Esiste una distanza che va rispettata se si intende posizionare sotto le finestre dei vicini i bidoni differenziata?
Quando si parla di condomini non si può trascurare il tema della raccolta differenziata o delle possibili conseguenze legali.
Immagina un condominio con un cortile modesto, sia davanti che dietro. Non importa se gli appartamenti si trovano al piano terra o al piano rialzato, in quanto anche il primo piano è soggetto a rigide normative.
In questi casi, il corretto smaltimento dei rifiuti diventa una questione della massima importanza.
In genere, il posizionamento iniziale dei cassonetti avviene in modo casuale, con una preferenza per le aree facilmente accessibili per il trasporto all’aperto o dove c’è spazio disponibile.
La nota dolente nasce quando il posizionamento delle unità immobiliari comporta successive contestazioni.
Nel passaggio seguente, esploreremo il processo decisionale per determinare il posizionamento ottimale dei bidoni della spazzatura, nonché le azioni che possono essere intraprese dai residenti degli appartamenti in cui questi bidoni si trovano sotto le loro finestre.
Si potrebbe obiettare che la questione in esame ruota attorno all’amministrazione degli spazi condivisi, al contenzioso sulle decisioni in materia e alla potenziale inaccettabilità del rilascio di emissioni odorose provenienti dai cassonetti.
Procediamo in modo sistematico, a partire dalla capacità di determinare l’appropriata collocazione dei cassonetti all’interno del condominio.
Posizionamento bidoni immondizia: a chi spetta la decisione?
La responsabilità di determinare la collocazione dei cassonetti all’interno del condominio spetta o all’assemblea o all’amministratore, nel caso in cui l’assemblea non abbia deliberato o fino a quando non sia stata presa una decisione in merito alla loro collocazione.
L’iter deliberativo dell’assemblea di condominio è determinato o da apposita delibera o, se ritenuto necessario, dall’inserimento nel regolamento condominiale di apposita previsione che disciplina la distribuzione dei cassonetti all’interno dello spazio condominiale.
Bidoni condominiali: è possibile imporre ai condòmini il posizionamento fuori dall’edificio?
Il regolamento in materia di condominio, che reca indicazioni circa l’utilizzo dei servizi comuni (quali, ad esempio, la collocazione dei bidoni dell’immondizia, secondo chi scrive), viene coerentemente ratificato con il voto favorevole della maggioranza dei presenti all’assemblea.
Questa maggioranza deve rappresentare almeno il cinquanta per cento del valore totale dell’edificio.
Secondo chi scrive, è loro convinzione che affinché una decisione abbia peso e non sia solo oggetto di discussione in qualsiasi assemblea, sia essenziale la presenza della stessa maggioranza.
Tuttavia, mettono in dubbio la logica alla base della richiesta di un quorum diverso per tale decisione.
Se l’assemblea non ha ancora deliberato o è ancora pendente, spetta all’amministratore, ai sensi dell’articolo 1130 del codice civile, la disciplina dell’uso dei beni comuni.
Ciò include la possibilità di determinare il posizionamento dei bidoni della spazzatura in un’area comune in base alla propria discrezione.
Si possono impugnare le decisioni dell’amministratore o dell’assemblea?
Se ha la possibilità di contestare il modo in cui la decisione è stata assunta dall’assemblea (ad esempio, segnalando vizi della procedura di convocazione o il mancato raggiungimento del numero legale), o contestare specificamente la decisione stessa, cioè che l’assemblea ha acconsentito a destinare i cassonetti in quella determinata sede.
Ogni condominio che ha un interesse nella questione, indipendentemente dal fatto che le sue finestre siano situate sopra o in prossimità dei cassonetti, ha il diritto di presentare la propria causa.
È importante notare che se il disaccordo ruota attorno al valore della decisione, in particolare se si è in disaccordo con la collocazione in quel particolare momento, allora la questione rientrerà nella giurisdizione del giudice di pace.
Questa particolare autorità giudiziaria è specializzata in materia di misura e di protocolli per l’utilizzo dei servizi condominiali, come previsto dall’articolo 7 del codice di procedura civile.
Nella prospettiva di chi scrive, considerata l’unicità del dissenso, è sempre preferibile che esso si risolva fuori dall’aula.
Una potenziale via per la risoluzione è attraverso la mediazione obbligatoria, in quanto consente un approccio più personalizzato per affrontare le specificità della controversia.
Ciò è in contrasto con una decisione giudiziaria, che può essere slegata dalle esigenze pratiche delle parti coinvolte e imposta da un’autorità superiore.
In barba alla decisione dell’amministratore, salva la possibilità di ricorrere all’Autorità Giudiziaria, è prevista la possibilità di richiedere un’assemblea per deliberare nel merito di detta decisione.
Lo scopo di questa riunione sarebbe quello di proporre emendamenti o la completa eliminazione della decisione.
Si possono togliere i bidoni immondizia da sotto una finestra?
Solo perché una decisione viene lasciata incontrastata per un lungo periodo di tempo non la rende automaticamente indiscutibile.
Ciò è particolarmente vero quando si tratta del posizionamento dei bidoni della spazzatura.
L’assegnazione dei contenitori all’interno dei condomini è spesso determinata dagli stessi residenti. Tuttavia, è solo con il tempo che il problema degli odori, o più precisamente della puzza, diventa evidente.
Rifiuti abbandonati presso le parti comuni e le possibili sanzioni
In situazioni di questa natura, non vi è motivo di preoccupazione poiché esistono misure in atto per affrontare tali questioni.
Il codice civile, in particolare l’articolo 844, funge da autorità di governo per regolare vari disturbi.
Sebbene si concentri principalmente sull’inquinamento acustico, comprende anche altri fastidi come gli odori, in particolare quelli che sono ritenuti sgradevoli e hanno il potenziale per permeare l’atmosfera.
Se il fetore emanato dai cassonetti raggiunge un punto in cui diventa insopportabile, il giudice lo valuterà sulla base delle prove presentate dal richiedente e scoperte durante le indagini. Se viene presa tale determinazione, sarà consentito il trasferimento del bidone.
È importante notare che non dovremmo equiparare i “fumi intollerabili” all’atto di spostare il bidone della spazzatura.
Questo perché l’unico spazio disponibile per il cassonetto potrebbe essere dove si trova attualmente e, di conseguenza, il giudice potrebbe essere obbligato ad attuare misure alternative.
Inoltre, il giudice ha la facoltà di esercitare discrezionalità e può assumere una diversa decisione rispetto alla richiesta di spostamento del cassonetto, purché vi sia una valida motivazione.
Lo stesso discorso sull’inaccettabilità degli odori riguarda anche i contenitori collocati sulla pubblica via.
Bidoni differenziata, c’è una distanza da rispettare dalle finestre dei vicini?
Nel codice civile, in particolare l’art. 889, esiste una norma riguardante la distanza richiesta tra il confine di varie strutture come pozzi, cisterne, fosse latrine, letame e condutture.
Questo regolamento stabilisce che la distanza minima non deve essere inferiore a due metri.
Anche volendo interpretarla in senso lato, resta il fatto che la normativa sulle distanze non sempre si applica all’ente condominiale.
Questo perché deve conciliare il suo ambito con le norme sull’utilizzo delle risorse comuni, come delineato dall’articolo 1102 del codice civile. Vale la pena notare che il testo non menziona l’inclusione dei bidoni della spazzatura.
Dato questo contesto, un valido modo di regolare le distanze dei contenitori dei rifiuti dalle finestre sarebbe quello di includerlo nel regolamento dell’edificio, ovvero di approvarlo con una specifica risoluzione.