Per quanto riguarda il congedo di paternità, al lavoratore spettano 10 giorni di riposo. Le specifiche categorie? Vediamole di seguito.
In base alla nuova normativa, in vigore dal 1° gennaio 2022, i padri sono ora tenuti a concedere un totale di dieci giorni di congedo di paternità entro i primi cinque mesi successivi alla nascita del figlio.
Tale disciplina è stata consolidata con l’emanazione della Legge n. 234 del 30 dicembre 2021, comunemente denominata Legge di Bilancio per il 2022.
L’introduzione del beneficio è stata avviata dal Legislatore con l’emanazione della Legge n. 92/2012, comunemente nota come Legge Fornero.
Fin dalla sua istituzione, il beneficio ha subito numerose revisioni per quanto riguarda il periodo obbligatorio di congedo a cui padri e genitori sono tenuti ad attenersi.
Il provvedimento provvisorio noto come Legge n. 232/2016 ha ufficialmente stabilito la proroga del congedo obbligatorio per i padri dei dipendenti.
Nel 2017 tale congedo è stato esteso a una durata di due giorni. L’anno successivo, nel 2018, è stato esteso a quattro giorni.
Nel 2019, i padri avevano diritto a un periodo di cinque giorni di congedo. Nel 2020 questa durata è stata ulteriormente estesa a sette giorni. Infine, nel 2021, ai padri sono stati concessi complessivamente dieci giorni di congedo obbligatorio.
La Legge di Bilancio 2022 ha adottato misure per rafforzare il coinvolgimento paterno nella vita familiare e nella cura dei figli.
Queste disposizioni, inizialmente temporanee, sono state ora rese permanenti per consolidare ulteriormente il loro impatto.
Congedo di paternità: come funziona?
In base alle recenti innovazioni introdotte nel 2022, è stato stabilito che entro un arco di 5 mesi dalla nascita di un figlio (o dall’ingresso del bambino in famiglia attraverso l’adozione o l’affidamento), il padre lavoratore, a prescindere dal fatto che sia adottivo o affidatario, ha diritto a:
- durante il quinto mese dopo il parto è richiesta l’astensione dal lavoro per un totale di 10 giorni. È importante notare che questo periodo di astensione dal lavoro può coincidere con il congedo di maternità;
- ha la possibilità di astenersi volontariamente dal lavoro per un solo giorno, purché raggiunga un accordo con la madre e ne subentri, per quanto riguarda la durata del suo congedo di maternità. Di conseguenza, la conclusione del congedo postnatale della madre lavoratrice è anticipata di un giorno.
Inoltre, periodi di tempo non consecutivi possono essere utilizzati per usufruire del congedo obbligatorio di paternità.
Congedo di paternità: quanto spetta a livello economico?
Durante il periodo di astensione obbligatoria, il padre ha diritto a percepire un’indennità pari al 100% della retribuzione giornaliera media della lavoratrice, calcolata sulla base dei criteri per l’indennità di maternità previsti dalla normativa vigente.
Questo calcolo considera il salario globale medio per i 30 giorni che precedono il periodo di astinenza.
Il compenso è erogato dal datore di lavoro, secondo criteri prefissati, ed è calcolato sulla base dei contributi mensili dovuti da tutti gli altri datori di lavoro.
Inoltre, per ogni giorno di congedo usufruito è assicurata la garanzia del contributo figurativo necessario alla maturazione della rendita pensionistica e del suo corrispondente importo.
Nel caso in cui il padre scelga di usufruire del congedo facoltativo al posto della madre, si applicheranno le stesse norme e condizioni.
Gli adempimenti
Per fruire del congedo obbligatorio, il padre di nuova nomina deve darne formale comunicazione scritta al proprio datore di lavoro, con un preavviso minimo di 15 giorni.
Inoltre, questo avviso scritto dovrebbe specificare il periodo di tempo desiderato per prendere il congedo.
In alternativa, qualora la lavoratrice intenda avvalersi del periodo di astensione volontaria, dovrà presentare domanda scritta unitamente ad una dichiarazione della madre in cui si attesti la decisione di rinunciare al congedo di maternità durante lo stesso periodo.
I giorni di ferie del lavoratore saranno comunicati all’INPS dal datore di lavoro utilizzando il flusso mensile Uniemens.
La presentazione della domanda, invece, deve essere fatta per via telematica dal padre lavoratore direttamente all’INPS.
L’istanza è specificatamente rivolta ai soggetti appartenenti alle seguenti categorie: lavoratori agricoli, lavoratori stagionali, soggetti disoccupati beneficiari di assegni Naspi o sospesi per intervento degli ammortizzatori sociali, soggetti che operano nel settore dello spettacolo con contratto precario o a tempo determinato e lavoratori domestici.