Si parla di assegno a rischio per milioni di italiani, che giustamente sono molto preoccupati. Di quale assegno stiamo parlando? Scopriamolo.
L’assegno unico per figli a favore di milioni di italiani è ora a rischio a causa della nuova circolare Inps di luglio.
Le famiglie con figli hanno diritto a percepire tale assegno, che ha sostituito in busta paga l’assegno familiare per i figli.
Si tratta di un contributo il cui importo varia a seconda del valore ISEE del nucleo familiare e della sua composizione.
Tale assegno è dovuto a tutte le coppie con figli, comprese le coppie conviventi, siano esse conviventi di fatto o abbiano formalizzato la convivenza presso il Comune.
L’assegno è concesso alle coppie con uno o più figli a carico di età inferiore ai 21 anni, purché il figlio faccia parte del nucleo familiare.
Anche se il figlio ha più di 21 anni, l’assegno per figlio unico può comunque essere ottenuto in determinate circostanze.
Rientrano in tali circostanze il figlio che frequenta un corso di laurea, che partecipa ad uno stage o ad un impiego con reddito complessivo inferiore a 8 mila euro annui, che cerca attivamente un impiego presso i servizi pubblici per l’impiego, o che svolge mansioni di servizio civile universale.
L’ultima circolare dell’INPS ha fornito chiarimenti sulle prossime modifiche e anticipazioni per coloro che attualmente percepiscono l’assegno per figlio unico ma rischiano di perdere il reddito di base.
Questo reddito di cittadinanza, come ampiamente noto, sta per scadere e sarà sostituito dal nuovo assegno di inclusione a partire da gennaio 2024.
Secondo la recente circolare INPS, nel periodo di transizione dal reddito di cittadinanza esistente al prossimo assegno di inserimento, i soggetti che intendono mantenere il diritto all’assegno unico per i figli devono seguire determinate procedure.
In particolare, dopo i primi sette mesi di percepimento del reddito di cittadinanza, è tassativo per gli interessati presentare una nuova domanda entro la fine del mese in cui scade il reddito di cittadinanza.
Tale domanda è necessaria per garantire la continuità dell’assegno unico e per garantire la continuità delle prestazioni.
Al fine di mantenere l’assegno unico per i figli e la sua sospensione in corso, è tassativo presentare la domanda per l’assegno unico per i figli prima della data di scadenza del reddito di cittadinanza.
Per richiedere l’assegno individuale per i figli, uno dei due genitori con responsabilità genitoriale deve presentare la domanda direttamente sul sito dell’INPS.
Questo deve essere fatto seguendo una procedura designata. Una volta completata la domanda, l’indennità viene automaticamente distribuita ogni mese sul conto Iban specificato durante il processo di domanda.
Secondo l’INPS, è necessario presentare domanda per l’assegno unico nei casi in cui il reddito minimo è sospeso.
A partire dal 1° gennaio 2024, l’assegno di inclusione sostituirà progressivamente l’attuale sistema del reddito di cittadinanza.
Tale indennità sarà concessa per una durata massima di 18 mesi ed è soggetta a determinati criteri di ammissibilità.
Per accedervi è necessario essere inoccupati, possedere un ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) non superiore a 9.360 euro, avere la cittadinanza dell’Unione o essere un familiare con diritto di soggiorno o di residenza permanente, compresi i cittadini di paesi terzi in possesso di permesso di soggiorno UE di lungo periodo in corso di validità o di protezione internazionale.
Inoltre, i richiedenti devono aver risieduto in Italia per un minimo di 5 anni, con gli ultimi 2 anni continuativi al momento della domanda.
Inoltre, devono essere portatori di handicap, minorenni, ultrasessantenni o avere un’invalidità civile riconosciuta.
Il reddito annuo della persona fisica deve essere inferiore a 6.000 euro e il suo patrimonio immobiliare (esclusa l’abitazione principale, valutata a meno di 150.000 euro) non deve superare i 30.000 euro.
Inoltre, il loro patrimonio mobiliare non deve superare i 6.000 euro, con un incremento di 2.000 euro per ogni ulteriore familiare (fino a un massimo di 10.000 euro) e di ulteriori 1.000 euro per ogni minore oltre il secondo.
Tali soglie sono ulteriormente aumentate di 5.000 euro per ogni familiare disabile e di 7.500 euro per ogni componente affetto da grave disabilità o non autosufficienza.
Per richiedere l’indennità di inserimento hai due possibilità: presentare la domanda di persona al Caf oppure presentarla online direttamente all’INPS.
Una volta ricevuta, l’INPS esaminerà la domanda per verificare che siano soddisfatti tutti i requisiti e le condizioni necessarie.
Dopo il processo di verifica, l’INPS comunicherà al richiedente l’esito. Per ricevere il beneficio, il richiedente deve poi registrarsi al Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa (SIISL), accessibile attraverso il nuovo Portale del lavoro.
Il limite massimo per la nuova indennità di inclusione è fissato in 6.000 euro annui o 500 euro mensili.
Oltre a ciò, i soggetti che alloggiano in alloggi in locazione con regolare contratto di locazione hanno diritto anche ad un contributo affitto pari a 3.360 euro annui o 280 euro mensili.
Nel caso in cui il nucleo familiare sia composto esclusivamente da persone di età pari o superiore a 67 anni o da persone con grave disabilità, l’importo mensile sale a 630 euro o 7.560 euro annui.
In tali casi, inoltre, sono previsti ulteriori 150 euro mensili o 1.800 euro annui come contributo affitto.