Sono in molti a chiedersi cosa accada ai beni che sono stati acquisiti prima del matrimonio in riferimento all’eredità. Scopriamo chi avrà diritto al possesso di essi.
La dipartita del proprio coniuge è uno dei momenti maggiormente tristi che ci possono essere nel corso della vita. Rimanere vedovi è una sensazione spiacevole molto forte, alla quale nessuno di noi sarà mai abituato. Oltre al difficile momento personale, poi, si dovranno fare anche i conti con l’eredità.
In molti casi, essa si risolve in modo semplici, mentre altre volte – anche a causa di vari disguidi fra gli eredi – le questioni ereditarie possono essere lunghe e burrascose. In tal senso, le ripercussioni in tal senso potranno durare anche molti anni.
In caso di testamento scritto in vita dal defunto, tutte le sue disposizioni dovranno essere rispettate. In mancanza di esso, a far luce sull’eredità sarà il Codice Civile.
Nel caso in cui dovesse essere presente un unico erede universale, come normale che sia, non ci sarà alcun problema legato alla divisione dei beni. In presenza di coniuge e altri eredi, invece, le quote dovranno essere divise in parti uguali. Sul testamento, però, si potranno leggere le disposizioni in merito alla divisione delle varie proprietà.
In assenza di esso, ogni proprietà verrà divisa in parti uguali fra tutti gli eredi. Cosa accade in merito ai beni acquistati prima del matrimonio? Essi spettano al coniuge oppure a tutti gli eredi in base alla propria quota? Analizziamo insieme il tutto.
I beni comprati dal coniuge prima del matrimonio non rientrano nella comunione dei beni. Questo è l’aspetto che vogliamo subito evidenziare prima di affrontare l’argomento nei minimi dettagli. A chi andranno, quindi, al momento del decesso di uno dei due coniugi? Ecco tutto quello che c’è da sapere in merito.
Chi decide di convolare a nozze dovrà scegliere il proprio regime patrimoniale coniugale. In pratica, sarà doveroso scegliere la reale distribuzione tra i due coniugi in merito ai beni e alle varie ricchezze che si avranno nel corso del matrimonio.
Un regime patrimoniale coniugale potrà essere con comunione dei beni oppure con separazione dei beni.
Con il primo regime patrimoniale, ogni bene comprato nel corso del matrimonio sarà comune a tutti e due i coniugi. Con l’altro regime, invece, i beni acquistati da uno dei due coniugi con i propri soldi saranno solo di sua proprietà.
Anche con la separazione dei beni, comunque, c’è la possibilità di cointestare un bene specifico, nel caso in cui si volesse procedere in tal senso.
Cosa accade ai beni acquisiti prima del matrimonio al momento dell’eredità? Come detto, anche con la comunione dei beni essi non rientrano in questo regime patrimoniale. Analizziamo gli ulteriori dettagli in tal senso.
Il regime patrimoniale è la discriminante principale in caso di decesso di uno dei due coniugi al momento dell’eredità. Con la comunione dei beni, diversi beni spettano interamente al coniuge, a differenza del regime in separazione di essi. In questo caso, infatti, tutti i beni confluiscono nella massa ereditaria.
Il coniuge rimasto in vita, poi, avrà anche il diritto di poter continuare a vivere nella casa familiare di sempre, potendo sfruttare senza il minimo problema anche tutti gli elementi d’arredo e non solo presenti all’interno di essa.
Esistono, però, alcuni beni che non rientrano nella comunione di essi al momento del decesso. Fra questi, troviamo i beni che erano stati ricevuti dal coniuge per mezzo di una donazione, i beni a uso personale e tutti quelli acquisiti prima di essere convolati a nozze e aver stipulato l’accordo matrimoniale.
Come anticipato, quindi, i beni comprati dal defunto prima di essere convolato a nozze rientrano tutti nella massa ereditaria generale. In assenza di disposizioni sul testamento, tutti gli eredi dovranno dividerseli in base alla propria quota.
L’eccezione, però, si avrà in merito alla casa coniugale, anche nel caso in cui essa dovesse essere stata acquistata dal coniuge defunto prima del matrimonio. In tal caso, il coniuge rimasto in vita potrà continuare a vivere al suo interno.
L’abitazione sarà giuridicamente divisa fra tutti gli eredi, ma il coniuge avrà la possibilità per legge di continuare a viverci.