In questa ultima parte del mese di luglio dovrebbero arrivare 150 euro sul conto a coloro che percepiscono il Reddito di Cittadinanza.
In questo mese di luglio 2023 i soggetti che hanno diritto a ricevere il Reddito di Cittadinanza non hanno ancora percepito il bonus di 150 euro per compensare il costo della dell’aumento dell’energia.
Andiamo a vedere calendario alla mano le date in cui i soggetti beneficiari del RDC hanno ricevuto o riceveranno il pagamento:
- il pagamento per chi ha presentato nuova domanda di prestazione assistenziale, nonché per chi ha presentato domanda rinnovo del reddito di cittadinanza è avvenuto lunedì 17 luglio 2023.
- per i restanti cittadini titolari di RdC, invece, il beneficio economico verrà erogato a partire da venerdì 28 luglio 2023.
Reddito di cittadinanza: in arrivo 150 euro sul conto
Per dovere di cronaca, il bonus di 150 euro costituisce una singolare forma di compensazione che rientra nell’attuazione del decreto Aiuti ter.
Questo decreto, pubblicato ufficialmente in Gazzetta Ufficiale il 23 settembre 2022, è stato introdotto con l’intento di fornire un aiuto finanziario alle famiglie che hanno risentito negativamente del forte aumento dei prezzi dell’energia e dei tassi di inflazione a due cifre, che hanno avuto un impatto negativo sulle loro finanze.
È ormai palesi che i soggetti in possesso del Reddito di Cittadinanza riceveranno l’importo designato, oltre al canone mensile regolare, attraverso la carta del reddito.
Questa carta è una carta di pagamento elettronica unica che viene emessa esclusivamente da Poste Italiane.
Allo stato attuale, non è stata ancora rilasciata una data definitiva per l’erogazione di questo bonus. Tuttavia, circolano voci che affermano che il pagamento potrebbe avvenire dal 29 luglio in poi.
Dal 1° gennaio 2024 l’RdC verrà sostituto dall’Assegno di Inclusione
Il Decreto Lavoro, sancito ufficialmente dal Consiglio dei Ministri il 1° maggio, ha apportato modifiche significative all’attuazione e all’erogazione del Reddito di Cittadinanza.
Tale decreto ha di fatto posto fine all’originaria concezione e distribuzione di questo reddito a coloro che erano ritenuti idonei a riceverlo.
La misura volta a contrastare la povertà, attuata sotto l’amministrazione Giuseppe Conte con il decreto legge n. 4 del 28 gennaio 2019, rimarrà in vigore fino alla fine del 2023.
Successivamente, a partire dal 1° gennaio 2024, l’Assegno di inclusione introdotto dal governo guidato dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni entrerà in vigore.
Questo programma di assistenza mira a fornire un aiuto alle famiglie che comprendono persone con disabilità, minori o persone di età superiore ai 60 anni.
L’importo mensile destinato a questo sostegno non può essere inferiore a 480 euro. Se invece il nucleo familiare è composto da persone di età superiore ai 67 anni o con persone a carico che presentano una grave disabilità, l’importo mensile sale a 630 euro. Inoltre, se la famiglia è in affitto, verranno forniti 280 euro extra al mese.
Le caratteristiche dell’Assegno di Inclusione
L’Assegno di inclusione ha due caratteristiche primarie che lo distinguono dagli altri contributi. In primo luogo, fornisce un sostegno finanziario per una durata di 18 mesi, garantendo un’assistenza continua ai beneficiari.
Inoltre, questa sovvenzione offre l’opportunità di rinnovo, dopo una breve pausa di un mese, consentendo ulteriori 12 mesi di supporto continuo.
Per poterne beneficiare, devono essere soddisfatti alcuni criteri. In primo luogo, la persona in questione deve avere la residenza in Italia da almeno cinque anni.
Inoltre, il suo ISEE non deve superare i 9.360 euro. Infine, devono iscriversi al Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa (Siisl).
Quando cessa il diritto alla prestazione?
Per quanto riguarda i soggetti abili al lavoro, in particolare quelli di età compresa tra i 18 e i 59 anni che non rientrano nelle categorie “vulnerabili”, il diritto alle prestazioni cesserà “in caso di rifiuto di un’offerta di lavoro a tempo pieno o part-time che comprenda almeno il 60 per cento dell’orario di lavoro a tempo pieno, e con una retribuzione non inferiore ai minimi salariali previsti dai contratti collettivi”.
Tale opportunità di lavoro deve soddisfare una delle seguenti condizioni:
- un contratto a tempo indeterminato, valido sull’intero territorio nazionale;
- un contratto a tempo determinato, pure in somministrazione, purché il luogo di lavoro non sia situato a più di 80 chilometri dalla residenza.
Inoltre, l’esecutivo della Meloni ha previsto l’attivazione dello Strumento di Attivazione al Lavoro a partire dal 1° settembre 2023.
Questa particolare iniziativa funge da forma di sostegno all’occupazione, offrendo un’erogazione mensile di 350 euro per una durata fino a 12 mesi.
L’esborso è subordinato al proprio coinvolgimento in programmi di formazione, di qualificazione o progetti incentrati sulla riqualificazione professionale.