Ad agosto la busta paga sarà più pesante che in altri mesi. Andiamo a vedere a quanto ammontano gli aumenti.
L’applicazione del Decreto Lavoro di nuova attuazione consentirà ai lavoratori di avere più soldi in busta paga. Ciò è dovuto all’ulteriore sgravio contributivo pari al 4% che è stato introdotto.
Dato che la maggior parte dei lavoratori riceve lo stipendio di luglio all’inizio di agosto, è logico prevedere un aumento dell’importo percepito.
Ciò è dovuto al fatto che dalla retribuzione lorda, che di solito è inclusa in busta paga, verranno versati meno contributi.
Tale modifica sarà applicabile esclusivamente alle buste paga che possiedono un imponibile lordo non superiore a 2.692 euro.
È fondamentale tenere presente che nel determinare il rispetto di tale soglia si tiene conto anche della quattordicesima.
Di conseguenza, chi la riceve nella busta paga di luglio, e superano il limite di cui sopra, non potranno beneficiare dell’incremento annunciato, almeno per questo mese.
Tuttavia, con la busta paga di agosto, dove non c’è la quattordicesima mensilità, lo sgravio verrà attuato in modo regolare se i guadagni del lavoratore scendono al di sotto della soglia.
Va puntualizzato che non dovrebbero essere previsti aumenti significativi, anche se il governo ha parlato di “aumenti fino a 100 euro“.
Una dichiarazione questa che tiene conto dei precedenti aumenti messi in moto dal governo Meloni dal gennaio 2023.
Questi incrementi ammontavano al 3% per le persone con un reddito inferiore a 1.923 euro e al 2% per coloro che superavano questa soglia ma che si trovavano nella fascia di 2.692 euro.
Per comprendere l’entità di queste maggiorazioni di stipendio a partire da questo mese (e fino a dicembre 2023), dobbiamo puntare la nostra attenzione esclusivamente allo sgravio del 4% recentemente implementato.
Alla luce di ciò, abbiamo preparato una guida completa contenente tutte le informazioni che potrebbero interessare i lettori.
Il governo odierno e quelli precedenti hanno utilizzato lo sgravio contributivo come strumento per rendere meno opprimente il carico fiscale, in particolare la disparità tra reddito netto e reddito lordo. Attraverso tale meccanismo viene di fatto diminuita la quota di contributi dovuta dai dipendenti, che è pari al 9,19% dell’imponibile totale lorda (8,80% per i dipendenti pubblici).
Per effetto dello sgravio, la percentuale è diminuita, determinando una diminuzione dei contributi obbligatori che il lavoratore deve versare, cosa che incide fortemente sul proprio stipendio. Tuttavia, questo effetto non è onnicomprensivo.
Alla diminuzione dei versamenti obbligatori corrisponde anche un aumento dell’imponibile, che funge da base per il calcolo della quota Irpef.
Conseguentemente, si sosterrà un maggior onere fiscale, cosa che attenua parzialmente tutti i vantaggi connessi allo sgravio fiscale.
Il vantaggio dell’utilizzo di questo particolare strumento risiede nell’assenza di elevate spese per l’azienda, con il lavoratore che non andrà poi a percepire meno soldi sulla pensione, in quanto lo Stato si farà sempre carico dell’onere del contributo ridotto.
L’aumento colpirà esclusivamente la busta paga spettante ai dipendenti, il cui ammontare complessivo non va oltre i 2.692 euro (che, in una prospettiva più ampia, equivalgono a un totale lordo di 35.000 euro).
Verrà effettuata una valutazione su ogni singola erogazione di stipendio: di conseguenza, è possibile che il bonus venga erogato in un mese e non in un altro.
Per esempio, è molto probabile che a luglio numerose persone supereranno la soglia dovuta all’entrata in vigore della quattordicesima mensilità, avendo comunque poi la possibilità di percepire il bonus a partire da agosto.
Prima del mese di giugno esisteva un provvedimento di sgravio in busta paga per i redditi inferiori alla soglia di 2.692 euro.
Tale provvedimento, finanziato dalla Legge di Bilancio 2023, ha portato a una riduzione del 3% per le buste paga che non superavano i 1.923 euro (equivalenti a un reddito annuo di 25.000 euro).
A ciò si è aggiunta una riduzione del 2% per le buste paga che, pur superando i 1.923 euro, sono rimaste sotto la soglia dei 2.692 euro.
Da luglio a dicembre, ad eccezione della tredicesima, ci sarà un’ulteriore diminuzione del 4% per entrambe le parti coinvolte.
Di conseguenza, la diminuzione in totale sarà del 7% per gli stipendi fino a 1.923 euro e del 6% per tutti gli altri stipendi (fino a 2.692 euro), con conseguenti notevoli vantaggi nella busta paga.
Coloro che hanno un reddito complessivo inferiore a 2.692 euro devono essere consapevoli del fatto che a partire da luglio i loro guadagni aumenteranno grazie all’applicazione di un altro sgravio del 4%, che sarà inserito automaticamente in busta paga dai rispettivi datori di lavoro, i quali hanno già ricevuto da diverse settimane dall’INPS le necessarie disposizioni.
Per scoprire l’esatta entità dell’aumento, non è sufficiente prendere in considerazione solo lo sgravio del 4%.
Questo perché la somma risparmiata in contributi non si traduce interamente in un aumento dello stipendio netto, in quanto è necessario calcolare l’addizionale IRPEF dovuta.