Multa presa da un’altra persona che guida la nostra auto: chi è che deve pagare?

Se una persona diversa da noi prende una multa mentre guida la nostra auto, siamo noi a pagare oppure chi stava guidando? Vediamo cosa dice la legge in merito.

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A volte, capita di trovarsi nella situazione in cui si presta la propria auto a un amico o un familiare che, per distrazione o menefreghismo, finiscono per beccarsi una multa.

Per il proprietario dell’auto tutto questo in cosa si traduce? In questo articolo, vedremo cosa dice la legge e cosa succede quando al volante dell’auto c’è una persona diversa dal proprietario.

Persona guida auto altrui: scatta l’obbligo di aggiornamento della carta di circolazione

Dal 4 novembre 2014, chi presta la propria auto a qualcun altro per un periodo superiore a 30 giorni consecutivi, deve far inserire il suo nome nella carta di circolazione del veicolo.

Per farlo, deve andare alla Motorizzazione Civile – Dipartimento trasporti terrestri o all’ACI, oppure chiedere di farlo direttamente al proprietario dell’auto.

Se questo obbligo non viene rispettato, il rischio è di una sanzione che va da un minimo di 516,46 euro a un massimo di 2.582,28 euro. Oltre alla multa, potrebbe anche essere sequestrato il libretto di circolazione.

Multa presa da un'altra persona
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Non diventa, invece, obbligatorio segnare il nome del proprietario sulla carta di circolazione quando si tratta di un membro della famiglia che risiede sotto lo stesso tetto.

L’obbligo non esiste neanche se l’auto viene usata per più di 30 giorni. Quindi, se l’auto è immatricolata alla propria moglie o al proprio marito, non ci sono problemi e pericoli di sanzioni.

Stesso discorso vale se si presta l’auto ad un amico per una settimana circa; anche in questo caso il libretto di circolazione rimane immacolato.

Diversamente, se la usa per più di 30 giorni (tipo per andare in vacanza), non si può scampare all’iter burocratico descritto in precedenza.

E coniugi, genitori e figli? Nessuna indicazione del loro nome sulla carta di circolazione per usare liberamente il veicolo, poiché fanno parte dello stesso nucleo familiare e vivono sotto lo stesso tetto.

Invece, chi va in giro con l’auto dei propri genitori e loro non vivono più con lui o non fanno parte della sua famiglia, vale sempre la regola dei 30 giorni massimo.

Quindi, l’iter è sempre lo stesso: andare alla Motorizzazione e far inserire il nome del guidatore sul libretto di circolazione. È l’unico modo per restare nella legalità, non c’è niente da fare.

Multa per colui che guida un’auto intestata ad altra persona

Ci sono quei casi in cui qualcuno prende in prestito un’auto da un amico o da un familiare e poi commette un’infrazione stradale.

Se la polizia non lo ferma a un posto di blocco per notificargli l’infrazione, la notifica arriverà direttamente al proprietario del veicolo.

Invece, se la polizia lo ferma e contesta direttamente a lui la violazione, allora sarà accusato di responsabilità solidale.

Morale della favola, sia il proprietario dell’auto che chi la stava guidando dovranno pagare la multa.

Questo perché il proprietario dell’auto è sempre responsabile di eventuali infrazioni commesse da chi è alla guida della sua vettura.

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Il proprietario dell’auto costretto a pagare la multa, tipo per eccesso di velocità, potrebbe chiedere a chi ha commesso l’infrazione con il suo veicolo di ridargli indietro i soldi.

Per fortuna, la legge italiana ha capito come scoprire chi sta veramente guidando un’auto: obbligando di mettere il nome sul libretto di circolazione di chi la usa spesso, anche se non dovesse farlo per 30 giorni consecutivi.

Questo obbligo è stato voluto soprattutto per le auto aziendali, che vengono guidate dai dipendenti sia per motivi di lavoro che per uso personale.

L’obbligo di comunicare chi è il conducente

C’è un altro dettaglio che non dovrebbe essere trascurato: il proprietario del veicolo che riceve una multa deve subito indicare il nome di chi stava guidando la sua auto, con tanto di dati della sua patente. Tutto questo va fatto entro 60 giorni.

Se non dovesse farlo, dovrà pagare la multa e accollarsi i punti in meno sulla patente. Multa che potrebbe essere aumentata fino a 1000 euro.

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