In molti sono coloro che hanno deciso di dare una svolta alla propria vita, scegliendo di viaggiare in solitaria e di approcciarsi ad un lifestyle errante. È questo il desiderio che ha spinto molti nomadi digitali, degli uomini e delle donne che vanno sempre alla ricerca di nuove sfide e stimoli, degli elementi che iniziavano a mancare nella loro vecchia vita.
Insomma, in molti hanno intrapreso un percorso simile. Ed è proprio su di loro che oggi ci concentreremo, andando a raccontare la storia di alcuni di loro, un gruppo di ragazzi e ragazze che hanno scelto di reinventarsi del tutto abbracciando, a pieno la vita da nomade digitale.
Scegliere la strada del nomade digitale, risulta essere una vera e propria opzione di vita anche se in alcuni casi anche il destino ci mette lo zampino.
Molti sono coloro che scelgono di mollare tutto e di andare avanti in modo del tutto nuovo e seguendo un piano sostenibile, attraverso il quale vivere in movimento.
Si tratta di una scelta che in genere viene fatta a seguito di un’illuminazione inaspettata.
Spesso però quel cambiamento risulta essere un progetto che da tanto tempo era nascosto dentro di noi ma che solo con il tempo è riuscito a venir fuori.
Abbandonare ogni stabilità e mettere da parte la sicurezza ottenuta con il lavoro indeterminato, di sicuro è frutto di un grande coraggio e di una grande voglia di mettersi in un gioco.
Ma vediamo insieme le storie di coloro che sono riusciti a prendere questa decisione e che, da diversi anni ormai, risultano essere cittadini del mondo e lavorano in qualità di imprenditori digitali.
Ovviamente, come accade per ogni cosa che si conosce poco, numerosi sono i tabù e gli stereotipi che interessano coloro che scelgono di viaggiare da soli.
Infatti, prendere una decisione simile e quindi abbandonare ogni certezza, di sicuro per amici e parenti, potrebbe essere una scelta alquanto azzardata, un qualcosa che forse potrebbe essere meglio non prendere in considerazione.
Nonostante ciò, ci sono alcuni uomini e donne che hanno dato ascolto soltanto al proprio istinto e che sono andati avanti ugualmente.
L’avventura di nomade digitali di Francesca Ruvolo ha avuto inizio nel 2014.
Si tratta di un percorso che ha intrapreso quando aveva solo 24 anni a seguito di un viaggio di 60 giorni in solitaria in Messico, luogo in cui ha preso la decisione di lavorare e vivere, viaggiando a lungo termine.
È stata lei stessa a dichiarare di essere rimasta immediatamente affascinata da tale stile di vita al punto che si è immediatamente immaginata a lavorare su una spiaggia.
Attraverso gli studi, ha ottenuto ogni competenza per riuscirci e a portare avanti un progetto che è stata in grado di fare anche grazie alla sua forza di volontà e alla sua testardaggine.
All’inizio, al suo fianco ci sono state tutte quelle persone che hanno scelto di vivere come nomadi digitale.
Francesca racconta la sua vita nel blog WildFlowerMood, un progetto che è diventato un vero e proprio lavoro a tempo pieno.
Passiamo adesso alla storia condivisa da Matt Kepnes, un ex impiegato americano che restava in ufficio tutti i giorni dalle 9:00 alle 5:00.
Un lavoro che però poi ha mollato nel momento in cui ha scelto di seguire l’esempio della comunità dei backpackers e di investire ogni sua energia nel blog nomadicmatt.com.
Mano a mano che il suo successo aumentava, ha deciso di insegnare, a tutti i suoi seguaci, in che modo si vive viaggiando.
Una scelta che però è stata costellata di numerosi dubbi al punto che lui stesso ha affermato che non essere certi di qualcosa risulta essere un problema che numerosi lavoratori autonomi e imprenditori si trovano ad affrontare.
In ogni caso però, Matt non consiglia di mollare tutto senza però avere prima un piano stabilito.
Egli infatti consiglia di sondare sempre il terreno prima di buttarsi in un progetto differente.
