Diversi pensionati italiani riceveranno un importo maggiore sul proprio cedolino ogni mese. A chi facciamo riferimento? Ecco le ultime novità.
Nel nostro Paese ci sono oltre 16 milioni di persone che hanno terminato la propria attività lavorativa e che sono entrati nel tanto agognato mondo della pensione. Nonostante tutte le incongruenze e le difficoltà nel capirne il corretto funzionamento, potersi godere il meritato riposo dopo una vita di sacrifici è fondamentale.
Le regole per poter accedere alla pensione sono variabili in base al singolo caso di ogni contribuente. In linea di massima, con almeno 20 anni contributi versati sarà possibile andare in pensione – detta di vecchiaia – al raggiungimento dei 67 anni di età.
Chi ha versato almeno 42 anni e 10 mesi di contributi, poi, potrà dire addio prima al mondo del lavoro e godersi una nuova fase della propria vita ben prima dei 67 anni. Si chiama pensione anticipata e per le donne si avrà bisogno di un anno in meno di contributi versati per poterla ricevere.
Come ovvio che sia, non tutte le somme mensili sulla pensione saranno uguali per tutti i pensionati. C’è chi avrà una pensione abbastanza alta e chi, invece, vedrà di gran lunga ridursi l’importo mensile rispetto allo stipendio medio da sempre percepito.
Mediamente, ogni persona vedrà ridursi del 50% circa le entrate rispetto a prima. Anche per questo motivo, il nostro consiglio sarà sempre quello di pensare in anticipo a tutto ciò garantendosi una pensione ancora più dignitosa per mezzo di integrazioni costanti nel corso degli anni.
Molte banche propongono piani di pensione integrativa o semplici piani di accumulo per permettere un mantenimento dello stesso tenore di vita anche dopo la fine dell’occupazione.
In questo articolo, però, vogliamo far scoprire ai nostri lettori quali pensionati potranno contare su introiti maggiori da qui in avanti sul proprio cedolino mensile. Ecco tutti i dettagli a riguardo.
A causa dell’inflazione e del costo della vita in aumento, le pensioni in questo 2023 hanno subito delle rivalutazioni. Tutti i pensionati, a prescindere dal reddito, hanno visto aumentare di qualche decina di euro ogni mese l’importo spettante.
Un qualcosa che non ha certamente risolto i problemi economici di molti pensionati, ma che ha dato solo una piccola boccata d’ossigeno. L’aumento è stato del 7,3% per tutti i pensionati, compresi tutti quelli in possesso del trattamento minimo pensionistico da parte dell’INPS.
In questo articolo, però, vogliamo accennare a un’ulteriore novità rispetto a tutti gli aumenti previsti nella Legge di Bilancio del 2023 da parte del Governo Meloni. A poter beneficiare degli aumenti sulle pensioni – che spetteranno a queste persone in futuro – saranno alcuni dipendenti pubblici.
Scopriamo tutti i dettagli su questo argomento e cosa accadrà nel concreto in futuro. Ecco tutto quello che bisogna sapere.
L’aumento verrà dato per effetto del rinnovo del contratto sugli anni compresi fra il 2016 e il 2018 e spetterà non a tutti i dipendenti pubblici, bensì solo a chi svolge mansioni in determinati ambiti. La base pensionabile si alzerà e gli effetti benefici di questa mossa si vedranno in futuro sull’effettiva pensione.
Gli aumenti in tal senso, poi, non faranno riferimento solo alla pensione, ma anche al vero e proprio TFR. Sia sulla pensione che sul TFR, quindi, ci saranno importanti aumenti in futuro per alcuni dipendenti pubblici.
Sarà obbligatorio, però, che questi lavoratori siano impegnati nell’ambito della sanità, dell’istruzione e della ricerca, delle funzioni centrali e delle funzioni locali.
I benefici per questi dipendenti pubblici, poi, non si avranno solo in futuro, ma anche nell’immediato. Per effetto di questo elemento perequativo sul rinnovo del contratto di lavoro, infatti, anche l’attuale stipendio si alzerà di circa 20 o 30 euro al mese, a seconda dei casi e delle singole mansioni di ogni lavoratore.
Una doppia buona notizia per i dipendenti pubblici operanti nei settori menzionati in precedenza.