Pensione anticipata di 4 anni ma non per tutti, solo per alcuni italiani. Ecco la misura che permetterà ad alcuni di poter uscire anticipatamente dal mondo del lavoro.
La riforma pensioni è sempre un tema piuttosto caldo e di tanto in tanto, il Governo pensa a delle soluzioni per poter dare la possibilità ad alcuni lavoratori di uscire anticipatamente dal mondo del lavoro.
Ad oggi però la pensione è sempre più lontana per tutti. In questi giorni si stanno diffondendo sempre più delle notizie incoraggianti che fanno ben sperare. Si è infatti ipotizzato che entro la fine dell’anno molti lavoratori non solo potrebbero uscire anticipatamente dal mondo del lavoro, ma potrebbero anche ricevere un esoso assegno.
Ma vediamo in cosa consiste questa misura.
Pensione anticipata di 4 anni, le ultime novità
Il Governo Meloni, già all’opera da diversi mesi sta cercando di apportare delle modifiche importanti all’assetto delle pensioni. Secondo alcune indiscrezioni, ci potrebbe essere la possibilità per alcuni lavoratori, di ricevere entro la fine dell’anno un assegno il cui importo potrebbe arrivare a 1.500 euro al mese.
L’aspetto più importante da sottolineare è il fatto che questo assegno potrebbe arrivare già a partire dal compimento dei 63 anni di età.
Molti italiani, quindi, potrebbero “andare in pensione 4 anni prima” e ricevere questo assegno da 1.500 euro grazie all‘Ape sociale. Si tratta di una misura non proprio recente, visto che è in vigore dal 2017, essendo stata inserita nella Legge di Bilancio e prorogata fino al 31 dicembre 2023, proprio dalla Legge di Bilancio 2023.
Se si sono compiuti i 63 anni di età e maturato i contributi necessari, è possibile far ricorso all’Ape sociale per poter uscire anticipatamente dal mondo del lavoro. L’Ape sociale non è utilizzabile però da tutti i lavoratori, ma solo da alcune categorie ben specifiche.
Non possiamo di certo definirla una pensione, piuttosto un’indennità decisamente a carico dello Stato che di fatto porta il lavoratore alla pensione di vecchiaia, che si otterrà una volta compiuti i 67 anni.
Dai 63 ai 67 anni, quindi, il soggetto potrà usufruire dell’Ape sociale, percependo questo assegno, proprio come se fosse una pensione. L’importo non sarà uguale per tutti, ma ad ogni modo non potrà superare i 1.500 euro al mese. Non è previsto il pagamento della tredicesima, visto che si basa solo sulle 12 mensilità.
I beneficiari dell’Ape sociale
Come abbiamo già anticipato, non tutti i lavoratori possono in realtà accedere a questa misura, ma solo alcune categorie. Tra questi:
- invalidi civili con disabilità certificata al 74% o più alta, con una conseguente riduzione della capacità lavorativa accertata proprio dalle commissioni competenti che deve riconoscere l’invalidità civile
- addetti alle mansioni gravose che svolgono questa attività da diverso tempo e nello specifico per 7 degli ultimi 10 anni e per 6 anni degli ultimi 7
- disoccupati, in seguito alla cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, dimissioni per giusta causa o ancora risoluzione consensuale
- caregiver che da almeno 6 mesi assistono un parente convivente che abbia una disabilità almeno del 74%.
Attenzione però, perché oltre al requisito anagrafico c’è anche quello contributivo. Per gli addetti alle mansioni gravose, è importante che i lavoratori abbiano anche versato 36 anni di contributi. Per gli edili e ceramisti, sono sufficienti invece solo 32 anni di contributi. Per tutte le altre categorie, invece, occorrono solo 30 anni di contributi.
Ecco i requisiti richiesti:
- aver compiuto almeno 63 anni di età
- avere una anzianità contributiva di almeno 30 anni per i lavoratori che svolgono attività gravose e 36 anni per per tutti gli altri lavoratori e categorie
- non essere titolari di pensione diretta.