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È possibile fare campeggio libero in Italia? Ecco tutto quello che devi sapere

In molti sono coloro che scelgono di fare campeggio proprio per vivere un’esperienza a contatto con la natura. Ma è un qualcosa che si può fare in maniera libera? Quali sono le regole da rispettare per farlo nel modo giusto?

Campeggio libero- Oipamagazine.it

Tanti si chiedono se si tratta di regole si differenziano da regione a regione oppure che sono le stesse nell’intero territorio italiano. Un dubbio che cercheremo di sciogliere nel testo che segue.

L’esperienza che si nasconde dietro una vacanza in campeggio

Scegliere il campeggio per le proprie vacanze, potrebbe essere di sicuro molto rigenerante.

Basti pensare al contatto con la natura, che immediatamente ci viene voglia di fare le valigie e partire per un lungo viaggio immersi nel verde.

Nel nostro Stato però non sempre potrebbe essere facile riuscire a trovarsi di fronte ai silenzi della natura e osservare l’armonia e l’immensità di numerosi spazi aperti.

Infatti, sono pochi i luoghi in cui non vi sono fonti di luce oppure in cui manchino del tutto opere fatte dall’uomo.

Alla riscoperta del wilderness

Il termine wilderness, che tradotto in italiano vuol dire conservazione, viene impiegato nel proteggere gli spazi naturali i quali possono godere di questa condizione il più a lungo possibile.

All’interno degli Stati Uniti, si tratta di una disciplina nata nel 1964 attraverso il Wilderness Act.

Si tratta di una legge che va a stabilire che bisogna mantenere l’integrità paesaggistica e che non vi sia nessuna modifica da parte nell’uomo né che si tratti di una modifica positiva né negativa.

In poche parole, l’area protetta non deve subire nessun tipo di trasformazione.

In Italia, sono davvero pochi gli spazi solitari e liberi. Si tratta di 66 aree di wilderness con un totale pari a 51.1 114 ettari divisi in 10 regioni e 20 province.

E’ importante però sapere che coloro che decidono di accamparsi in queste zone lo fanno a proprio rischio e pericolo.

Inoltre, per testare questa sensazione di solitudine e libertà, si potrebbe anche venire incontro a rigidità amministrative sia comunali che regionali.

Cosa sono il campeggio e il bivacco

In Italia, sono sempre di più coloro che scelgono di provare il brivido di dormire nella natura.

È molto importante però che venga disciplinata la forma di campeggio libero e quindi la permanenza nel medesimo posto durante le ore notturne.

Infatti, è bene sottolineare che il termine campeggio in questo caso risulta essere inappropriato poiché la tenda viene montata soltanto dal tramonto all’alba.

Ed è per questo motivo che potrebbe essere molto più giusto fare riferimento al bivacco notturno.

Campeggio- Oipamagazine.it

In ogni caso, è importante per stare attenzione a come ci si comporta in quanto il rischio che si corre è quello di essere soggetti a multe molto salate.

Inoltre, è sempre molto importante anche cercare di rispettare l’ambiente e quindi di non lasciare traccia del passaggio portando via con sé ogni tipo di rifiuto.

Si tratta di un problema che in luoghi comuni Islanda, Scozia, Finlandia, Svezia e Norvegia non si presenta in quanto qui il campeggio libero risulta essere legale.

Invece, ci sono luoghi come Olanda e Germania, dei posti in cui le guardie forestali risultano essere molto più intransigenti e severe.

Invece, in Inghilterra e in Galles anche se il campeggio selvaggio risulta essere illegale, c’è comunque una percentuale di tolleranza.

Ma ritornando invece del nostro Paese, si può fare campeggio libero? Se sì, cosa si può o non può fare?

In quali occasioni è possibile campeggiare in Italia e quali sono le regole da rispettare

Come prima cosa, bisogna sapere che in Italia non esiste una norma nazionale per quanto riguarda la gestione di quello che è il campeggio libero.

Il primo elemento da sapere è che, nei luoghi in cui non è stata approvata ancora una normativa esplicita da parte degli enti, il campeggio libero è permesso.

Ci sono delle regioni in cui i comuni devono obbligatoriamente emettere ogni anno delle ordinanze dove indicano le zone di divieto e di sosta per il campeggio e in cui vanno ad indicare anche quelle autorizzate.

Numerosi Enti Parchi naturali approvano invece il bivacco all’aperto, a patto che non venga fatto in zone di tutele speciali in cui ci sono delle restrizioni di accesso.

All’interno di ogni terreno privato, dopo aver avuto l’autorizzazione dal proprietario, è possibile sistemare le tende e restarvi per il tempo che si desidera.

Facendo di nuovo un passo indietro e ritornando così alle aree protette, sappiamo che la regola che vale è che la gestione del campeggio libero risulta essere disciplinato dagli enti del parco.

Per questo, è necessario chiedere loro l’autorizzazione per la sosta temporale e non rivolgersi ai comuni.

Le regole del campeggio libero nelle varie regioni in Italia

Possiamo adesso ad analizzare il nostro Stato, valutando tutte le regole nelle varie regioni.

In Valle D’Aosta, il campeggio libero è permesso soltanto ad un’altitudine superiore a 2500 m in un periodo di tempo che va dall’alba al tramonto.

