L’inquinamento acustico non provoca danni soltanto al sonno e all’udito ma va a colpire anche altri elementi fondamentali del nostro organismo. Sappiamo infatti che, a causa del rumore eccessivo, è possibile riscontrare problematiche anche all’intestino e alla tiroide. Ma qual è il modo per proteggersi da tutto ciò?
Nel momento in cui si parla di inquinamento acustico, si fa riferimento alla presenza di una fonte rumorosa così intensa che, con il passare del tempo, può provocare dei danni al sistema psicofisico di ognuno di noi.
È sempre più frequente il fenomeno dell’inquinamento acustico
L’inquinamento acustico potrebbe avere numerose cause le quali non sono esclusivamente ambientali ma che spesso sono inerenti agli stili di vita e alle cattive abitudini che ognuno di noi ha.
Un esempio è dato dal fatto che una strada trafficata dà vita ad un rumore che equivale ai 100 decibel, ossia l’equivalente del rumore di un martello pneumatico che spesso dà vita a numerose liti condominiali.
L’inquinamento acustico provoca numerosi danni tra cui l’invecchiamento precoce e una sensazione di affaticamento nel distinguere suoni e parole.
Per quanto riguarda i più giovani invece, l’inquinamento è provocato anche dall’ascoltare musica ad un volume troppo alto.
È molto facile infatti andare oltre la soglia di 80-100 decibel, una condizione che porta ad andare verso al direzione dello stress uditivo.
In questo modo, il rischio che si corre è quello di vedere ridotte le capacità uditive fin da ragazzi.
Si tratta di un fenomeno molto frequente al punto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’OMS, afferma che circa un miliardo di persone corrono il rischio di perdere l’udito proprio perché hanno l’abitudine di ascoltare la musica ad un volume eccessivamente alto.
In cosa consiste l’inquinamento acustico
Coloro che subiscono di continuo la presenza di un frastuono, sono costretti, in seguito, a fare i conti con diverse patologie oltre che danni che colpisce il nostro organismo.
Quattro sono le fonti che in particolare causano l’inquinamento acustico, ossia:
- traffico di aerei, treni e veicoli;
- attività industriali;
- vita domestica;
- fenomeni meteorologici.
All’interno della prima categoria, fanno parte rumori provenienti da motori, pneumatici e clacson. Si tratta di suoni inutili e molesti che in alcuni casi possono essere evitati.
Se si fa riferimento all’inquinamento da traffico ferroviario si può affermare che questo è un qualcosa limitato a quei luoghi che si trovano nei pressi distrazioni oppure in un punto in cui c’è un alto passaggio di tali mezzi.
Discorso analogo è quello che si fa invece per il traffico aereo in quanto, in questo caso, a soffrirne sono coloro che hanno un’abitazione nei pressi di zone in cui gli aerei decollano o atterrano.
Se invece si fa riferimento ad attività industriali, sia commerciali che artigianali, ogni cosa dipende strettamente dalla produzione. Infatti, anche se ci sono fabbriche molto rumorose, numerosi sono gli strumenti che si possono usare per attenuare il rumore.
Passando invece ad un altro punto, ossia i rumori provocati da condizioni metereologiche, sarà sufficiente far riferimento al suono dei tuoni mentre, per inquinamento domestico, ci si riferisce all’inquinamento provocati da radio e televisori che spesso vengono tenuti al volume eccessivamente alti oppure all’utilizzo di elettrodomestici come la lavatrice e l’aspirapolvere.
Chi soffre maggiormente a causa dell’inquinamento acustico
In base a ciò che afferma l’agenzia Europea dell’Ambiente, è stato calcolato che esporsi per molto tempo l’inquinamento acustico, provoca la morte in Europa di circa 12.000 persone nel corso di un anno e di 48.000 soggetti che hanno sofferto di cardiopatie ischemiche.
Ma i dati, seppur spaventosi, non finiscono qui. Sembra infatti che sono circa 22 milioni le persone che soffrono di problemi cronici inerenti all’inquinamento acustico, mentre 6,5 milioni si trovano a fare i conti con disturbi del sonno provocati sempre dai rumori eccessivamente alti.
