È arrivata da poco la conferma che resta la città più cara d’Italia. Di quale stiamo parlando? Andiamo a scoprirlo.
L’inflazione si riferisce all’aumento complessivo dei prezzi di vari beni (come cibo, elettricità, carburante) e servizi (come un taglio di capelli o un biglietto del treno).
Va notato che l’inflazione non riguarda solo il costo dei singoli prodotti, ma ha un impatto su un’ampia gamma di beni e servizi.
Nel tempo, il valore del denaro diminuisce a causa dell’inflazione, con conseguente diminuzione del potere d’acquisto poiché l’aumento dei prezzi limita la quantità di beni e servizi che possono essere acquistati con le nostre risorse monetarie.
Man mano che il desiderio degli individui per un particolare bene o servizio si intensifica e supera l’offerta disponibile, il costo aumenta (poiché le persone sono più disposte a pagare un prezzo più elevato per acquisire ciò di cui hanno bisogno).
Applicando questa logica a tutti i beni e servizi compresi nel paniere ISTAT, l’impennata della domanda dei cittadini può essere interpretata come inflazione.
In tali casi, ci riferiamo specificamente ad essa come inflazione indotta dalla domanda: a significare che, in quel particolare momento, la domanda di beni e servizi da parte dei consumatori supera la quantità disponibile sul mercato.
A volte, un brusco calo della produzione può comportare un surplus di domanda rispetto all’offerta disponibile.
Quando i costi di produzione aumentano, può anche portare a un aumento dei prezzi. Questo tipo di inflazione è noto come inflazione dal lato dell’offerta, in cui la domanda di beni e servizi rimane costante, ma la capacità produttiva diminuisce o i costi aumentano.
Diversi fattori possono contribuire a ciò, inclusi eventi imprevisti che rendono difficile l’approvvigionamento e la produzione di beni (come una pandemia o una guerra) o un’escalation del costo delle materie prime come il petrolio.
L’aumento dell’inflazione può essere attribuito a una combinazione di vari fattori legati sia all’offerta che alla domanda.
Nel caso degli Stati Uniti, il significativo aumento dei prezzi durante il periodo di ripresa post-pandemia (2021-2022) può essere attribuito a un aumento della domanda, poiché le persone hanno ripreso i loro normali modelli di consumo dopo aver ricevuto sussidi durante il lockdown.
Inoltre, c’è stata una diminuzione dell’offerta causata dalle chiusure e interruzioni nella produzione e nel trasporto di merci in tutto il mondo a causa della pandemia di Covid.
Attualmente, qual è la città italiana che presenta il più alto tasso di inflazione? Andiamo a scoprirlo.
Firenze si aggiudica la medaglia d’argento in questa classifica, vantando il quarto tasso di inflazione più alto dell’intero Paese, che si attesta a un significativo +7,6% a giugno 2022.
Inoltre, le famiglie fiorentine hanno registrato un notevole aumento della spesa annua, con una media di 1.772 euro a famiglia.
Segue a ruota Grosseto, che condivide lo stesso tasso di inflazione di Firenze al +7,6%, ma sostiene un costo aggiuntivo di 1.713 euro l’anno per una famiglia tipo.
Milano rivendica la quarta posizione con un tasso di inflazione di tutto rispetto +6,3% e una notevole impennata di spesa di 1.710 euro.
Seguono Bolzano (+6,4%, +1701 euro), Siena (+7,5%, +1691 euro), Varese al settimo posto (+6,4%, +1688 euro), seguite da Lodi (+6,6%, +1675 euro) e Perugia (+7,2%, +1654 euro).
La top ten si chiude con Lecco (+6,5%, +1650 euro). All’estremo opposto, Potenza emerge come la città più virtuosa, con il tasso di inflazione più basso del Paese, +3,8%.
Di conseguenza, le famiglie potentine spendono in media solo 750 euro in più all’anno rispetto alla media nazionale.
Genova, nonostante sia al primo posto in questa classifica, ha pochi motivi per festeggiare perché continua a detenere il titolo di città in Italia con il più alto tasso di inflazione.
Questo tasso allarmante si attesta al +8,5%, determinando un significativo aumento annuo delle spese. In media, una famiglia media a Genova può aspettarsi di spendere ogni anno 1.853 euro in più.
Questi dati sono stati forniti dall’Istat e servono da base per l’ampia classifica stilata dall’Unione Nazionale dei Consumatori, che mostra le città più care d’Italia in termini di aumento del costo della vita.
Vale la pena notare che questa classifica include non solo i capoluoghi di regione ma anche i comuni con una popolazione superiore a 150.000 abitanti.
La Liguria si conferma la regione più cara con un tasso di inflazione del +8,2% annuo, con un onere medio annuo di 1.692 euro per famiglia.
Questo record è motivo di preoccupazione, soprattutto perché la stagione estiva passa all’autunno e all’inverno.
Inoltre, a maggio, Genova si è classificata come la prima città in Italia in termini di inflazione annua, registrando un tasso di crescita del 9,5%.