Ogni pensionato sa bene quanto il proprio assegno mensile sarà inferiore rispetto allo stipendio medio che aveva. Ecco le soluzioni per avere più soldi sul cedolino.
Quando si esce dal mondo del lavoro la vita di ogni persona cambia in modo abbastanza netto. Ognuno, infatti, dirà addio alla precedente routine quotidiana e percepirà un assegno pensionistico. Esso sarà variabile in base agli anni di lavoro svolti e, quindi, ai contributi versati nel corso del tempo.
Le regole generali per uscire dal mondo del lavoro e godersi la meritata pensione sono diverse. Se hai raggiunto i 67 anni d’età – con almeno 20 anni di contributi regolarmente versati – ecco che potrai contare sulla cosiddetta pensione di vecchiaia.
Come molti ben sanno, però, esistono tanti metodi per poter anticipare la fuoriuscita dal mondo del lavoro e il conseguente ingresso nel sistema pensionistico. Se avrai iniziato a lavorare molto giovane e la tua continuità sarà stata massiccia negli anni, potrai raggiungere i 42 anni e 10 mesi di contributi versati.
Sarà questo il traguardo che dovrai raggiungere per avere diritto alla cosiddetta pensione anticipata. Ben prima dei 67 anni, dunque, sarà possibile dire stop al lavoro e ricevere la pensione ogni mese. Per le donne, il limite di contributi da raggiungere al momento è fissato sui 41 anni e 10 mesi.
Esistono, poi, altre soluzioni maggiormente specifiche che permetteranno di differenziare le situazioni di ogni contribuente. L’accesso alla pensione, infatti, potrà essere strutturato e regolarizzato anche in base all’effettivo lavoro svolto. Esistono, per esempio, lavori usuranti che consentiranno di terminare prima la propria attività lavorativa.
Al netto di tutti questi discorsi, in questo articolo vogliamo indicare alcuni metodi legali per poter avere più soldi ogni mese sul proprio cedolino pensionistico. Quali? Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Come tutti ben sapranno, la pensione sarà di gran lunga inferiore rispetto agli stipendi medi percepiti nel corso della propria attività lavorativa. Anche in questo caso, le differenze saranno più o meno evidenti rispetto al singolo caso di ogni contribuente.
In linea di massima, però, con circa 30 anni di contributi versati l’assegno mensile si abbasserà della metà rispetto allo stipendio. Una situazione che potrebbe creare problemi a una larga moltitudine di persone, specie se il tenore di vita da mantenere vorrà essere lo stesso del precedente.
Oltre a tutto ciò è impossibile non considerare l’aumento del costo della vita, legato all’inflazione e alla costante crescita dei prezzi in ogni settore. Nel corso degli anni, dunque, diventa indispensabile accumulare e risparmiare diverse somme in denaro. Esse potranno fungere da importantissimo contributo alla pensione futura.
Una soluzione intelligente che ti permetterà di avere indicativamente le stesse entrate mensili rispetto a prima. Ci riferiamo a un fondo pensionistico integrativo oppure a un vero e proprio piano di accumulo da stipulare con il proprio istituto bancario di fiducia.
Oltre a questi metodi, però, molti contribuenti hanno la possibilità di ricevere mensilmente più soldi proprio sulla pensione spettante. In questo articolo vogliamo proprio farti scoprire i dettagli e le informazioni su tale argomento. Ecco tutto quello che c’è da sapere in proposito.
Oltre ai metodi di risparmio e di integrazione da mettere in atto negli anni antecedenti all’ingresso nel mondo pensionistico, esistono vari sistemi legali per aumentare la pensione. Il tutto sarà possibile continuando a sfruttare normalmente il calcolo contributivo. Analizziamo insieme tutti i dettagli a riguardo.
Uno scatto di carriera sul finire della propria attività lavorativa ti farà versare più contributi e, di conseguenza, avere una pensione maggiore rispetto a quella prevista. Esistono, poi, alcuni “privilegi” in tal senso per i contribuenti – per così dire – maggiormente datati.
Se entro la fine dell’anno 1995, l’utente aveva già versato almeno 18 anni di contributi, allora potrà beneficiare di diverse agevolazioni in riferimento al menzionato calcolo contributivo.
Una volta terminata l’attività lavorativa, poi, sarà possibile decidere di integrare alla pensione effettivamente spettante anche tutte le somme risparmiate nelle varie gestioni previdenziali. In tal modo, ogni mese i soldi che si riceveranno potranno avere importi simili alla situazione precedente l’ingresso nel sistema pensionistico.