La merce messa in vendita sulle bancarelle del mercatino potrebbe potenzialmente causare un bel po’ di guai in determinate circostanze. Scopriamo quando è legale acquistarle.
Ad un certo punto della tua vita, potresti esserti imbattuto in un mercatino delle pulci o qualcosa di simile in prodotti di alta qualità, possibilmente di marchi commerciali affidabili, ma a prezzi significativamente più bassi del solito.
Questo potrebbe averti indotto a effettuare un acquisto, portandoti magari a casa qualcosa che desideravi da tempo.
Tuttavia, tali acquisti, nonostante appaiano vantaggiosi, possono avere conseguenze legali.
Le potenziali conseguenze che potrebbero derivare dalle nostre azioni vanno sempre considerate, così come i fattori specifici che giustificano il nostro scetticismo al fine di evitare di incorrere in tali conseguenze.
Nel caso in cui decidiamo di ignorare questa attività illecita, potremmo essere denunciati col reato di ricettazione.
Tale reato si configura quando detti beni sono consapevolmente acquisiti allo scopo di trarne un vantaggio economico, pur essendo a conoscenza della loro provenienza illecita.
Questa particolare tipologia di reato avviene quando si acquistano articoli di abbigliamento di brand affidabili (ad es. calzature, capispalla, felpe con cappuccio) o dispositivi elettronici (come lettori mp3 e fotocamere) a prezzi notevolmente ridotti rispetto ai valori standard di vendita al dettaglio.
Queste transazioni hanno un’elevata probabilità di acquisto di beni rubati, esponendosi quindi a conseguenze legali come la reclusione per un periodo compreso tra 2 e 8 anni, nonché multe da 516 euro a 10.329 euro.
Merce che viene messa in vendita sulle bancarelle: quando si configura il reato di ricettazione?
In ambito giudiziario, il reato di ricettazione si configura quando un soggetto, con piena consapevolezza della provenienza illecita della merce stessa, procede all’acquisto assumendosi volontariamente i relativi rischi.
Il reato di acquisto incauto può potenzialmente dare vita a un’ulteriore conseguenza penale. Tale reato si configura quando le persone acquistano beni senza verificarne la legittima provenienza, ad esempio se sono stati rubati o ottenuti con altri mezzi illeciti.
I fattori che possono destare sospetti includono l’alta qualità della merce, il tipo di venditore (come un venditore ambulante o qualcuno con una bancarella) e il prezzo significativamente inferiore a cui la merce viene offerta rispetto al normale valore di mercato.
Impegnarsi in tali transazioni mette le persone a forte rischio di arresto per un periodo fino a sei mesi o una multa minima di € 10.
Per fare un esempio, il reato di acquisto incauto è tipico delle persone che si procurano merci contraffatte da commercianti ambulanti che si aggirano spesso sulle spiagge o nelle immediate vicinanze, di solito in strada e nei mercatini sul lungomare.
Rientrano in questa casistica anche coloro che acquistano smartphone di ultima generazione da venditori ambulanti a prezzi notevolmente inferiori rispetto a quelli che si trovano nei negozi.
Chi acquista merce del genere, senza sapere da dove provenga, ma comunque consapevole del valore del bene e della natura della transazione, un po’ di dubbi sull’illegalità dell’acquisto dovrebbe porseli.
La responsabilità di cui si è chiamati a rispondere deriva dalla mancata cautela nel sospettare la possibile provenienza illecita, in particolare quando si tiene conto di fattori quali il prezzo, la qualità e i dettagli della transazione.
Inoltre, quando si acquista merce contraffatta, l’acquirente potrebbe incorrere in sanzioni amministrative per violazione della normativa in materia di tutela dei marchi commerciali.
Ciò include le violazioni relative all’autenticità e all’origine dei prodotti, nonché le violazioni dei diritti di proprietà intellettuale di cui all’articolo 1, comma 7 della legge n. 35/2005.
Quali le complicazioni connesse all’acquisto?
Quando si tratta di commercio di merci contraffatte, le complicazioni per chi acquista non mancano.
Se l’acquisto viene effettuato senza aver prima accertato la legittima provenienza dei beni, ragionevolmente desumibile dalla qualità del prodotto, dalle condizioni del venditore o dal prezzo, si rischia di incorrere in una sanzione amministrativa pecuniaria da 100 euro a 7.000 euro.
Per evitare di commettere questi reati, bisogna cercare prove che alimentino il sospetto, in modo tale che scatti un allarme in testa, il quale faccia desistere una persona dall’acquistare la merce.
Quando si tratta del reato di ricettazione, ci sono indicatori inequivocabili. Uno tra tutti l’evidente impossibilità da parte del venditore di acquistare merce così costosa.
Sarebbe opportuno anche dare un’occhiata alle etichette apposte sulle merci, che potrebbero ricondurre ai negozi da cui sono state rubate.