Inoltre, come affermano i calcoli provenienti dall’EEA, nel corso di un anno anche i bambini sono colpiti molto dall’inquinamento acustico al punto che 12.500 minori vedono compromessa ogni facoltà cognitiva proprio a causa di tale fenomeno.
Quando si parla di mal di rumore
Insomma, l’inquinamento acustico è una problematica molto preoccupante.
A darne conferma sono i datti raccolti attraverso un’indagine portata avanti da Eurisko, in cui si afferma che il mal di rumore risulta essere molto diffuso.
Questo è ciò che è stato scoperto dopo aver intervistato 8.800 persone sparse in 11 Paesi differenti.
Basti pensare al fatto che in Italia il 29% degli abitanti risulta essere esposto a livelli molto alti di frastuono mentre, l’83% trae svantaggi dal rumore eccessivo del traffico.
In quale caso il rumore di trasforma in inquinamento acustico
E’ stata l’Organizzazione Mondiale della Sanità a stabilire i paletti attraverso i quali si va a misurare quando un rumore si trasforma in inquinamento acustico.
In poche parole sono due le soglie indicate, ossia:
- 65 decibel nell’arco della giornata;
- 55 decibel nell’arco della nottata.
Esiste poi un aspetto legale inerente all’inquinamento acustico, delle norme che si riferiscono soprattutto alla convivenza condominiale.
In tale caso, indica la legge ha stabilito dei limiti massimi che non devono essere superati in quanto, in caso contrario, il rischio che si corre è quello di trovarsi di fronte ad una pratica illegale.
I sintomi e le patologie dell’inquinamento acustico
Tra i vari sintomi e patologie dell’inquinamento acustico troviamo i danni uditivi insieme a quelli extra uditivi.
Nel primo caso si fa riferimento ad un danno acuto provocato da un rumore intenso anche se è breve mentre quando si parla di danno cronico, si fa riferimento ad un’esposizione eccessivamente elevata e prolungata nel tempo.
Sia nel primo che nel secondo caso, l’udito diminuisce, andando a provocare una ipoacusia neurosensoriale la quale risulta essere irreversibile e che può dar vita anche ad insensibilità, ronzii e vertigini.
Invece, quanto si parla di danni extra uditivi, si fa riferimento a quelli che vengono generati dal nostro organismo senza tener conto dell’apparato uditivo.
Troviamo i disturbi come problematiche inerenti al sistema immunitario, ad alterazioni delle surrene, della tiroide, al sistema nervoso oltre che all’aumento della pressione arteriosa.
Inoltre è molto importante sapere che un rumore risulta essere fonte di stress, un qualcosa che provoca conseguenze su ogni organo, andandone a compromettere la funzionalità.
Infatti, coloro che si trovano di fronte a dei rumori continui, si trovano a fare i conti con disturbi del sonno oltre che problematiche inerenti all’attività intellettuale, ossia quando non si riesce a trovare la giusta concentrazione per lavorare e studiare.
In che modo difendersi dall’inquinamento acustico
È possibile trovare un modo per difendersi dall’inquinamento acustico.
Infatti, anche dal Parlamento Europeo arrivano delle proposte utili per fare in modo che i rumori possano essere diminuiti proprio come i rumori delle auto, andando ad introdurre dei limiti con emissioni sonore basse insieme a etichette nuove che vanno ad indicare il livello di rumore che ogni modello produce.
Anche all’interno dell’abitazione o nel posto di lavoro è possibile trovare un modo per difendersi dall’inquinamento acustico.
Sarà sufficiente aggiungere in questi luoghi dei pannelli fonoassorbenti, ossia dei pannelli che sono stati creati utilizzando delle schiume adatte il cui compito è quello di assorbire il rumore, andando così ad attutirlo.
Un’altra alternativa potrebbero essere i doppi vetri, una soluzione perfetta anche per risolvere tale problematica.
L’inquinamento acustico però non si combatte soltanto nelle proprie abitazioni ma anche in un ambiente esterno.
Un metodo per trovare una soluzione è quello di utilizzare un asfalto fonoassorbente, il quale da una parte è molto costoso e necessita di molta manutenzione, ma dall’altro riesce ad assorbire tutte le onde sonore causate dalla compressione dell’aria al di sotto della scocca del veicolo.
