Arriva una svolta importante per le donne che devono andare in pensione. Tutto è contenuto in un annuncio INPS di cui parleremo.
Il desiderio di andare in pensione in età precoce è un’aspirazione comune per numerose persone nella forza lavoro, in particolare le donne che si destreggiano tra gli obblighi professionali e il ruolo vitale di prendersi cura delle proprie famiglie.
Le forti pressioni e le responsabilità che accompagnano questi doppi ruoli sottolineano l’importanza di consentire alle donne, occupate o meno, di avere l’opportunità di andare in pensione anticipata.
La Legge di Bilancio 2023 ha imposto limiti più severi alla possibilità di pensionamento anticipato per le donne, determinando una significativa riduzione degli accessi.
I dati numerici parlano da soli: la relazione tecnica sulla normativa stima che nel 2023 saranno interessate da questo provvedimento 2.900 lavoratrici.
Tuttavia, secondo i calcoli della CGIL, il numero effettivo potrebbe essere addirittura di 870. Queste cifre impallidiscono rispetto a le 23.812 pensioni concesse tramite Opzione Donna nel 2022 e le 20.681 pensioni nel 2021.
In un’intervista, Orietta Armiliato, che rappresenta le 11.000 donne iscritte al Comitato, ha espresso la sensazione che questa misura sia stata eliminata.
Armiliato ha anche evidenziato il fatto che circa 20.000 donne hanno scelto di rinunciare all’opzione donna.
Armiliato ha inoltre sottolineato che il governo ha ricevuto fondi senza fornire spiegazioni sul perché, pur essendo consapevole che si tratta di un avanzamento che le donne stesse devono pagare, comportando una riduzione fino a un terzo dei loro benefici attraverso il contributo ricalcolo.
È importante tenere presente che gli assegni di Opzione Donna hanno importi notevolmente bassi. Più della metà degli assegni distribuiti nel 2022 scende sotto la soglia dei 500 euro e uno sbalorditivo 89% è inferiore a 1.000 euro.
A confronto, la pensione di vecchiaia media per le donne è di 754 euro, mentre gli uomini percepiscono in media 1.440 euro (secondo i dati INPS).
L’introduzione di una nuova sanatoria INPS apporta modifiche alla normativa, consentendo così di risolvere le problematiche che impediscono ai soggetti di soddisfare i criteri per il pensionamento anticipato attraverso l’Opzione Donna.
Questa particolare sanatoria, come delineato nel messaggio 2547/2023, offre l’opportunità di ricalcolare i contributi pensionistici incorporando contributi aggiuntivi.
Il panorama cambia drasticamente per le donne che hanno deciso di andare in pensione.
Può comunque accedere al pensionamento anticipato qualsiasi donna che abbia presentato domanda per il riscatto agevolato di laurea entro dicembre 2021 e soddisfi i requisiti necessari per andare in pensione in Opzione Donna, indipendentemente dal fatto che la domanda sia stata presentata dopo il 31 dicembre 2021.
Il condono previsto dall’INPS, come delineato nel messaggio 2547/2023, rappresenta una valida soluzione per affrontare le sfide derivanti dalla convergenza di diverse normative.
L’Opzione Donna offre l’opportunità di ricalcolare le pensioni tenendo conto dei contributi, consentendo anche il riscatto agevolato dei periodi dedicati agli studi universitari.
L’introduzione della sanatoria INPS n. 2547/2023 non solo ha dato opportunità alle donne che avevano precedentemente presentato domanda di Opzione Donna, ma ha anche permesso loro di affrontare eventuali quesiti irrisolti.
Ci sono due condizioni essenziali da soddisfare per effettuare una richiesta di riscatto nell’ambito dell’opzione donna.
In primo luogo, la richiesta deve essere stata presentata entro il 20 dicembre 2021 e, in secondo luogo, il requisito per l’opzione femminile deve essere soddisfatto entro la stessa data.
Nel 2021, il requisito prevedeva che gli individui dovessero aver compiuto 58 o 59 anni, a seconda che fossero lavoratori subordinati o autonomi. Inoltre, devono essere stati accumulati un minimo di 35 anni di contributi.
Il condono menzionato in questo contesto era una risposta a una restrizione legale. Ha proibito alle persone di chiedere una rivalutazione dei loro contributi in due diverse occasioni.
Questa sovrapposizione di normative ha posto sfide specifiche per le lavoratrici che avevano già presentato una domanda di riscatto del titolo prima dell’attuazione dell’opzione donna.
Di conseguenza, questi lavoratori non hanno potuto presentare le loro domande contemporaneamente, il che li ha posti in uno stato di incertezza.
Per richiedere l’Opzione Donna e utilizzare i contributi agevolati per il riscatto di laurea è necessario presentare, di norma, due distinte domande.
L’INPS aveva inizialmente previsto un periodo di grazia nel 2021, consentendo ai soggetti che avessero presentato domanda entro tale termine di presentare domanda per l’Opzione Donna fino al successivo 31 dicembre.