Se vuoi aprire una nuova finestra in casa, devi prima sapere se è possibile farlo e, in caso affermativo, preparare la documentazione necessaria.
Durante i lavori di ristrutturazione, in particolare quando si tratta di strutture più vecchie, è spesso necessario creare finestre aggiuntive per migliorare l’afflusso di luce naturale in spazi scarsamente illuminati.
In passato, c’erano diversi standard di costruzione che potrebbero aver trascurato l’importanza della luce solare nell’illuminazione degli spazi interni.
Al giorno d’oggi, tuttavia, è chiaro che sia la luce che l’aria svolgono un ruolo cruciale nel migliorare la qualità complessiva della vita tra le mura domestiche.
Per fortuna, in certe occasioni, la semplice apertura di una nuova finestra o l’ampliamento di una esistente può determinare un cambiamento favorevole nel modo in cui viene percepita una casa.
Tuttavia, è effettivamente realizzabile o ci sono dei vincoli da considerare? Proviamo a chiarire la questione.
A volte, non è possibile aprire una finestra in un muro, soprattutto se ci sono vincoli sulla proprietà o se c’è un altro edificio nelle immediate vicinanze, come previsto dal codice civile in merito alle distanze minime.
Per comprendere se è possibile o meno aprire una finestra nuova, ci sono diversi fattori che dovrebbero essere presi in considerazione.
Quando si valutano le modifiche architettoniche di un edificio, è fondamentale tenere conto sia dell’impatto estetico che della sicurezza e stabilità strutturale.
Qualsiasi nuova installazione di finestre non dovrebbe compromettere l’estetica esistente dell’edificio.
Il Comune, infatti, ha la facoltà di respingere tali richieste, in particolare se riguardano la facciata principale.
Fondamentale, quindi, bisogna prima rivedere a fondo il regolamento edilizio comunale per verificare se ci sono vincoli, come il divieto di lucernari o se ne è già presente uno sullo stesso tetto. Inoltre, la stabilità della struttura è della massima importanza.
La creazione di una nuova apertura può potenzialmente indebolire la struttura complessiva, rendendo necessario chiamare un ingegnere che possa valutare attentamente le circostanze specifiche e supervisionare il progetto.
L’art. 905 c.c. vieta espressamente l’apertura di vedute nuove, anche al di sopra del tetto, a meno che non vi sia una distanza minima di un metro e mezzo tra la parte inferiore del prospetto e la facciata esterna della parete interessata.
Con il termine “luce” si intende un’apertura che permette il passaggio dell’aria e della luce impedendo di affacciarsi sul fondo del vicino.
Per rispettare la normativa, le ringhiere devono essere installate con un’altezza del davanzale di 2,5 metri dal suolo per gli affacci al primo piano, e ad un’altezza di 2 metri dal pavimento tra i piani per gli affacci ai piani superiori.
Per iniziare i lavori è indispensabile ottenere un nulla osta e attendere l’autorizzazione, in quanto la soprintendenza ha la facoltà di imporre vincoli culturali, ambientali e paesaggistici al progetto.
Secondo il regolamento condominiale, è possibile che l’installazione di una nuova finestra venga vietato perché le facciate vengono considerate alla stregua di un bene comune.
Dopo aver appurato la possibilità dell’apertura di una nuova finestra, il passo successivo è quello di selezionare con cura gli infissi appropriati che andranno a completare la facciata.
Quando si tratta di condomini, è essenziale che le dimensioni, il modello e il colore siano in linea con lo stile generale. In effetti, la legge impone questo requisito.
Se il colore non ti soddisfa, puoi raggiungere un accordo installando infissi con due tonalità diverse e nella tonalità che preferisci all’interno. Se l’edificio è antico, gli infissi in PVC che imitano il legno sono quelli ideali.
Invece, per grandi finestre o edifici di stile industriale, gli infissi in alluminio con taglio termico sono più adatti.