Un argomento molto importante su cui ci si sta concentrando molto, è di sicuro il futuro del cibo. Ed è proprio su questo argomento che si incentrano alcune storie di donne il cui scopo è quello dare un nuovo futuro al cibo.
All’interno della rete di slow food, troviamo numerose storie di donne le quali si impegnano duramente per effettuare dei cambiamenti nelle comunità e per trovare un modo per diminuire la fame.
In base ai dati della FAO, sembra che le donne siano in grado di produrre fino all’80% del cibo all’interno di gran parte dei Paesi in via di sviluppo e che risultano essere responsabili di più della metà della produzione di cibo nel mondo.
Nonostante ciò, il ruolo in qualità di fornitrice e produttrice di cibo per la donna è stato riconosciuto solo nell’ultimo periodo.
Infatti, in base agli studi della FAO, pare che le donne abbiano più difficoltà nell’avere accesso alla terra, ai vari fattori di produzione, al credito e a quei servizi capaci di migliorare la produttività.
Per spiegare meglio il fenomeno della slow food, vi proponiamo le storie di alcune donne che dedicano il proprio lavoro all’agricoltura.
Iniziamo con una scienziata e giardiniera alimentare, Rachel Olajumoke Okeola la quale afferma di prestare supporto alle donne al fine di connettersi con la terra e dar vita a qualcosa di bello.
Ella afferma che, nel momento in cui nutre la terra, riesce anche a nutrire tutte le donne di cui se ne occupano, andando ad incoraggiarle a trovare un obiettivo nella vita.
Tutto ciò le permette di ritrovare un senso di appartenenza. Tramite i suoi progetti, Rachel dà la possibilità ad altre donne di trasformarsi in parti attive della comunità.
Per riuscirci Rachel ha messo in piedi la Mias Traditional food and spices, un’azienda il cui compito è quello di trasformare erbe indigene, frutta e spezie in tè e bevande salutari.
Un argomento che interessa molto anche a Paula Silveira, una psicoanalista nonché giardiniera ed educatrice argentina.
Quest’ultimo afferma che l’orto risulta essere un posto di apprendimento collettivo dove chiunque ha la possibilità di capire in che modo realizzare il compost.
Infatti Paula vede l’orto come se fosse un posto di vita, un luogo in cui trovare la felicità e incontrare persone che appartengono ad orti circostanti.
Un progetto diverso invece è quello realizzato da Madina Sadirdinova, la quale ha dato vita al Sebet Farmers Market.
Il suo scopo è quello di fare in modo che gli agricoltori di piccola scala si possano mettere in contatto con produttori e consumatori urbani così che si possano incrementare le proprie capacità produttive e realizzare raccolti costosi e puliti.
Invece, colei che ha fondato il mercato della terra di Maitland Slow Food in Australia, Amorelle Dempster, ha voluto condividere il suo pensiero poiché, in qualità di donna, ha scelto di usare le sue capacità per creare e nutrire una comunità che si basi sul sistema alimentare.
Il motto di Samantha Vergati risulta essere invece “progettare, agire e innovare per favorire il cambiamento”. Questo è ciò su cui si basano i modelli nuovi alimentari accessibili in cui si va a creare occupazione per donne che vivono una situazione di difficoltà facendo comunque attenzione ad un’ottica di autonomia e di emancipazione.
Ed è per questo motivo che nel 2016 ha messo in piedi l’associazione “Altrimenti”, con lo scopo di dar vita ad una cultura nuova del gusto insieme ad una soluzione al problema dello spreco alimentare.
Insomma, da come abbiamo potuto vedere, molte sono le iniziative sullo slow food che nel mondo sono state ideate.
Ricordiamo anche quello di una giovane attivista di slow food che si trova in Germania, Lea Leiman, la quale è d’accordo nell’affermare
«Se le donne svolgono il 70% del lavoro agricolo in tutto il mondo, ma la terra è principalmente di proprietà degli uomini, allora non abbiamo ancora equità. Se in Germania solo un decimo delle agricoltrici gestisce l’azienda agricola in cui lavora, mentre si occupa anche della famiglia, allora non c’è ancora equità»
Ed è per questo motivo che Lea continua credendo che sia giusto creare una transizione del sistema alimentare, un qualcosa che per riuscire a portarlo a termine, bisogna vedere riunite molte più donne che ricoprono una posizione di leadership.
Sarà sufficiente quindi distruggere gli stereotipi binari insieme a tutte le norme di genere. Per riuscirci, bisognerà seguire una politica alimentare femminista.
Insomma, molte sono le donne che combattono per questa causa, delle attiviste secondo le quali non è importante il luogo di cui si parla poiché le donne da sempre si sono prese cura della terra in ogni parte del mondo.
Questa è l’idea di Ruta dei rote, un’agricoltrice che si occupa di gestire la banca dei semi con lo scopo di proteggere le sementi tradizionali lettoni le quali corrono il rischio di sparire per sempre.
Non manca poi l’esperienza di Aruna Tirkey, la quale afferma che le donne risultano essere le vere e proprie protettrici di madre Terra e di ogni sistema alimentare.
In qualità di imprenditrici, si possono trasformare in vere e proprie protagoniste per un cambiamento capace di garantire l’accesso a mezzi che riescono a sviluppare e a rispettare il clima allo stesso momento.
Ed è per questo motivo che Aruna si è impegnato nella fondazione di una comunità indigena la Oraon Slow Food, la quale si impegna nell’organizzare delle campagne educative dedicate ad ostelli e scuole per studenti rurali e urbani e andando a promuovere il cibo Adivasi.
In Italia, l’iniziativa slow food andrà a premiare bene 10 donne durante il Cheese, a Bra il quale è organizzato dal 15 al 18 settembre del 2023.
Ci saranno delle iniziative di donne le quali cercano di salvare la terra, iniziativa che prende il nome di “Donne che salvano la Terra“ e il cui scopo è quello di dare più voce e valore alle donne piemontesi, un progetto organizzato dall’assessorato delle Pari Opportunità della regione Piemonte insieme a slow food Italia.
Durante questo evento, verranno presentate i 10 candidati migliori le cui storie verranno poi rese note sui canali social di Slow Food Italia, storie che verranno affiancate anche da tutte quelle dichiarazioni di coloro che hanno intenzione di dare una mano a promuovere tali iniziativa così che si possa mostrare sempre più il lavoro che si realizza tutti i giorni.