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Ritardo sul posto di lavoro, si può rischiare il licenziamento? Chiarisce la legge

Si rischia il licenziamento per il ritardo sul posto di lavoro? Dipende da diversi fattori. Vediamo cosa dice la legge.

donna in ritardo – oipamagazine.it

Se di recente ti sei ritrovato ad arrivare spesso in ritardo al lavoro e sei preoccupato per le potenziali conseguenze, inclusa la possibilità di licenziamento, è importante comprendere le politiche relative ai ritardi sul posto di lavoro.

Questo articolo ti fornirà le informazioni necessarie per determinare se le tue preoccupazioni sono giustificate o meno.

Ritardo sul posto di lavoro ripetuto e ingiustificato

Spesso, gli individui possiedono la sfortunata inclinazione a impegnarsi in questo comportamento dannoso.

Tuttavia, si deve riconoscere che in determinate occasioni il ritardo può verificarsi a causa di circostanze esterne al di fuori del controllo di detti soggetti. La gestione di queste circostanze impreviste diverge in qualche modo?

È indispensabile che un dipendente osservi e rispetti l’orario di lavoro designato, in particolare per quanto riguarda l’orario di ingresso.

L’articolo 223 dei Doveri del Personale e delle Norme Disciplinari di cui al CCNL del Commercio Terziario evidenzia esplicitamente le conseguenze del ritardo.

Posto di lavoro- oipamagazine.it

Si sottolinea che sullo stipendio del ritardatario verrà effettuata una trattenuta, pari alla durata del ritardo, che sarà chiaramente indicata in busta paga. Tale detrazione si aggiunge alle eventuali sanzioni previste dall’articolo 225.

Il focus di questo articolo sarà l’esame delle ripercussioni subite dai lavoratori che ricevono sanzioni disciplinari a causa del loro inspiegabile ritardo.

C’è un’altra distinzione da fare tra il verificarsi di un ritardo ingiustificato come incidente singolo e il verificarsi di più istanze di ritardi ingiustificati.

Il licenziamento di un dipendente che subisce costantemente ritardi nel proprio lavoro è qualificato come licenziamento per giusta causa e motivi legittimi.

Questa tipologia di licenziamento comprende varie situazioni, tra cui il furto commesso ai danni del datore di lavoro o dell’azienda, danni alle attrezzature, ritardi ripetuti e ingiustificabili, lavoro sotto l’influenza, nonché comportamenti offensivi nei confronti di colleghi o superiori.

Le violazioni degli obblighi del personale costituiscono validi motivi per l’adozione di provvedimenti disciplinari, come chiaramente delineato dall’art. 225 in tema di Provvedimenti disciplinari.

Le sanzioni applicabili al dipendente ritardatario

Le sanzioni sono generalmente imposte in base alla gravità del comportamento inappropriato.

Nei casi in cui si verificano ritardi ingiustificati, può essere applicata una serie di sanzioni. Per i reati minori può bastare un rimprovero verbale, mentre per le trasgressioni più gravi il licenziamento disciplinare è l’azione appropriata.

Oltre a sanzioni più severe, esistono anche opzioni per l’applicazione di sanzioni moderate. Questi includono l’emissione di un avvertimento scritto, comunemente indicato come una lettera di avvertimento, che funge da rimprovero per il dipendente.

Ritardo sul posto di lavoro- oipamagazine.it

Un’altra possibilità è l’imposizione di una multa, con la clausola che non superi l’equivalente di quattro ore di retribuzione come dettato dai termini del contratto del dipendente.

In alternativa, possono essere considerate misure appropriate una sospensione fino a dieci giorni lavorativi o una richiesta di trasferimento.

Prima dell’applicazione delle regole, è imperativo condurre una procedura investigativa stabilita in conformità con la legge.

Al fine di licenziare un individuo sulla base di ritardi ricorrenti e ingiustificati, è imperativo che il datore di lavoro aderisca al protocollo adeguato.

Questo protocollo prevede la presentazione di un reclamo scritto e l’emissione di una notifica formale dell’azione disciplinare prevista, il tutto entro i termini previsti dalla legge.

Il datore di lavoro eserciterà la propria discrezionalità nel determinare l’appropriata azione disciplinare da intraprendere nei confronti del dipendente, tenendo conto delle proprie deliberazioni.

Come abbiamo detto in precedenza, la risposta a questa domanda è affermativa: la massima giurisdizione ha affermato che un dipendente che persiste in ritardi ingiustificati può essere soggetto a licenziamento a seguito delle sue azioni.

Come contestare e giustificarsi

Il processo di irrogazione, infatti, ti dà la possibilità di articolare le giustificazioni di eventuali ritardi eventualmente intervenuti successivamente alla presentazione delle opposizioni da parte del datore di lavoro.

Come accennato in precedenza, il datore di lavoro è obbligato a rispettare la procedura di interrogatorio in conformità con la sanzione imposta:

  • la sanzione va irrogata sotto forma scritta;
  • il dipendente deve essere assistito dal sindacato;
  • il termine per la difesa arriva a 5 giorni almeno;
  • il lavoratore ha il diritto di impugnare la sanzione;
  • la sanzione va notificata entro 15 giorni.

Nel caso in cui un dipendente desideri contestare eventuali azioni intraprese dal proprio datore di lavoro, è nei suoi diritti chiedere l’assistenza legale di un avvocato specializzato o consultare le istituzioni competenti.

Demotivazione sul posto di lavoro- oipamagazine.it

Inoltre, hanno la possibilità di esprimere la propria opposizione avviando comunicazione al collegio di conciliazione e arbitrato entro il termine di 20 giorni dall’avvio dell’istruttoria.

In alternativa, possono scegliere di rivolgersi a un giudice del lavoro o esplorare altre strade per la conciliazione.

Tuttavia, la Corte di Cassazione ha riconosciuto anche i casi in cui un lavoratore, che era stato richiamato dal datore di lavoro, ha acconsentito ad una sentenza che contestava la reiterazione dei licenziamenti, nonché le uscite fuori orario per compensare tali ritardi.

Questa azione correttiva è stata accettata dalla società. Conseguentemente, il Tribunale ha stabilito che il comportamento indulgente tenuto dall’azienda nei confronti dei ritardi del dipendente, consentendogli di assentarsi dal lavoro oltre il normale orario di lavoro, non giustificava la sanzione del licenziamento.

Pertanto, la precedente tolleranza del datore di lavoro nei confronti di precedenti mancanze ha reso inapplicabile nel caso di specie la sanzione del licenziamento.

D’altra parte, i giornali hanno spesso documentato casi in cui individui che sono stati dipendenti di lunga data di un’azienda hanno affrontato il licenziamento a causa di ritardi personali.

Questa pratica è osservata prevalentemente tra le grandi multinazionali, che attribuiscono tali licenziamenti a una percepita mancanza di fiducia.

Inoltre, queste sanzioni possono avere un impatto sul dipendente che di solito lascia il posto di lavoro prematuramente.