È possibile ottenere la residenza nella seconda casa? Dipende da diverse cose. Andiamo a vedere cosa dice la legge italiana in merito.
Avere più di una casa in Italia non è assolutamente vietato. I dubbi, però, nascono quando si tratta di residenza principale.
Spieghiamo meglio. Chi ha una sola casa di proprietà ha la residenza lì e basta. Invece, chi ha due o più case, nonostante la residenza sia in quella principale, passa più tempo nella seconda casa.
La domanda è: “Si può avere la residenza anche nella seconda casa?”. Rispondiamo che è tecnicamente consentito, ma non per usarla come mezzo per non pagare le tasse, altrimenti le conseguenze legali e finanziarie potrebbero essere davvero gravi.
Detto questo, andiamo a vedere quando è consentito avere la residenza nella seconda casa e quali sono i potenziali rischi a cui si va incontro.
Legalmente, la residenza di una persona deve coincidere con l’abitazione principale, ossia il luogo dove trascorre la maggior parte del tempo.
E se abbiamo una casa al mare dove ci rifugiamo per trascorrere qualche giorno di relax o le vacanze estive? Possiamo chiedere la residenza in questa in questa casa?
Tecnicamente no, perché è soltanto una dimora momentanea, che usiamo soltanto per fuggire dalla routine quotidiana.
È da considerarsi alla stregua di una stanza di hotel o di un B&B, ossia un luogo dove andiamo a vivere soltanto per un brevissimo periodo di tempo.
La residenza, invece, comporta che noi viviamo quasi tutto l’anno in un’unica abitazione, che deve essere esclusivamente quella principale, anche se ne abbiamo un’altra.
L’unico modo per avere la residenza in una seconda casa è indicarla come dimora principale, anche se l’abbiamo acquistata da poco. Ma dobbiamo poi trasferirci lì in pianta stabile, altrimenti andremmo contro la legge.
Se la infrangiamo, il rischio è quello di essere pesantemente sanzionati, oltre alla revoca della residenza.
Questo accade quando il comune, dopo aver effettuato dei controlli, non è stato in grado di capire qual è effettivamente l’abitazione principale.
Quindi, anche se trascorriamo lo stesso tempo sia nell’abitazione principale che in quella secondaria, alla fine dobbiamo decidere quale delle due è la nostra residenza.
Poi ci sono quelli che cercano di non pagare le tasse comunali legati alla propria abitazione. Queste persone si spingono addirittura a inventarsi una seconda casa.
Questo modo di agire è considerato un reato, esattamente “falso in atto pubblico”. Secondo l’articolo 483 del codice penale, chi vieni scoperto rischia fino a 2 anni di galera.
Si tratta, però, di un reato di natura commissiva, ossia viene punito soltanto chi viene colto in flagrante. Quindi, meglio evitare di mentire.
Al contrario, se si tratta di comportamento omissivo, non viene considerato un reato. È l’esempio di chi non vuole trasferirsi nella nuova casa appena acquistata.
C’è anche un altro aspetto legato alla residenza in una seconda casa: l’evasione fiscale. Qui non possiamo parlare di reato conclamato, ma piuttosto di un illecito amministrativo.
Cerchiamo di chiarire il nesso tra seconda casa ed evasione fiscale. Questa si verifica quando fingiamo di trasferire la nostra residenza nella seconda casa per evitare di pagare le tasse locali e non oppure per beneficiare di alcuni incentivi fiscali.
Prendiamo l’esenzione IMU sulla prima casa. Se trasferiamo la residenza nella seconda casa, non siamo tenuti a pagarla, perché è diventata quella principale.
La Corte di cassazione ha ribadito più diverse volte che non è consentita a tal fine la diversità di residenza dei due coniugi.
Anzi, con il nucleo familiare che si è disgregato, si andrà a perdere completamente il diritto a questa agevolazione, poiché nessuna delle due case rientra nell’ambito dell’abitazione principale.
Se dovessero partire gli accertamenti fiscali, verrebbe in automatico revocata l’esenzione. Di conseguenza, tutte le tasse fino a quel punto non pagate verrebbero recuperare (c’è il rischio pignoramento), così come la stessa residenza da parte del Comune.
È ammessa invece l’esenzione IMU sulla seconda casa se la stessa rispetta tutti i requisiti ed è contemporaneamente la dimora e la residenza abituale della famiglia.
In questo caso, di grande importante sono le testimonianze da parte dei vicini e quelle documentali, tipo l’intestazione della fornitura di gas e luce, per accertare quanto dichiarato dal nucleo familiare.