In arrivo per diverse categorie di cittadini lavoratori italiani il bonus da 200 euro. Andiamo a vedere nei dettagli di cosa si tratta.
Secondo l’Osservatorio Inps sulle Dichiarazioni Sostitutive Uniche e ISEE, ben il 56% delle famiglie italiane ha un ISEE sotto i 10mila euro.
Tuttavia, è importante notare che questo dato riguarda solo le famiglie che hanno presentato una DSU nel 2022.
Negli anni si è registrato un trend crescente di servizi legati al valore dell’ISEE, con un aumento del 52% delle famiglie che presentano a DSU dal 2016 al 2022.
La distribuzione territoriale rimane sostanzialmente invariata, con il 44% nelle regioni meridionali e insulari, il 37% nelle regioni settentrionali e il 19% nel Centro.
Ma aspetta, c’è di più: negli ultimi due anni c’è stato un aumento significativo delle richieste di certificazione dell’ISEE attuale, che si basa sull’effettiva potenza reddituale al momento della richiesta di un servizio.
Questo è un chiaro segnale di una crisi in corso e delle pressanti questioni che il sistema Italia deve affrontare per sostenere efficacemente le famiglie ei cittadini in difficoltà reali.
Perché questo preambolo? Semplice: il modello ISEE determina se una famiglia o un singolo cittadino può ottenere un qualche tipo di sussidio sotto forma di bonus, come questo di cui parleremo di seguito.
Arriva il bonus da 200 euro
I 200 euro di bonus busta paga, come auspicato dal governo Meloni, sono una cosa reale? E, cosa più importante, fornisce effettivamente assistenza tangibile a coloro che ne hanno più bisogno?
Questo bonus è essenzialmente una riduzione delle tasse, uno sconto parziale che alla fine renderà gli stipendi più consistenti.
Per dirla semplicemente, etichettarlo come un bonus di 200 euro è completamente fuori luogo quando si tratta del suo impatto economico.
Lo sgravio dei contributi si traduce in effetti in guadagni significativamente diversi da quanto ci si potrebbe aspettare. Quindi, per molteplici ragioni, questo bonus è tutt’altro che ordinario.
Diciamo subito una cosa: non si tratta di distribuire denaro o fornire assistenza diretta. Invece, si tratta di un piccolo sconto ingegnoso derivante da una leggera riduzione dei contributi.
Secondo i centri di potere governativi, questa riduzione potrebbe significare 200 euro in più nelle tasche degli italiani lavoratori nel prossimo futuro.
Grazie al Decreto Lavoro, ci saranno alcune modifiche all’importo dei contributi dei dipendenti. Ciò significa che avranno un aumento della loro paga.
Si dice che i lavoratori che guadagnano fino a circa 25.000 euro l’anno, compresa la tredicesima mensilità, possano essere esentati fino al 7%. Per redditi fino a 35.000 euro, invece, la riduzione sarà di circa il 6%.
Chi sono i beneficiari del bonus 200 euro?
Qualche tempo fa è intervenuta l’INPS a chiarire le cose con un messaggio del 24 maggio, numero 1932.
In pratica ha affermato che dal 1° luglio 2023 al 31 dicembre 2023 ci sarà un aumento di 4 punti percentuali dell’esonero per i contributi previdenziali relativi all’invalidità, alla vecchiaia e ai superstiti a carico. Nessun impatto, invece, sulla tredicesima mensilità.
Nella Legge di Bilancio 2023 (che è stata modificata dal Decreto Lavoro) viene affermato che questo bonus è per tutti i dipendenti.
Copre anche i lavoratori in apprendistato. Ma ecco il limite: i lavoratori domestici non rientrano in tutto questo.
Secondo l’INPS, se la tua retribuzione imponibile mensile, calcolata su tredici mensilità, è inferiore a 2.692 euro, avrai un’esenzione contributiva di 6 punti percentuali.
Tuttavia, se il tuo stipendio imponibile è inferiore a 1.923 euro, tale esenzione aumenterà a 7 punti.
Ciò significa che i dipendenti che guadagnano fino a 1.500 euro riceveranno un bonus inferiore in busta paga, circa 60 euro al mese, invece dei 200 euro precedentemente citati.