In questo periodo di piena estate, molti bagnanti si stanno chiedendo se è legale fare il bagno se c’è la bandiera rossa. Vediamo cosa dice la legge.
In questo periodo dell’anno, non c’è dubbio che le spiagge diventino la meta preferita degli italiani.
La regione specifica, l’orario e la durata della visita possono variare a seconda delle circostanze individuali, ma il traffico intenso sulle autostrade indica chiaramente la diffusa voglia di mare.
Dato il tempo imprevedibile, non è raro assistere ai bagnini che alzino la bandiera rossa, che è universalmente riconosciuta come segnale di pericolo potenziale senza richiedere ulteriori spiegazioni.
Il significato e l’interpretazione dei colori mostrati dalle bandiere in spiaggia sono spesso trascurati.
Sebbene sia comunemente inteso che le bandiere rosse indicano un pericolo, come condizioni del mare pericolose, non è chiaro se sia consentito nuotare o se vi sia il rischio di incorrere in una sanzione.
Invece di indicare un divieto, la bandiera rossa funge da segnale di avvertimento per i bagnanti. Il suo scopo principale è avvisare le persone che le condizioni attuali non sono adatte per nuotare in mare.
Le ragioni della chiusura delle spiagge possono variare, comprendendo sia fattori naturali come condizioni meteorologiche avverse come venti forti, visibilità limitata e mari turbolenti, sia problemi causati dall’uomo come l’inquinamento delle acque e la potenziale minaccia della fauna selvatica.
Quest’ultima, in particolare, potrebbe essere una preoccupazione ricorrente quest’anno, non solo per la rinnovata attenzione al tema ma anche per i sempre più frequenti avvicinamenti di animali alle zone costiere.
La bandiera rossa mantiene il suo ruolo di simbolo ammonitore, a significare non solo potenziali pericoli ma anche l’assenza di un bagnino in postazione.
Per mettere in guardia contro l’imprudenza, la bandiera rossa funge da divieto di fornire imbarcazioni (come pedalò) inadatte alle condizioni meteorologiche prevalenti.
La bandiera gialla funge da segnale di avvertimento generale, a significare l’esistenza di forti venti.
Non è direttamente associato al nuoto o alla sicurezza in acqua; tuttavia, consigliamo cautela e raccomandiamo di tenere gli ombrelli chiusi per evitare potenziali pericoli.
La bandiera bianca, invece, indica le condizioni ideali per nuotare in mare, prive di rischi notevoli.
La bandiera rossa funge da semplice misura cautelativa per la sicurezza dei bagnanti, senza imporre di per sé alcun obbligo o restrizione.
Tuttavia, a un esame più attento, diventa evidente che ci sono numerose variabili da considerare per minimizzare efficacemente gli incidenti.
Sarebbe ragionevole sottoporre alle stesse restrizioni un nuotatore professionista e un individuo cardiopatico?
È fondamentale fare sempre affidamento sul giudizio personale e prestare attenzione, soprattutto quando si considerano i potenziali pericoli che i bagnini possono incontrare a causa di un comportamento negligente da parte dei bagnanti.
La frequenza degli incidenti che portano alla perdita della vita dei bagnini durante le missioni di soccorso ha spinto a molteplici suggerimenti per convertire la bandiera rossa in un divieto ufficiale di nuoto.
Tuttavia, l’impegno non è mai stato finalizzato in questo modo, principalmente a causa della moltitudine di fattori in gioco, che sono eccessivamente soggettivi.
Di conseguenza, si può dedurre che nuotare in mare è consentito quando è presente una bandiera rossa, nonostante non sia consigliabile.
In caso di dubbi sulla bandiera rossa o su eventuali misure di sicurezza da seguire, si consiglia di consultare i bagnini.
Mentre questo è un passo prudente per la sicurezza generale, è importante notare che non è legalmente obbligatorio.
In determinate circostanze, la balneazione in mare potrebbe essere vietata a causa di restrizioni legali.
Ciò può verificarsi in presenza di un divieto di balneazione imposto da un’ordinanza comunale o dalla Capitaneria di Porto.
In tali casi, il divieto può coincidere con la presenza di una bandiera rossa, ma può anche variare a seconda di diversi scenari, come la necessità di proteggere l’ambiente naturale e la sua fauna.
In ogni circostanza, il divieto di balneazione deve essere chiaramente comunicato attraverso un simbolo distinto che denoti esplicitamente l’azione vietata ei suoi vincoli territoriali e temporali, ove applicabili.
Ad esempio, tali divieti sono comunemente osservati in prossimità di laghi, aree protette o spiagge, in particolare durante le ore notturne.
L’esistenza di tale divieto comporta per chi lo viola una precisa sanzione, anch’essa esplicitamente dichiarata.