Per riuscirci bisogna avere un piano abbastanza dettagliato ed essere in possesso di ogni competenza per iniziare.
Ovviamente, questo è un qualcosa che si può fare solo se si hanno dei risparmi sul conto da investire.
Dario Vignali, prima di iniziare il suo percorso di nomade digitale, si è posto una domanda, chiedendosi in che modo potrebbe riuscire a costruirsi una professione che gli dia la possibilità di viaggiare molto.
Una risposta che è riuscito a trovare all’interno della sua carriera di imprenditore digitale oltre che di formatore di persone che, proprio come ha fatto lui, hanno intenzione di dar vita ad un percorso per nulla convenzionale.
Secondo Dario, ogni successo dipende da una sola cosa, ossia dalla consapevolezza.
“Credo sia necessario maturare consapevolezza verso l’importanza di costruirsi una carriera capace di soddisfare la nostra volontà di espressione creativa, garantire la sicurezza economica”.
Coppia nella vita privata e anche in quella lavorativa, Alice Bush e Michael Carbone sono riusciti a fare della vita flessibile, un vero e proprio lavoro.
Attualmente Alice e Michael si sono stabilizzati in Canada insieme ai loro due figli anche se, quando è iniziata la loro carriera di nomade digitale, viaggiavano sempre insieme e accompagnati dai loro fedeli computer.
Sono proprio loro a raccontare di aver viaggiato per il mondo e solo in seguito di aver sentito il bisogno di una stabilità maggiore, così per implementare il business.
Ed è allora che hanno scelto di fermarsi per più tempo in Europa e in Italia. Ma quando hanno preso la decisione di mettere su famiglia, hanno scelto Vancouver come luogo in cui stabilirsi e crescere i propri figli.
Secondo loro, un nomade digitale non si limita a viaggiare e a divertirsi. Infatti, secondo loro, è molto importante scegliere uno stile di vita sostenibile andando a concentrarsi anche sul proprio lavoro, così che il business possa crescere ed evitando così di restare intrappolati nel travel lifestyle.
Jazzie Mas insieme al marito, hanno trascorso 3 anni sopra una spiaggia messicana.
Jazzie, nel corso della sua vita nomade, ha dato vita ad un’impresa attraverso il blog blackdigitalnomad.com.
La decisione di cambiare vita è stata spinta sia a livello personale che ideologico in quanto in America le differenze razziali iniziavano ad essere fin troppo evidenti al punto che lei stessa cercava di andare alla ricerca di una vita più libera.
Attualmente Jazzie, è riuscita a trovare la felicità ed insegna anche in che modo prendersi gli spazi necessari, un qualcosa che fa sia attraverso delle dirette live sui social che con corsi di meditazione.
Antonio di Guida, un fotografo e scrittore, ha scelto il Kenya come la sua prima meta proprio perché il biglietto per questo posto era quello che costava di meno.
Ma da quel viaggio in Africa ha scoperto che c’era molto di più al di fuori delle mura domestiche.
Ed è per questo motivo che non è riuscito più a fermarsi. In qualità di nomade digitale, Antonio ha visitato l’Australia, l’oriente, l’Iran e il Sud America, dei viaggi che spesso faceva a bordo della sua fidata bicicletta.
È lui stesso ad affermare che, per molto tempo, è stato accompagnato da una virtù molto importante, la pazienza .
Questo è un qualcosa che è stato molto importante per lui proprio durante i primi tempi, ossia quando ha preso la decisione di seguire una vita digitale e di lavorare anche mentre viaggiava.
Dal 2013, anno in cui Antonio ha dato una svolta alla sua vita, è riuscito a trarre ispirazione da numerosi paesaggi.
“Mi capita di aver scritto davanti un maestoso deserto, oppure in una capanna sulle montagne dell’Himalaya, o ancora, nella mia tenda montata sul ciglio di qualche strada semitrafficata”.
Ecco quindi le storie di uomini e donne che hanno scelto di fare un salto nel vuoto e abbandonare ogni certezza per riscoprire sé stessi e lavorare allo stesso tempo, scegliendo così la vita di nomade digitale.