Nemo sua sorte contentus citava Orazio e tradotto significa “Nessuno è soddisfatto della propria condizione”. Molti infatti non amano il proprio lavoro, ma come farsi licenziare in modo legale? E’ possibile: ecco come.
L’essere umano, possiamo dire, si divide esattamente in due categorie: c’è chi sarebbe disposto a tutto pur di avere un lavoro, seppur umile e minimo mentre dall’altra parte troviamo chi farebbe di tutto pur di perderlo. Per questo, il detto di Orazio calza proprio a pennello. Per chi ha un’occupazione e non ha alcuna intenzione di tenersela stretta, esiste un modo legale per farsi licenziare. Ecco come fare.
Come abbiamo accennato poco sopra, c’è chi darebbe l’anima per avere un’occupazione, seppur minima, mentre chi vorrebbe perdere il lavoro che ha per vari motivi. Certo, un modo per lasciare il proprio lavoro c’è ed è quello delle dimissioni, ma in questo caso c’è un punto da sottolineare.
Se si presentano le dimissioni non si potrà godere della disoccupazione o meglio conosciuta come Naspi. Parliamo di un assegno che viene corrisposto secondo modalità e tempistiche ben precise. A ciò però si può accedere solamente se si viene licenziati, anche per giusta causa. Per questo motivo moltissimi lavoratori che non vogliono più lavorare, fanno di tutto pur di venire licenziati. In tutto questo discorso dobbiamo considerare anche un altro aspetto.
Stiamo parlando del datore di lavoro che non sarà molto felice di favorire un licenziamento falso e i motivi sono principalmente due: da una parte parliamo di una vera e propria truffa ai danni dello Stato, anche se non sarà facile dimostrarlo, e dall’altra si rischia che il lavoratore oltre ad aver ottenuto quello che voleva, muova una pretesta di risarcimento del danno. Tutto ciò si traduce in un bel bottino del lavoratore.
A questo punto, per ottenere ciò che si vuole da entrambe le parti c’è un’unica soluzione. Bisognerebbe obbligare il datore di lavoro e raggiungere un accordo unilaterale ossia porlo dinnanzi ad una situazione in cui il licenziamento risulta legittimo e in questo modo non otterrebbe alcuna vertenza sindacale.
Passiamo dunque al nocciolo della situazione. Premesso che non conviene presentare le dimissioni considerato che non si potrà godere della disoccupazione, bisogna pensare a come poter farsi licenziare e uno dei tanti metodi è il licenziamento disciplinare. Questo provvedimento potrà essere:
Quindi, per capire meglio, si può ottenere la disoccupazione solo se il datore di lavoro ci licenzia. Questo discorso è valido anche quando il provvedimento è scaturito da una giusta causa. Questo però significa che il lavoratore deve compiere un atto alquanto grave e nonostante questo non andrà a perdere la Naspi.
Lo sapevate che esiste anche un modo per dimettersi e ricevere la disoccupazione? Si chiamano dimissioni per giusta causa e parliamo di un fatto grave compiuta questa volta da parte del datore di lavoro. Rientrano in questi atteggiamenti il mobbing, il mancato pagamento dello stipendio, le minacce, la violenza, la mancata adozione di tutte le misure di sicurezza e le vessazioni.
Se ciò avviene, il lavoratore potrà richiedere le dimissioni per giusta causa e ottenere l’assegno di disoccupazione, ossia la Naspi.
Per farsi licenziare ci sono vari sistemi come per esempio non presentarsi al lavoro, senza avvisare, senza una giustificazione e senza un certificato medico. In questo caso il dipendente non può essere che considerato assente ingiustificato e scatta così la lettera di contestazione da parte del datore di lavoro.
Questo avviso consentirà al lavoratore di presentare una giustificazione entro cinque giorni, ma probabilmente tutto questo non accadrà. Scaduto questo termine di cinque giorni, il datore di lavoro non potrà fare altro che licenziare il lavoratore. Detto questo è molto importante fare attenzione al proprio comportamento se si decide di farsi licenziare.
Infatti esiste una delle sentenze più importanti, ossia la Sentenza della Cassazione del 2020, che offre la possibilità al datore di lavoro di richiedere al lavoratore un risarcimento dei danni subiti a causa del licenziamento.