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Di cosa si parla quando si dice Splitter o Blender? Come coniugarli fra loro

Spesso si sente parlare di Splitter e Blender, due argomenti molto diversi tra loro che oggi andremo ad analizzare nel testo che segue. 

Differenza tra Splitter o Blender- Oipamagazine.it

Si fa riferimento quindi al dividere la vita privata da quella lavorativa oltre che ad unire queste due realtà per avere una flessibilità massima. Insomma, si tratta di due approcci ben diversi che hanno dei risvolti del tutto propri.

Non sempre è facile riuscire a trovare una sorta di equilibrio, un compromesso tra Splitter e Blender. In ogni caso cercheremo di far luce, quanto più possibile, sugli argomenti appena citati.

Splitter o Blender, il dilemma che attanaglia i lavoratori

Da diversi anni a questa parte, il mondo del lavoro è cambiato notevolmente al punto che non sono mancati numerosi lati positivi.

Infatti, da una parte abbiamo assistito all’accettazione del remote working mentre dall’altra si pone più attenzione a quello che è il benessere mentale dei dipendenti.

In poche parole, sembra che ogni azienda italiana abbia preso la direzione di rivoluzionare, poco alla volta, l’intero modus operandi.

Non sempre però si apprezza quella flessibilità che si è conquistata con grande fatica.

Infatti, da una parte il lavoro da casa può essere visto come una soluzione perfetta per risparmiare denaro e tempo mentre, dall’altro, il rischio che si potrebbe avere quello di aumentare le probabilità di non essere più in grado di separare la vita lavorativa da quella privata.

Nonostante tutto, sono sempre di più i lavoratori che preferiscono uno stile ibrido di lavoro in cui ogni scadenza e orario di lavoro viene imposto con una rigidità decisamente più bassa.

Quindi, attraverso lo smart working, si è assistito anche alla nascita di due macro categorie che hanno delle mentalità totalmente differenti. Ovviamente questi due macro gruppi sono Splitter e Blender.

In che modo realizzare un ambiente di lavoro capace di rispettare ogni esigenza sia dello Splitter che del Blender? Vediamo insieme quali sono le differenze che interessano queste due realtà.

Il lavoro da casa, il dilemma della separazione netta o dei confini sfocati

Quindi, in base a ciò che abbiamo potuto vedere fino ad ora, andando ad analizzare gli approcci differenti verso il mondo del lavoro, degli studiosi americani sono stati in grado di coniare le parole Splitter e Blender.

In linea di massima è possibile affermare che un lavoratore Splitter sceglie di mettere dei paletti tra la vita privata e quella lavorativa, facendo sì che possa esserci una distinzione netta tra responsabilità professionale e tempo libero.

Smart working- Oipagazine.it

Tutto ciò si traduce con la volontà di evitare che i problemi lavorativi si rispecchiano sulla vita personale e viceversa.

Esiste poi il termine Blender, un tipo di lavoratore che riesce, senza problemi, ad unire la vita lavorativa con quella privata.

Infatti ogni Blender riesce a vedere il lavoro sotto un’ottica diversa, facendo sì che questo venga definito proprio come una parte integrante della propria esistenza e quindi cercando di andare alla ricerca di un equilibrio che interessi ogni aspetto fondamentale della sua giornata tipo.

In genere un Blender avrà una predisposizione maggiore nel trovare una soluzione a delle questioni personali che si presentano nel corso dell’orario di lavoro.

Inoltre, si tratta di un lavoratore che sceglie di rispondere alle mail anche durante le ore serali oppure di prendersi una pausa dall’ufficio per risolvere un problema in famiglia.

Ciò che sorprende di più è che, attraverso uno studio condotto da Gallup negli Stati Uniti, la divisione tra Splitter e Blender risulta essere quasi alla pari.

Sembra infatti che tra i lavoratori da ufficio prevalga però maggiormente, per il 61%, una mentalità Splitter mentre il 39% sceglie un approccio Blended.

Il compito difficile di accontentare Splitter e Blender

Visto che questi due macro gruppi vedono una differenza molto netta, per il datore di lavoro non è facile essere in grado di indirizzare l’azienda, basandosi su uno dei due approcci.

Indipendentemente dall’ambito di attività, sono molte alte le probabilità che, all’interno del proprio organico, vi siano dipendenti che desiderano separare la vita privata da quella lavorativa e quelli che invece non hanno problemi ad unire le due cose.

Essere in grado di trovare le modalità preferite di ogni risorsa, di sicuro potrebbe essere di aiuto per i leader per capire quali sono le esigenze oltre che alle aspettative del personale e andare ad utilizzare delle qualificazioni aziendali che siano in grado di sostenere ognuna delle due categorie.

Lavoro da casa- Oipagamagazine.it

Un esempio potrebbe essere dato dal fatto che se si ha un’idea chiara di quello che sono tutte le preferenze dei vari dipendenti, si possono prendere delle decisioni mirate riguardo a quello che è la flessibilità dell’ora di lavoro.

Da una parte infatti un Blender potrebbe amare una rigidità minore degli orari mentre lo Splitter potrebbe invece preferita la presenza di un’azienda che si possa considerare come più stabile.

Basandosi inoltre sulle preferenze dei lavoratori, si potrebbero anche affidare responsabilità e progetti differenti.

Gli Splitter potrebbero amare maggiormente incarichi che danno la possibilità di separare la vita d’ufficio da quello personale mentre i Blender potrebbero amare quei ruoli che hanno bisogno di flessibilità e integrazione.

In che modo trovare un buon compromesso per Splitter e Blender

È facile capire quindi quanto possa essere difficile, soprattutto per le aziende più numerose, trovare un modo in cui si soddisfino le preferenze di tutti i dipendenti.

In ogni caso, è possibile fare dei progressi anche senza essere costretti a modificare il modello aziendale.

I vari leader infatti potrebbero permettere orari di lavoro meno rigidi in modo tale che le risorse possano dare inizio o terminare il lavoro più tardi oppure, occasionalmente, scegliere il lavoro da casa nel caso in cui lo preferiscano.

Un’altra idea potrebbe essere quella di incentivare la comunicazione, andando a promuovere un ambiente che risulti essere aperto ad ascoltare le esigenze e le preoccupazioni di ogni dipendente, così da riuscire a trovare una soluzione al delicato equilibrio tra vita personale e lavoro.

In poche parole, non è necessario andare a reinventare l’intento piano, in quanto ci sono casi in cui basterà mettere a disposizione degli spazi di dialogo dove ognuno ha la possibilità di esprimere la propria opinione in modo tale da trovare soluzioni e fare un passo in avanti verso un ambiente di lavoro sereno.