In questo articolo vedremo quali sono i Comuni che hanno deciso di aderire allo stralcio delle cartelle esattoriali.
Nella più recente Legge di Bilancio, ai Comuni è stata concessa la possibilità di salire sul carrozzone della tregua fiscale.
È stata data loro la possibilità di scegliere tra rottamare le cartelle, stralciarle del tutto oppure optare per entrambi i metodi.
Quando si parla di saldo e stralcio, ci si riferisce all’accordo tra un debitore e un creditore. Sostanzialmente è quando il debitore paga al creditore un importo inferiore a quanto originariamente dovuto, liberandosi di fatto di una parte della somma totale.
In questo modo, la persona che deve dei soldi può saldare il proprio debito mentre l’altra riavrà i propri soldi entro un determinato periodo di tempo, senza dover passare attraverso misure più drastiche come il sequestro di proprietà o il pignoramento dei salari.
Questo accordo è come un vero toccasana per il debitore. Può effettivamente finire per risparmiare, tipo il 50% o anche di più, sul loro intero debito.
La quantità di denaro che puoi risparmiare può variare molto e dipende davvero da una serie di fattori che solo un esperto può valutare per ogni singola situazione.
Ma ricorda, lo stralcio è un accordo tra due parti: la persona che deve dei soldi, ossia il debitore, e la persona a cui li deve, ossia il creditore.
E per questo motivo che il debitore non è obbligato ad accettare la prima offerta che gli viene proposta, poiché è nel suo diritto vagliare delle alternative.
Nella Legge di Bilancio 2023 è stata aggiunta una disposizione interessante. Tale disposizione consente l’eliminazione dei debiti inferiori a 1000 euro, nonché degli eventuali debiti residui accumulati tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2015.
Oltre a ciò, si possono inserire in questa sorta di mix anche le tasse locali. Parliamo di Tari, il bollo auto, l’IMU, e anche le multe per violazione del codice della strada (anche se, va detto, la cancellazione di quelle multe sarà solo parziale).
Parlando di autorità locali, è stato dato loro il potere di decidere se cancellare o meno i debiti a livello comunale.
Entro il 29 luglio i Comuni hanno avuto modo di confrontarsi sulla questione. Se non riuscivano a raggiungere una risoluzione, l’ente locale non sarebbe stato obbligato ad aderire allo stralcio.
La risoluzione richiedeva l’inclusione di diversi dettagli, come la scelta tra uno stralcio completo o parziale.
Anche prima della scadenza fissata, diversi Comuni sono saliti a bordo. Prendiamo Potenza, ad esempio, che ha optato per lo stralcio totale e parziale di debiti fino a mille euro.
L’istanza dovrà poi essere presentata entro il 30 settembre 2023, con comunicazione del provvedimento inviata entro il 30 novembre.
I pagamenti possono essere frazionati in due tranche, ciascuna pari al 10% dell’importo totale. La prima rata scade il 15 gennaio 2024, mentre la seconda rata scade il 28 febbraio 2024.
Le restanti rate scadranno il 31 marzo, 30 giugno, 30 settembre e 31 dicembre di ogni anno successivo.
Pisa è un altro comune che ha deciso di aderire allo stralcio ed eliminare tutti i debiti fino a 1000 euro, abbracciando in questo modo il processo di rottamazione con una semplice domanda di adesione.
C’è un’altra questione che va chiarita: come pagare. Stando alle linee guida dell’Agenzia delle Entrate, il debito può essere saldato in una sola volta oppure pagando a rate.
Per concludere, giusto a titolo informativo per chi abita in queste città, gli altri Comuni che hanno partecipato sono Arezzo, Acerra, Lucca e Pistoia, mentre quelli che non hanno voluto aderire sono Roma, Milano, Bologna, Firenze, Modena, Piacenza, Bari e Verona.
Quindi, i cittadini che abitano in questi comuni dovranno pagare anche gli importi di minore entità.