Nel momento in cui si parla di divorzio o di separazione, in genere i figli vengono affidati ad ognuno dei due genitori.
Attraverso l’affidamento condiviso, sia la madre che il padre continuano ad esercitare la propria responsabilità sui figli. In poche parole, è loro compito continuare a mantenerli, educarli e istruirli anche se non vivono più con loro. Ma quali sono le regole che riguardano invece l’affidamento esclusivo? Vediamo insieme di scoprire qualcosa di più su questo argomento.
Fino ad alcuni anni fa, ossia fino al 2005, uno degli affidamenti più diffusi era quello esclusivo dei figli verso la madre.
Infatti, fino ad allora, l’80% dei casi di divorzio vedevano un affidamento di minori alla madre.
Invece, nel 2018, sono state 75.760 le separazioni con figli in affidamento condiviso mentre, gli affidamenti esclusivi alla madre sono stati soltanto 2.4609 contro i 436 casi in cui l’affidamento esclusivo è stato dato al padre.
Quindi, nel momento in cui una coppia chiede il divorzio o si separa, spetterà al giudice decidere a chi affidare i figli.
Nella maggior parte dei casi quindi, la regola che prevale è quella riguardo l’affidamento condiviso di ognuno dei due genitori i quali continuano ad essere responsabili del mantenimento, dell’educazione e della cura dei figli.
Anche se si tratta di affidamento condiviso, il compito del giudice sarà quello di stabilire dove il figlio andrà a vivere.
In molti casi anche se i figli vengono affidati sia alla madre che al padre, tutto stesso capita che questi vengono collocati presso la madre e che hanno la possibilità di incontrare il padre soltanto durante orari e giorni che il giudice ha stabilito.
Nel caso in cui uno dei due genitori non riesce a portare a termine il proprio compito, il giudice dovrà procedere alla disposizione dell’affidamento esclusivo del figlio verso l’altro genitore.
Solo nel momento in cui l’affidamento condiviso potrebbe essere dannoso per il minore, il giudice ha la possibilità di decidere di affidare il figlio soltanto alla madre o al padre.
E’ molto importante notare che l’affidamento esclusivo viene disposto soltanto nel momento in cui si parla di figli nati all’interno di coppie che non si sono sposate.
Inoltre, quando si parla di affidamento esclusivo, tutti e due genitori continuano ad essere titolari della responsabilità genitoriale sulla prole anche se si tratta di un qualcosa che verrà esercitato soltanto dal genitore che ha ricevuto l’affidamento.
L’altro genitore ha invece il compito di verificare che i figli ricevano la giusta educazione e istruzioni e quindi possono intervenire ogni qualvolta ritengono che l’affidatario si stia comportando senza tener conto degli interessi del figlio.
Quindi, ogni decisione di interesse maggiore per i figli spetta ad entrambi i genitori.
Inoltre, il genitore non affidatario ha la possibilità di incontrare il figlio minore avvalendosi delle modalità che il giudice ha stabilito.
Ci sono casi in cui il giudice può anche prendere la decisione di eliminare del tutto il diritto di visita del genitore che non ha ricevuto l’affidamento nel momento in cui tali visite possono portare pericolo al minore.
Questo è ciò che si verifica nel momento in cui si tratta di un genitore tossicodipendente, violento o che è affetto da malattie che ne limitano l’autocontrollo e l’autonomia.
In base a ciò che abbiamo detto fino ad ora, sappiamo che l’affidamento esclusivo dei figli viene disposto nel momento in cui la madre o il padre non riesce a portare a termine il proprio ruolo.
Questo evento si verifica anche nel momento in cui è presente una conflittualità molto forte tra i genitori, un sentimento che non riescono a tenere sotto controllo nemmeno di fronte ai figli oppure nel momento in cui il comportamento dei genitori va a causare pericoli al figlio stesso.
Si tratta di un qualcosa che può essere disposto anche nel momento in cui ad uno dei genitori viene diagnosticata una malattia grave che diminuisce ogni capacità psichica o fisica oppure nel momento in cui il soggetto in questione risulta essere drogato, alcolizzato o violento.
Inoltre l’affidamento esclusivo è stato disposto anche nel momento in cui:
Invece, parlando di affidamento esclusivo non disposto, ecco in quali casi tutto ciò si può verificare:
Per riuscire ad ottenere l’affidamento esclusivo dei figli, è importante chiedere supporto ad un tribunale.
Per farlo, il genitore che avanza la richiesta di affidamento esclusivo, deve impegnarsi a dimostrare che l’altro genitore è incapace e che quindi la sua presenza può costituire un pericolo per il minore.
È importante sapere che la legge va punire il genitore che va a chiedere l’affidamento esclusivo solo per un vendetta personale o per motivi di ricatto.
Il rischio che corre quest’ultime è quello di pagare un risarcimento dei danni oppure di non avere più l’affidamento del minore, andando così ad avvantaggiare l’altro genitore.
Nel caso in cui il giudice prende la decisione di accogliere la richiesta di affidamento esclusivo, bisognerà che tale decisione venga motivata andando quindi a spiegare per quale motivo il genitore affidatario viene considerato capace di curare e seguire i figli, un qualcosa che invece l’altro genitore non è capace di svolgere.
Quindi, con l’affidamento esclusivo, le decisioni più importanti sui figli, ossia quelli che riguardano la salute, l’istruzione e l’educazione, devono essere prese sia dalla madre che dal padre.
Ci sono casi in cui il giudice, nel momento in cui si trova di fronte a situazioni molto gravi, può decidere che il genitore affidatario può prendere ogni decisione nell’interesse del figlio, decisioni che riguardano anche la sfera della salute, dell’istruzione e dell’educazione.
Questo è un qualcosa che può fare senza essere costretto a consultarsi con l’altro genitore.
In casi del genere, si fa riferimento all’affidamento super esclusivo oppure conosciuto anche con il nome di affidamento esclusivo rafforzato, una soluzione di cui il giudice può disporre nel momento in cui crede che il genitore non affidatario sia incapace nel curare i propri figli.
Si tratta di un provvedimento che può essere messo in atto ogni qualvolta la situazione è talmente grave da non riuscire a giustificare una pronuncia di decadenza verso la responsabilità genitoriale.