L’inquinamento acustico e gli alberi
Per combattere l’inquinamento acustico, una soluzione potrebbe anche essere quella di piantare degli alberi nei bordi delle strade, in modo da realizzare delle barriere contro il rumore.
Inoltre, una barriera di alberi alta almeno 15 metri, diminuisce anche l’inquinamento atmosferico poiché riesce ad abbattere le polveri sottili, andando così a purificare l’aria.
Si tratta di una problematica che deve essere risolta a livello europeo ma in cui anche i cittadini hanno una possibilità di fare la propria parte.
Infatti sarà sufficiente acquistare automobili ibride ed elettriche, scegliere un asfalto fonoassorbente, installare delle barriere di piante ed ogni altro accorgimento che possa essere utile a tale obiettivo.
L’inquinamento acustico e la musica
Spesso capita che la popolazione giovanile sia esposta a tutti i rischi provocati dall’inquinamento acustico che proviene dall’ascoltare musica ad un volume molto alto.
In questo caso, i rimedi naturali da applicare sono due.
Il primo è quello che prevede l’utilizzo della regola 60-60 ossia ascoltare la musica ad un volume che non va oltre al 60% del volume massimo e di ascoltarlo per non più di 60 minuti.
Esiste poi un rimedio preventivo che implica quindi l’utilizzo di cuffie esterne le quali sono molto più consigliate a differenza delle tradizionali auricolari poiché il suono che proviene da tali strumenti risulta essere più morbido e più dolce e quindi poco traumatico per il timpano e quindi per la sua membrana.
L’inquinamento acustico sotto acqua
L’inquinamento acustico sotto acqua può essere molto forte al punto da impedire addirittura la comunicazione tra i pesci.
Tutto ciò accade per specie che nel Mediterraneo sono molto diffuse tra cui la castagnola e la corvina.
Questo è ciò che è stato dimostrato attraverso uno studio che il progetto “Sordo come un pesce” ha realizzato.
A questo riguardo ha voluto condividere le sue scoperte la biologa Marta Picciulin la quale ha affermato che il rumore prodotto da un’imbarcazione può fare in modo che i pesci diventino sordi.
Si tratta di un fenomeno che va a compromettere la fecondazione delle uova oltre che la sopravvivenza di tutte quelle specie che per andare avanti riescono ad attirare i partner solo andando ad emettere dei suoni.
Differentemente da come crediamo, il mare non risulta essere un luogo silenzioso in quanto all’interno delle acque il suono è in grado di viaggiare cinque volte molto più velocemente a differenza dell’aria.
Quali sono le città d’Italia più rumorose
Detto ciò, andiamo avanti descrivendo quali sono le città del nostro stato che provocano una quantità maggiore di rumore.
Al primo posto troviamo Milano, luogo in cui sono presenti tutte e quattro le cause che si trovano alla base dell’inquinamento acustico.
Ci sono luoghi di questa città, tra cui i Navigli in cui il rumore quotidiano riesce a superare i 75 decibel.
Il podio è completato invece da altre città come Lecce la quale occupa la seconda posizione e Verona che invece troviamo al terzo posto.
Si tratta di cittadine che, nonostante siano più piccole, vedono comunque un livello eccessivo di inquinamento acustico.
La problematica del rumore ambientale in Europa
Sicuramente, il motivo principale del rumore è dato dal traffico stradale.
Si tratta di un problema sempre più presente all’interno di aree urbane e rurali. Infatti, dopo il rumore veicolare, troviamo quello industriale, aeronautico e ferroviario.
In particolar modo sappiamo che il rumore ferroviario ha colpito circa 22 milioni di soggetti mentre 4 milioni sono stati invece colpiti da livelli molto alti di rumori provocati dagli aerei.
Per trovare una soluzione a tale fenomeno, l’agenzia Europea dell’ambiente pensa che sia importante agire sulle vecchie strade, andando a migliorare la gestione del traffico e riducendo i limiti di velocità arrivando 30 km all’ora.
Si tratta di misure che verranno poi affiancate dalla promozione di quella che è la mobilità green e sostenibile la quale risulta essere meno rumorosa.
Ed è per questo motivo che si sta cercando di spingere verso l’utilizzo di zone pedonali insieme a molti incentivi per l’acquisto di veicoli elettrici.