Il Reddito di Cittadinanza è stato prorogato fino al 31 dicembre 2023, ma non per tutti i beneficiari. Vediamo chi, invece, lo sono.
Tutta la verità, nient’altro che la verità: è ciò che sta facendo l’INPS in merito al Reddito di cittadinanza, soprattutto dopo le grandi polemiche che hanno tormentato il tranquillo weekend estivo di molti italiani, ossia quelli che hanno ricevuto gli ormai famosi SMS.
Più che i singoli cittadini, a riceverli sono stati circa 170mila famiglie. Il contenuto? L’annuncio della sospensione del Reddito, che tanto aveva aiutato per contrastare la povertà.
Non è sicuramente un tiro mancino da parte dell’INPS, visto che da tempo si sapeva della sua sospensione. Più che altro sono più le modalità che per la tempistica ad aver dato fastidio.
Le polemiche arrivano in larga parte da Giuseppe Conte, leader dei Cinquestelle. Ma anche Pasquale Tridico, ex Presidente dell’INPS, ha avuto modo di dire la sua, smontando soprattutto le critiche sulla gestione del Reddito definita da qualcuno “allegra”.
Ma come si è pronunciata l’INPS in merito? Più che chiarire ha voluto anticipare le due misure che sostituiranno il Reddito e volute fortemente dal governo Meloni.
Per vederle in azione bisogna attendere settembre, ma in concreto andranno in vigore all’inizio del 2024.
Tutto ciò è avvenuto mentre a Napoli, la città che ha ricevuto gran parte degli SMS di sospensione, le proteste si sono innalzate davanti alla sede INPS del territorio, che si trova in via De Gasperi.
Innanzitutto, l’INPS ci teneva a dare chiarimenti sull’esistenza delle “disposizioni transitorie”, in essere attendendo i decreti attuativi delle misure che dovranno contrastare povertà, fragilità ed esclusione lavorativa e sociale.
Cosa prevedono tali decreti? Alcuni nuclei familiari che non possono essere introdotti nel mondo del lavoro verranno presi in carico dai servizi sociali entro la data del 31 ottobre.
In aggiunta, continueranno a ricevere il Reddito di Cittadinanza privo del limite delle sette mensilità, ma fino al 31 dicembre 2023.
La curiosità è di sapere il numero esatto di questi nuclei familiari. L’INPS ha segnalato a tal proposito che il Ministero del Lavoro ha comunicato circa 88mila nuclei beneficiari.
Lo stesso Ministero ha precisato che “l’ipotetica presa in carico non è soltanto ad avantaggio dei nuclei familiari con componenti avviati presso i Centri per l’Impiego e che non hanno avuto bisogno del rinvio ai servizi sociali”.
È il momento di parlare dell’Assegno di Inclusione, ovvero della nuova misura che sostituisce il Reddito di Cittadinanza. Chi saranno i beneficiari?
Dall’1 gennaio 2024, salvo modifiche dell’ultimo istante, i nuclei con minorenni, persone disabili o con una persona a carico di almeno 60 anni d’età, ma anche componenti in condizione economiche svantaggiose e che sono stati inseriti nei programmi di assistenza e cura dai servizi socio-sanitari.
Questa nuova misura garantirà a ogni beneficiario, sempre in base ai propri bisogni, sia il beneficio economico che il supporto necessario per arrivare all’inclusione lavorativa e sociale”.
Parlando di occupabili, potranno ottenere l’accesso alla nuova misura chiamata “Supporto per la Formazione e per il Lavoro (SFL)” dal 1° settembre 2023 in poi.
Come rimarcato dall’INPS, questa misura ha lo scopo di inserire nel mondo del lavorativo queste persone, aiutandole anche con un supporto economico che si aggira intorno a euro 350 al mese, ma soltanto per dodici mensilità.
Oltre a prensentare la solita domanda, è necessario seguire un iter, il quale sarà presto disponibile tramite video guida che la stessa INPS metterà a disposizione.
Questo beneficio ex novo sarà senza dubbio garantito a chi è stato già avviato presso i Centri per l’impiego. Deve anche risultare inserito nel programma nazionale Garanzia occupabilità lavoratori (GOL) oppure in progetti per la collettività o in diverse iniziative di attivazione.