Inoltre, all’interno dell’articolo 19 della Legge Regionale n. 8 del 2002, è possibile leggere che il bivacco in tenda non può essere assolutamente fatto nei pressi di rifugi e nell’intera area protetta che interessa il parco nazionale Gran Paradiso.

In Trentino Alto Adige non si può sostare con roulotte, camper e tende nei pressi di strutture ricettive, alberghi e agriturismi che si occupano di ospitare dei turisti.

Bivacco- Oipamagazine.it

In tale regione, sono soltanto due i casi in cui è permesso il campeggio libero, ossia:

  • nel momento in cui il bivacco non va oltre le 24 ore;
  • nel momento in cui si parla di insediamenti dedicati ad ospitalità gratuite e occasionali che il possessore dell’area o il proprietario, concede.

Veneto, Friuli Venezia Giulia e Sardegna: in tali regioni, le regole sono abbastanza chiare. Qui non si può assolutamente campeggiare in zone esterne alle aree attrezzate appositamente.

Ci sono comunque delle zone in cui è possibile farlo, a patto che si segue un regolamento in particolare.

Lombardia, Toscana e Liguria, Calabria e Campania

In tali regioni, non è stata istituita nessuna legge riguardo al campeggio libero né per quanto riguarda le autorizzazioni e i divieti.

In ogni caso, visto che non vi è nessuna certezza, è tutto a discrezione del campeggiatore, il quale deve comunque rispettare il luogo in cui si ferma.

Nella regione Calabria, è permesso soltanto il campeggio mobile quando viene organizzato da associazioni che non hanno scopi di lucro.

Non vi è nessuna disposizione per quanto riguarda il campeggio isolato e libero.

Sarà quindi necessario inviare una richiesta al sindaco e capire se è permesso o meno montare una tenda.

Situazione analoga è quella che riguarda la Campania, in quanto anche in questa regione non vi è nessuna norma generale.

Molise

In Molise, attraverso la legge regionale numero 5 rilasciata il 2001 e che si trova nell’articolo 12 è possibile venire a conoscenza del fatto che: “il campeggio libero in aree pubbliche o private, dove siano assicurati i servizi generali indispensabili per garantire il rispetto delle norme igienico-sanitarie e la salvaguardia della salute e dell’ambiente, campeggi della durata massima di 60 giorni“.

Inoltre, l’articolo 11 presente nella legge regionale numero 5 del 2001, pare dia la possibilità di accettare insediamenti occasionali sia dipendi che di altri tipi di mezzi di soggiorno, per una durata che non va oltre i dieci giorni.

Visto che non sembra essere molto chiara la definizione di tali limiti, anche in questo caso sarebbe opportuno chiedere delucidazioni al comune.

Emilia Romagna

In Emilia Romagna è la legge regionale numero 16 rilasciata nel 2014 ad affermare che è assolutamente vietato ogni tipo di campeggio all’esterno di aree attrezzate.

In ogni caso, i comuni hanno la possibilità di dare delle autorizzazioni per una durata che non va oltre 15 giorni a tutte quelle associazioni che non hanno scopi di lucro, insieme alle organizzazioni culturali.

Piemonte e Marche

Sia in Piemonte che nelle Marche, è possibile campeggiare per non più di 48 ore nella medesima località, in posti in cui non si trovano aree di campeggio autorizzato.

È molto importante però inoltrare una comunicazione al sindaco almeno 24 ore prima di quando inizia la sosta, andando a specificare il periodo, quanti sono i partecipanti, il tipo di allestimento e la zona dove si ha intenzioni di bivaccare.

Umbria

In Umbria, camper, autocaravan e caravan hanno la possibilità di campeggiare all’interno di aree attrezzate di sosta temporanea, anche se nei pressi sono presenti delle strutture ricettive.

Si tratta di un qualcosa che può essere fatto solo nel caso in cui la sosta non duri più di 24 ore.

Campeggio libero sulle montagne- Oipamagazine.it

Invece, per quanto riguarda le aree protette, sono gli Enti Parco a disciplinare il campeggio libero.

Per questo motivo, è molto importante rivolgersi a loro e inviare un’autorizzazione per la sosta temporanea.

Sicilia

In Sicilia, si trovano numerose zone di soste realizzate dai comuni in cui è permesso il campeggio libero per una durata che non va oltre le 24 ore.

Puglia

In Puglia invece, il campeggio è permesso soltanto per motivi di studi all’interno di campeggi naturali che sono stati attrezzati dai comuni.

Per ogni altra situazione, sarà necessaria chiedere il permesso alle autorità locali.

Per ciò che concerne camper e roulotte, il campeggio può essere fatto solo in precise aree demaniali e per un periodo che non va oltre i 5 giorni.

Abruzzo

In Abruzzo, è possibile campeggiare soltanto all’interno di comuni che hanno attrezzato delle zone di sosta precise.

In luoghi esterni. non è consentito nessun tipo di sosta. Inoltre, all’interno delle aree attrezzate, non devono esserci più di 25 unità le quali non devono sostare per un periodo che va oltre i 5 giorni.

Inoltre, nel caso in cui i requisiti minimi per l’igiene, insieme alla protezione dell’ambiente e alla sicurezza non vengono soddisfatti all’interno di queste aree, è possibile campeggiare soltanto se i veicoli possiedono dei servizi igienici propri.