La data di decorrenza effettiva delle dimissioni può variare di caso in caso. Di seguito, cercheremo di darti informazioni dettagliate sotto questo aspetto.
Dare le dimissioni dalla propria mansione è una scelta sicuramente non banale. Chi lo fa, però, avrà le sue buone ragioni. Molto spesso a incidere su questo cambiamento ci sarà la possibilità di migliorare la propria condizione dal punto di vista dello stipendio con un altro lavoro.
Altre volte, invece, la necessità di trasferirsi in un’altra zona in Italia o nel mondo potrebbe obbligare una persona a prendere una decisione drastica.
I motivi che possono portare alle dimissioni, poi, possono far riferimento anche a un rapporto ormai logoro e compromesso con i capi o con i colleghi o la semplice ricerca di nuovi stimoli da qualche altra parte.
I casi più gravi in riferimento al fatto di voler rassegnare le proprie dimissioni, poi, possono essere legati anche a minacce, mobbing o mancati pagamenti.
A prescindere da quale sia la causa di questa scelta, è importante avere le idee ben chiare per il futuro, in modo tale da non ritrovarsi “scoperti” e senza lavoro nei mesi successivi alle dimissioni. Un aspetto molto importante, specie in un momento così difficile dal punto di vista economico.
In questo articolo vogliamo informare i nostri lettori sulla data esatta in cui scatterà la decorrenza delle dimissioni. Ecco come fare il calcolo e a cosa prestare attenzione.
Decorrenza delle dimissioni, quanti giorni di preavviso occorrono?
Quando si decide di rassegnare le dimissioni è molto importante considerare l’aspetto relativo al preavviso da dare alla propria azienda.
Questo aspetto è fondamentale per i lavoratori in possesso di contratto a tempo indeterminato, mentre non è una discriminante da tenere in conto per chi è assunto a tempo determinato.
Il tuo datore di lavoro, dunque, dovrà essere informato con un po’ di anticipo sulla tua decisione, in modo tale da avere il tempo di cautelarsi a sua volta.
Quando si avvia il procedimento relativo alle dimissioni sarà necessario indicare anche la voce riguardante la data di decorrenza delle medesime. Il giorno giusto da immettere potrebbe variare di caso in caso.
Normalmente, però, il preavviso sarà indicativamente di 15 giorni. Dal sedicesimo giorno in poi, quindi, le dimissioni saranno realmente effettive e il lavoratore sarà “libero” di trovarsi un’altra occupazione.
In pratica, se la comunicazione al datore di lavoro dovesse essere inviata il primo giorno del mese, allora la data di decorrenza effettiva delle dimissioni scatterà il giorno 16.
Il giorno di decorrenza delle dimissioni, poi, potrebbe anche combaciare con una domenica o con un giorno festivo, a patto che tale aspetto non venga negato espressamente dal contratto di lavoro sottoscritto.
Il calcolo della data di decorrenza delle dimissioni
La data di decorrenza delle dimissioni che abbiamo indicato nel paragrafo precedente, però, non sarà fissa per tutti. Potrebbe variare, infatti, in base al contratto di lavoro posseduto e agli anni di anzianità.
Alcuni Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro, infatti, prevedono tempi diversi sotto questo aspetto, in merito alla mansione svolta, al livello di inquadramento nell’azienda e agli anni di anzianità.
In alcuni casi specifici, infatti, non varrà la regola relativa ai 15 giorni “classici”, indicati in precedenza, ma il preavviso dovrà essere fatto 20 o 30 giorni prima. In alcuni casi specifici, poi, tale preavviso potrebbe arrivare addirittura fino a 3 mesi o 6 mesi prima delle effettive dimissioni.
Facendo qualche esempio, se sei in possesso di un CCNL Metalmeccanica, hai un determinato inquadramento aziendale e lavori da meno di 5 anni in quell’azienda, allora il preavviso potrebbe arrivare fino a 30 giorni.
Per un CCNL del settore Terziario, invece, se hai un’anzianità di oltre 10 anni nell’azienda e un inquadramento elevato, allora il preavviso potrebbe arrivare anche a 3 mesi.
Occorre informarsi molto bene sotto questo aspetto, in modo tale da non essere impreparato e ricevere brutte sorprese al momento delle dimissioni.
In linea di massima, chi svolge un ruolo di prim’ordine e ha molti anni di anzianità alle spalle, allora dovrà far partire le “pratiche“ con molto anticipo, dando l’adeguato preavviso al datore di lavoro.