Per diversi nuclei familiari è previsto un contributo relativo all’installazione dei pannelli solari. Scopriamo tutti i dettagli sul cosiddetto reddito energetico.
Gli aumenti relativi alle bollette si sono fatti sentire nel corso degli ultimi mesi. Dallo scoppio della guerra in Ucraina, il costo delle varie bollette si è innalzato a dismisura. A risentire maggiormente degli aumenti sono state principalmente le bollette energetiche.
Molti italiani hanno visto raddoppiare – se non peggio – la spesa nel corso degli ultimi 12-15 mesi. Un aspetto che ha pesato terribilmente sulle finanze di milioni di consumatori.
Proprio per questi motivi, sono sempre di più gli italiani ad aver montato un impianto fotovoltaico. Altri, invece, stanno pensando seriamente di cambiare prospettiva per quanto concerne l’energia.
I pannelli solari possono realmente essere la svolta per il futuro per milioni di nuclei familiari. L’ostacolo principale, però, è relativo all’ingente spesa iniziale da sostenere. Il Governo del nostro Paese ha pensato di aiutare nel concreto tante famiglie ad affrontare tale spesa.
Facciamo riferimento al cosiddetto Reddito energetico. In pratica, è stato creato un vero e proprio Fondo Nazionale dal valore di circa 200 milioni di euro in totale. Questi soldi contribuiranno all’acquisto e al montaggio dei pannelli solari per chi ha un reddito inferiore a determinate soglie.
Il contributo, poi, verrà spalmato per i prossimi due anni, vale a dire per il 2024 e per il 2025. Analizziamo tutti i dettagli su questo Reddito energetico e a chi spetterà. Ecco tutto quello che c’è da sapere in merito.
I 200 milioni di euro ai quali abbiamo accennato fanno riferimento a dei veri e propri contributi a fondo perduto. La misura è stare sa possibile grazie all’intervento del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.
Chiariamo subito che oltre l’80% dei fondi stanziati verranno adoperati in 8 regioni del Centro-Sud. Ci riferiamo alla Calabria, alla Basilicata, all’Abruzzo, al Molise, alla Puglia, alla Campania, alla Sicilia e alla Sardegna.
In queste regioni il reddito medio dei cittadini, infatti, è inferiore alle altre zone del nostro Paese. A poter ricevere il contributo relativo al Fondo Nazionale del Reddito energetico saranno, infatti, tutti quei nuclei familiari in possesso di ISEE annuo inferiore a determinate cifre.
I pannelli solari consentono di immagazzinare la luce diretta del sole e trasformarla nella produzione di energia effettiva per tutta la casa. Il risparmio in bolletta, per mezzo di questo sistema fotovoltaico, sarà notevole. I pannelli, inoltre, permettono di ridurre esponenzialmente l’inquinamento.
Scopriamo quali sono i limiti reddituali da non superare per poter contare sul contributo a fondo perduto previsto dal Governo italiano. Ecco tutte le informazioni precise in tal senso.
Gli impianti fotovoltaici potranno essere montati sul tetto dell’abitazione e dovranno avere una potenza nominale compresa fra i 2 kilowatt e i 6 kilowatt. Questo impianto ha un costo iniziale molto alto, compreso fra i 10 mila e 15 mila euro a seconda della potenza. Poter contare su un aiuto in merito alle detrazioni fiscali è molto importante.
Per poter accedere alle agevolazioni, sarà necessario rispettare il limite reddituale dei 15 mila euro all’anno. L’ISEE, invece, potrà arrivare al massimo a 30 mila euro per quanto concerne tutte le famiglie con 4 o più figli a carico.
L’aliquota della detrazione IRPEF prevista dal contributo a fondo perduto sarà del 90%, Essa calerà al 70% nel 2024 e al 65% nel corso del 2025.
Un aspetto importantissimo da tenere presente, poi, è che i soldi erogati potrebbero anche essere aumentati in futuro. Inoltre, molte regioni e province italiane hanno scelto di versare volontariamente un ulteriore contributo per la singola zona di riferimento.
Gli aiuti, quindi, possono esserci non solo a livello nazionale, ma anche in ambito locale. Questo reddito energetico è pensato per permettere la spesa sul montaggio dei pannelli solari anche a chi è in difficoltà dal punto di vista economico.
Si tratta, inoltre, di un ottimo incentivo per aiutare l’ambiente e per accelerare la cosiddetta transizione energetica, sfruttando quanto più possibile fonti d’energia a basse o nulle emissioni.