Coloro che non mandano questo modulo rischiano seriamente di perdere la pensione. L’ho ha puntualizzato l’INPS.
L’INPS ha dedicato notevole impegno all’esame e alla sorveglianza dell’erogazione delle pensioni ai pensionati residenti all’estero.
Tale controllo discende dall’obbligo dell’ente di determinare il legittimo beneficiario della pensione all’estero, in particolare se continui ad essere il pensionato a percepire o meno la mensilità.
L’INPS si trova di fronte a difficoltà nel discernere il vero beneficiario della pensione se i parenti dell’anziano non ne denunciano il decesso, rendendo arduo l’accertamento del corretto beneficiario.
Il processo di autoverifica imposto dall’INPS è soggetto a un determinato periodo di validità. I pensionati beneficiari del suddetto programma e contattati dall’INPS per la loro residenza all’estero devono attenersi ai tempi previsti per la conferma della propria identità.
Il mancato rispetto delle scadenze previste comporta una reale minaccia di decadenza dal diritto alla pensione.
L’operazione in corso, avviata da una notevole durata, è organizzata in fasi distinte. La fase iniziale si concentra su intellettuali situati in regioni come l’America, l’Asia, l’Estremo Oriente, la Scandinavia e l’Europa orientale, che sono scelte popolari tra le persone che vanno in pensione all’estero.
La seconda fase, a partire da settembre, prevede il monitoraggio dei pensionati residenti in Europa, Africa e Oceania.
Entrambe le fasi sono delimitate da specifiche date di inizio e fine o, in alternativa, da un termine entro il quale i soggetti devono comunicare all’INPS la propria situazione.
Il mancato rispetto di tale obbligo comporterà l’esclusione dal percepimento delle prestazioni pensionistiche.
È imperativo identificare le persone che sono tenute a presentare il modulo e convalidare la loro identità, insieme al termine specificato per il completamento.
Chi risiede all’estero rischia di perdere la pensione
Il monitoraggio delle prestazioni pensionistiche all’estero è un’iniziativa in corso intrapresa dall’INPS. La prima fase, nota anche come fase A, si concentra sull’esame dei pagamenti effettuati in regioni come America, Asia, Estremo Oriente, Scandinavia ed Europa dell’Est.
Questa fase è attualmente sulla via del completamento. È imperativo che i certificati richiesti siano stati presentati entro e non oltre la data specificata del 18 luglio 2023.
Diversi mesi fa, il pensionato residente all’estero avrebbe dovuto ricevere la documentazione ufficiale insieme a una lettera dettagliata scritta sia nella lingua del paese di residenza che in italiano.
La presente lettera illustra i passi necessari da seguire per verificare il proprio diritto alla pensione presso l’INPS.
Modulo di attestazione da firmare
Sono disponibili più opzioni per l’invio del modulo. Può essere presentato in formato cartaceo, con la necessaria controfirma di un testimone di fiducia come un’ambasciata, un consolato o un’autorità locale.
In alternativa, può essere inviato online attraverso il portale web di Citibank. Infine, le persone fisiche hanno la possibilità di recarsi presso uno sportello Western Union per riscuotere una rata, purché possano dimostrare di persona la loro conformità.
La nuova data di scadenza della seconda fase di controllo
Il 18 luglio si concluderà la prima fase di presidio svolta dall’INPS, seguita a settembre dall’avvio della seconda e ultima fase.
In questa fase successiva verranno esaminate minuziosamente le erogazioni effettuate ai pensionati residenti in Europa, Africa e Oceania. L’avvio di questo processo di verifica è previsto per settembre e si concluderà nel gennaio del 2024.
A partire da settembre l’INPS avvierà contatti con i pensionati residenti nei restanti Paesi a scopo di verifica.
Tale contatto verrà effettuato tramite comunicazione elettronica o cartacea per stabilire e confermare la loro identità. La scadenza per la presentazione dei documenti richiesti sarà il 18 gennaio 2024.