anche un’altra opportunità ossia quella del ritorno della Quota 96.

Questo provvedimento era in auge fino alla salita della Fornero che ha deciso di eliminare questa Riforma inserendo quella sulla Pensione anticipata. Quota 96 non ha alcuna penalizzazione in uscita, a differenza di Opzione donna, e consente di andare in pensione a 35 anni di contributi e 61 di età anagrafica.

Questa intenzione, almeno secondo le prime ipotesi, sarebbe rivolta ai lavoratori gravosi e usuranti, ma si spera di introdurre il provvedimento anche alle lavoratrici. Un’altra grande ipotesi che sta alimentando le camere del Governo è quella di estendere la possibilità dello sconto sulla pensione a tutte le lavoratrici.

In buona sostanza, si pensa di ridurre l’età pensionabile a 4 mesi per ogni figlio presente nel nucleo familiare, fino ad un periodo massimo di 12 mesi. Facendo un esempio, una donna lavoratrice che ha avuto tre figli potrà andare in pensione con 20 anni di contributi e 66 anni anagrafici.

L’idea però, sarebbe quella di includere anche tutti coloro che hanno uno storico di contributi versati fino al 31 dicembre del 1995 e che hanno il calcolo pensionistico basato su un sistema misto. Tuttavia, queste sono solo ipotesi e supposizioni e per avere qualcosa di certo tra le mani bisognerà attendere di capire quali e quante risorse il Governo metterà a disposizione per tale provvedimento.