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Cosa succede se l’inquilino non paga le spese condominiali? Lo spiega la legge

Tante sono le questioni che riguardano un condominio. Una di queste è se l’inquilino non paga le spese condominiale. Vediamo come si pronuncia la legge in merito.

Anziana comdominio – Oipamagazine.it

Il condominio è uno dei luoghi più vivaci in Italia per diversi motivi. In quelli grandi, poi, sembra di vivere in un micromondo composto da personalità diverse, status sociali differenti e modi di vivere unici.

Poi ci sono gli obblighi che ogni condomino è tenuto a rispettare. Uno di questi sono le spese condominiali.

Ma cosa succede se l’inquilino decide di non pagare le spese condominiali? La legge afferma alcune cose su questa delicata situazione. Ma la risposta non è così semplice come qualcuno potrebbe aspettarsi.

Potrebbe sembrare una situazione strana, ma in realtà è proprio quello che può succedere quando un inquilino sceglie di non pagare le spese condominiali.

Le spese che l’inquilino decide di evitare di pagare possono rappresentare un problema, ma per chi?

Approfondiamo cosa prevede la legge in merito agli obblighi del proprietario e all’operato dell’amministratore di condominio. Chi finisce per essere colpito dalle conseguenze che ne derivano?

Spese condominiali: cosa accade se l’inquilino non vuole pagarle?

Ti stai chiedendo se gli inquilini devono coprire le spese condominiali? Bene, diamo un’occhiata a cosa dice la legge italiana al riguardo.

Anche se l’appartamento è in locazione, il locatore è comunque tenuto a pagare le spese in base al valore dell’immobile, i cosiddetti “millesimi”, nonché l’utilizzo di alcuni servizi come l’ascensore o le scale.

In un condominio ci sono spesso scale, cortili e altri servizi che soddisfano le esigenze di tutti i residenti.

Il pagamento per la manutenzione, tuttavia, è solitamente suddiviso tra i residenti in base a chi ne beneficia maggiormente o utilizza questi spazi con maggiore frequenza.  Ma cosa succede se un inquilino si rifiuta di pagare la sua quota?

In questa situazione, l’amministratore del condominio, che è rimasto senza la sua giusta quota, può rivolgersi direttamente al proprietario.

Perché? Il motivo è che il proprietario è quello con la responsabilità ultima quando si tratta del condominio.

A confermarlo è la Corte di Cassazione

Questo principio è stato persino confermato dalla Corte di Cassazione, il che significa che l’amministratore non può semplicemente agire direttamente sull’inquilino.

L’amministratore ha qualche asso nella manica per gestire la situazione. Un’opzione è denunciare l’inquilino inadempiente con un’ingiunzione temporanea, che può essere eseguita immediatamente.

E se ciò non risolve il problema, l’amministratore può anche perseguire i beni dell’inquilino. Il rovescio della medaglia?

Il proprietario può prendere in mano la situazione intraprendendo un’azione legale contro l’inquilino e persino cacciandolo se non riesce ad assolvere all’obbligo di pagamento.

La sentenza della Corte di Cassazione numero 10719/1993 fa scuola da anni. Ai sensi dell’articolo 1123 del codice civile e dell’articolo 63 delle disposizioni di attuazione del codice civile, l’amministratore può trattare solo con il proprietario dell’immobile.

Ha senso, vero? Quindi, se sei il proprietario e hai affittato il tuo immobile, puoi chiedere all’inquilino i soldi e cacciarlo se è indietro di almeno due mesi o se sono in ritardo da ben 60 giorni.