Brutta notizia INPS, tutti questi pensionati non troveranno l’assegno di 500 euro

In quali circostanze i pensionati rischiano di perdere l’assegno di 500 euro mensile? Risponderemo in questo articolo.

ritirare la pensione
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Poiché il costo della vita continua ad aumentare, il desiderio di trasferirsi in un altro paese e intraprendere un nuovo inizio diventa un sogno ricorrente per molte persone.

Questo sogno spesso comporta la ricerca di un luogo dove poter sostenere uno stile di vita agiato con risorse finanziarie minime, dove basterebbe anche una modesta pensione.

In effetti, esiste un numero significativo di individui che scelgono di avventurarsi all’estero per abbracciare un’esistenza più tranquilla, distaccata dalle pressioni della vita quotidiana.

Tra questi soggetti, una parte consistente è costituita da pensionati che scelgono di intraprendere questo nuovo capitolo al termine della propria carriera professionale.

Dove conviene e non conviene trasferirsi

Per coloro che percepiscono una pensione mensile di circa 1.000 euro, alcuni paesi potrebbero non essere così allettanti se si considerano le tasse e il costo della vita.

Località come le Isole Canarie, il Portogallo meridionale (Algarve), l’area centrale del Portogallo (Lisbona, Cascais) e Cipro rientrano in questa categoria.

In questi luoghi, il costo medio della vita e gli affitti sono elevati, il che può renderli poco appetibili per i pensionati.

Paese ideale per i pensionati
Paese ideale per i pensionati – oipamagazine.it

Affittare un piccolo appartamento a Lisbona, ad esempio, può variare da € 700 a € 1.000 al mese, e il costo della vita complessivo è simile a quello dell’Italia.

Pertanto, è fondamentale calcolare e valutare attentamente le implicazioni finanziarie prima di decidere di trasferirsi in uno di questi paesi, anche con una pensione mensile di € 1.000.

Destinazioni papabili potrebbero essere i Paesi dell’Europa dell’Est, tra cui Bulgaria e Romania. Questi paesi sono noti per il loro costo della vita più basso rispetto alle città italiane, in particolare quando si tratta di spese come l’affitto.

Di conseguenza, molte persone scelgono di trasferirsi all’estero per migliorare la qualità della loro vita, soprattutto in termini di reddito pensionistico.

Tuttavia, vale la pena notare che per alcuni pensionati questa aspirazione può rimanere semplicemente una fantasia, poiché la legislazione nel nostro paese è piuttosto severa in situazioni specifiche.

Rimarranno senza l’assegno di 500 euro questi pensionati

Per garantire che le persone con redditi limitati possano mantenere uno standard di vita rispettabile, il nostro ordinamento giuridico ha implementato il concetto di assistenza sociale, insieme a una serie di misure di sostegno aggiuntive.

Questo particolare diritto economico è pensato per aiutare le persone che hanno compiuto 67 anni e si trovano in circostanze economicamente svantaggiate.

Niente assegno di 500 euro
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A partire dal 2023, l’importo dell’assistenza sociale è pari a 503,27 ed è erogato nell’arco di 13 mesi. Per poter beneficiare di questo beneficio, il reddito di una persona fisica non deve superare i 6.542,51 euro se non è sposato.

La soglia di reddito per le persone fisiche è fissata in Euro 13.085,02 annui, salvo ricorrono determinate circostanze.

In situazioni in cui l’individuo non è in grado di svolgere le attività quotidiane senza assistenza, può avere diritto a ricevere oltre 1.000 euro mensili.

Ciò è dovuto al fatto che lo stipendio della badante e l’assistenza sociale non si escludono a vicenda. Tuttavia, i pensionati che si trasferiscono all’estero o ricevono assistenza sociale sono soggetti all’interruzione degli aiuti finanziari come stabilito dal legislatore.

Ciò vuol dire che perderanno il diritto a ricevere l’assegno di 500 euro.

Cosa può accadere?

L’assegno sociale è una forma di assistenza temporanea che necessita di un processo di verifica annuale per confermare il rispetto di tutti i requisiti di legge.

Oltre a soddisfare il requisito del reddito, è imperativo stabilire una residenza in buona fede in Italia.

Il nostro legislatore, nel caso in cui il pensionato risieda all’estero per più di 29 giorni, prevede la sospensione del beneficio sociale. Successivamente, dopo un anno, l’assistenza viene nuovamente fornita.

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